Calolzio: la 'grande famiglia' degli Alpini festeggia il 95° del gruppo Pippo Milesi
Calolzio vestiva il Tricolore già da qualche giorno, con strade e balconi "addobbati" con decine e decine di bandiere. Quelle strade e quei balconi da dove, in tanti, questa mattina, hanno applaudito il passaggio delle penne nere in corteo, a riprova dell'indiscusso attaccamento della popolazione ai "suoi" alpini.

Grande festa, dunque, nel capoluogo della Val San Martino, per il 95° di fondazione del Gruppo Pippo Milesi. Riuniti già di buon ora a Foppenico, i partecipanti hanno sfilato fino alla chiesa arcipresbiterale, dove alle 11.30 don Antonio Vitali ha presieduto la santa messa.

Prima di prendere posto tra le panche però, sul piazzale esterno, spazio ai discorsi celebrativi, aperti e chiusi dagli "interventi musicali" dalle bande Donizetti e Verdi nonché del Coro ANA dell'Adda. Introdotto dal cerimoniere Stefano Biffi, ad aprire le allocuzioni è stato il capogruppo Claudio Prati, uomo del fare.

Al microfono, dinnanzi ad un "schieramento" nutrito con gli alpini di Calolzio fianco a fianco con i commilitoni dei diversi gruppi del territorio - rappresentanti anche da svariati alfieri con i gagliardetti oltre che dai vessilli sezionali di Bergamo e Lecco - ha onorato il passato, citando fin da subito tutti coloro che hanno posato lo zaino e riposano ora nel paradiso di Cantore, per gettare poi lo sguardo verso il futuro.

"Oggi - ha letto, non senza emozione - ci ritroviamo insieme per celebrare un momento davvero speciale: il 95° anniversario della fondazione del nostro amato Gruppo intitolato alla memoria di quel grande Alpino che è stato Pippo Milesi, un Vecio che ha saputo inculcare in tutti noi la parola "Solidarietà" con il motto "Donare vuol dire Amare". Il Gruppo "PippoMilesi" non è solo un nome, non è solo una sigla: è un simbolo di coraggio, di sacrificio, di solidarietà e di amore per la nostra terra e per la nostra gente. Da 95 anni, i nostri alpini sono protagonisti non solo in patria, ma anche oltre i confini, portando con sé il testimone di una storia fatta di battaglie, di resistenza ma, soprattutto, di valori che non vogliono essere dimenticati. Oggi, guardiamo indietro a quegli anni lontani, quando il nostro Gruppo è stato fondato. Erano anni di forti cambiamenti, di sfide difficili, ma anche di speranza e di una straordinaria determinazione. Come ogni Alpino, i nostri padri e i nostri nonni hanno affrontato con tenacia le difficoltà, non solo sui campi di battaglia, ma anche nel quotidiano, nella vita di tutti giorni. Il nostro Gruppo ha sempre incarnato quel legame profondo tra la montagna e la gente che la vive. Una montagna che ci insegna ad essere forti, ma anche umili, che ci insegna a rispettare la natura, a saper convivere con le difficoltà e a non arrenderci mai. E oggi, a 95 anni dalla sua fondazione, il nostro Gruppo è ancora un punto di riferimento, un luogo dove l'amicizia e la condivisione sono alla base di ogni attività, ogni incontro, ogni iniziativa".
"Oggi - ha aggiunto ancora - il nostro Gruppo continua ad essere una grande famiglia, che accoglie con apertura e solidarietà chiunque voglia farne parte, che sostiene e aiuta le persone in difficoltà, che è presente nel nostro territorio con le sue iniziative, con le sue attività sociali e culturali. E sono proprio queste azioni che, giorno dopo giorno, rafforzano il nostro legame e ci permettono di guardare al futuro con speranza. In questo anniversario, dobbiamo anche guardare avanti, consapevoli che il nostro Gruppo deve continuare a evolversi, ad adattarsi ai tempi che cambiano, ma senza mai perdere di vista la nostra identità, la nostra storia e i nostri valori. E se vogliamo continuare la nostra opera meritoria dobbiamo credere di più nei giovani che sono la soluzione di continuità. Che questo traguardo ci rinvigorisca e ci guidi nel futuro. W I'ltalia, W gli Alpini!".
Ad ascoltarlo, oltre a tanti "semplici cittadini" anche una delegazione di partecipanti al campo scuola (ospitato a giugno a Erve). Ed a tale esperienza, ripetuta ben 33 volte questa estate all'interno della grande sezione di Bergamo, si è rifatto anche il vicepresidente Stefano Casetto: "se il futuro sono i ragazzi, siamo sulla strada giusta" ha infatti sostenuto, sottolineando ancora una volta, affiancato dall'alpina in armi Simona Mazzoleni (iscritta al gruppo di Carenno) come "nessuno vuole insegnare a fare la guerra, siamo per la pace", chiudendo così le polemiche sollevate attorno a questa attività, sempre apprezzata tanto dai giovani iscritti quanto dai loro genitori.

"Ragazzi, venite a trovarci nelle nostre sedi, fatevi avanti è il vostro tempo" il messaggio finale, non prima di aver sottolineato come Calolzio con Prati sia "colonna" fra i gruppi della Val San Martino e di aver altresì ricordato due appuntamenti e una iniziativa sezionale. L'11 ottobre verrà piantumata a Monte Marenzo la talea dell'albero Falcone in ricordo di Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica, vittima della mafia.

L'anno prossimo poi si onorerà il 50° del terremoto del Friuli: a tal proposito si sta organizzando un pullman per tornare a Gemona, luogo caro anche alle penne nere calolziesi, coprotagonisti della ricostruzione. E gli alpini del gruppo Pippo Milesi, sono stati altresì invitati a partecipare alla rigenerazione della Casa Alpina di Endine, acquistata dalla Sezione di Bergamo mezzo secolo fa e ora necessitante di un rinnovamento.

Del resto, come ricordato dal Sindaco Marco Ghezzi, presente alla cerimonia con i colleghi di Vercurago, Carenno, Erve e Monte Marenzo, "lo spirito alpino, fatto di sacrificio e di voglia di puntare al bene comune, ha offerto sempre una splendida dimostrazione di generosità e abnegazione: nasce da qui - ha sottolineato il borgomastro - la stima e l'apprezzamento di tutta la Comunità, dietro cui si cela il profondissimo legame con il territorio".

Senso di appartenenza e contagiosa voglia di fare, sono infine state evidenziate anche dal maresciallo capo Giuseppe Cito, in rappresentanza della locale Stazione Carabinieri, ad ulteriore riprova della stima nutrita verso il Corpo e in particolare verso un gruppo di poche parole ma tanto operoso come quello di Calolzio, oggi giustamente in festa per l'importante traguardo raggiunto.

Grande festa, dunque, nel capoluogo della Val San Martino, per il 95° di fondazione del Gruppo Pippo Milesi. Riuniti già di buon ora a Foppenico, i partecipanti hanno sfilato fino alla chiesa arcipresbiterale, dove alle 11.30 don Antonio Vitali ha presieduto la santa messa.

Il capogruppo Daniele Prati e il sindaco Marco Ghezzi
Prima di prendere posto tra le panche però, sul piazzale esterno, spazio ai discorsi celebrativi, aperti e chiusi dagli "interventi musicali" dalle bande Donizetti e Verdi nonché del Coro ANA dell'Adda. Introdotto dal cerimoniere Stefano Biffi, ad aprire le allocuzioni è stato il capogruppo Claudio Prati, uomo del fare.

Al microfono, dinnanzi ad un "schieramento" nutrito con gli alpini di Calolzio fianco a fianco con i commilitoni dei diversi gruppi del territorio - rappresentanti anche da svariati alfieri con i gagliardetti oltre che dai vessilli sezionali di Bergamo e Lecco - ha onorato il passato, citando fin da subito tutti coloro che hanno posato lo zaino e riposano ora nel paradiso di Cantore, per gettare poi lo sguardo verso il futuro.

"Oggi - ha letto, non senza emozione - ci ritroviamo insieme per celebrare un momento davvero speciale: il 95° anniversario della fondazione del nostro amato Gruppo intitolato alla memoria di quel grande Alpino che è stato Pippo Milesi, un Vecio che ha saputo inculcare in tutti noi la parola "Solidarietà" con il motto "Donare vuol dire Amare". Il Gruppo "PippoMilesi" non è solo un nome, non è solo una sigla: è un simbolo di coraggio, di sacrificio, di solidarietà e di amore per la nostra terra e per la nostra gente. Da 95 anni, i nostri alpini sono protagonisti non solo in patria, ma anche oltre i confini, portando con sé il testimone di una storia fatta di battaglie, di resistenza ma, soprattutto, di valori che non vogliono essere dimenticati. Oggi, guardiamo indietro a quegli anni lontani, quando il nostro Gruppo è stato fondato. Erano anni di forti cambiamenti, di sfide difficili, ma anche di speranza e di una straordinaria determinazione. Come ogni Alpino, i nostri padri e i nostri nonni hanno affrontato con tenacia le difficoltà, non solo sui campi di battaglia, ma anche nel quotidiano, nella vita di tutti giorni. Il nostro Gruppo ha sempre incarnato quel legame profondo tra la montagna e la gente che la vive. Una montagna che ci insegna ad essere forti, ma anche umili, che ci insegna a rispettare la natura, a saper convivere con le difficoltà e a non arrenderci mai. E oggi, a 95 anni dalla sua fondazione, il nostro Gruppo è ancora un punto di riferimento, un luogo dove l'amicizia e la condivisione sono alla base di ogni attività, ogni incontro, ogni iniziativa".
Ad ascoltarlo, oltre a tanti "semplici cittadini" anche una delegazione di partecipanti al campo scuola (ospitato a giugno a Erve). Ed a tale esperienza, ripetuta ben 33 volte questa estate all'interno della grande sezione di Bergamo, si è rifatto anche il vicepresidente Stefano Casetto: "se il futuro sono i ragazzi, siamo sulla strada giusta" ha infatti sostenuto, sottolineando ancora una volta, affiancato dall'alpina in armi Simona Mazzoleni (iscritta al gruppo di Carenno) come "nessuno vuole insegnare a fare la guerra, siamo per la pace", chiudendo così le polemiche sollevate attorno a questa attività, sempre apprezzata tanto dai giovani iscritti quanto dai loro genitori.

Stefano Casetto, vicepresidente della Sezione ANA di Bergamo
"Ragazzi, venite a trovarci nelle nostre sedi, fatevi avanti è il vostro tempo" il messaggio finale, non prima di aver sottolineato come Calolzio con Prati sia "colonna" fra i gruppi della Val San Martino e di aver altresì ricordato due appuntamenti e una iniziativa sezionale. L'11 ottobre verrà piantumata a Monte Marenzo la talea dell'albero Falcone in ricordo di Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica, vittima della mafia.

L'anno prossimo poi si onorerà il 50° del terremoto del Friuli: a tal proposito si sta organizzando un pullman per tornare a Gemona, luogo caro anche alle penne nere calolziesi, coprotagonisti della ricostruzione. E gli alpini del gruppo Pippo Milesi, sono stati altresì invitati a partecipare alla rigenerazione della Casa Alpina di Endine, acquistata dalla Sezione di Bergamo mezzo secolo fa e ora necessitante di un rinnovamento.

Del resto, come ricordato dal Sindaco Marco Ghezzi, presente alla cerimonia con i colleghi di Vercurago, Carenno, Erve e Monte Marenzo, "lo spirito alpino, fatto di sacrificio e di voglia di puntare al bene comune, ha offerto sempre una splendida dimostrazione di generosità e abnegazione: nasce da qui - ha sottolineato il borgomastro - la stima e l'apprezzamento di tutta la Comunità, dietro cui si cela il profondissimo legame con il territorio".

Senso di appartenenza e contagiosa voglia di fare, sono infine state evidenziate anche dal maresciallo capo Giuseppe Cito, in rappresentanza della locale Stazione Carabinieri, ad ulteriore riprova della stima nutrita verso il Corpo e in particolare verso un gruppo di poche parole ma tanto operoso come quello di Calolzio, oggi giustamente in festa per l'importante traguardo raggiunto.
A.M.