Valmadrera: rinnovata la tradizione del 'Ringraziamento' con gli agricoltori
La pioggia non ha fermato, domenica 16 novembre, la celebrazione della tradizionale Festa del Ringraziamento a Valmadrera, che ha visto partecipare gli agricoltori del territorio, con gli amministratori comunali e il parroco.
Il raduno è iniziato alle 9.30 presso il Centro culturale Fatebenefratelli con la benedizione dei mezzi. Presenti alla manifestazione il sindaco Cesare Colombo, il presidente della Comunità Montana Antonio Rusconi, gli assessori Rita Bosisio e Marcello Butti, nonché don Isidoro Crepaldi e numerosi agricoltori coordinati da Massimo Cariboni.

Quest'ultimo ha voluto sottolineare il senso profondo di questa festa: un richiamo alla gratitudine, che nasce dal contatto diretto che i lavoratori della terra hanno quotidianamente con la natura, capolavoro della grandezza e della bontà di Dio. Non è mancato il ricordo di Riccardo Villa, a cui l'iniziativa stava particolarmente a cuore, e l'invito a portare questo spirito oltre questa giornata, perché possa diventare un vero e proprio stile di vita.

Don Isidoro Crepaldi ha voluto ringraziare tutti gli agricoltori sottolineando il loro ruolo di custodi del creato, importante più che mai in questo momento storico. Dopo la benedizione, il corteo dei mezzi agricoli si è portato verso il monumento dei Caduti, per ricordare tutti i defunti, soprattutto i giovani che hanno dovuto lasciare le proprie famiglie per andare in guerra.

Il sindaco Cesare Colombo ha poi tenuto un breve discorso in cui ha sottolineato il valore del lavoro agricolo e l’importanza di rispettare i tempi della natura, come richiamato anche dalla CEI nell’anno giubilare. Ha poi ringraziato gli agricoltori di Valmadrera per la cura del territorio e ha rivolto un appello a custodire la terra e trasmettere alle nuove generazioni una speranza concreta (QUI il suo intervento completo).

Ha concluso la cerimonia Antonio Rusconi, che ha sottolineato l'importanza del territorio di Valmadrera nel contesto di tutta la Comunità Montana rimarcando il valore del ringraziamento e della riconoscenza, che accompagnava i nostri nonni anche quando le cose non andavano bene e che, come già detto da Cariboni, deve tornare ad essere il nostro stile di vita.
Il raduno è iniziato alle 9.30 presso il Centro culturale Fatebenefratelli con la benedizione dei mezzi. Presenti alla manifestazione il sindaco Cesare Colombo, il presidente della Comunità Montana Antonio Rusconi, gli assessori Rita Bosisio e Marcello Butti, nonché don Isidoro Crepaldi e numerosi agricoltori coordinati da Massimo Cariboni.

Quest'ultimo ha voluto sottolineare il senso profondo di questa festa: un richiamo alla gratitudine, che nasce dal contatto diretto che i lavoratori della terra hanno quotidianamente con la natura, capolavoro della grandezza e della bontà di Dio. Non è mancato il ricordo di Riccardo Villa, a cui l'iniziativa stava particolarmente a cuore, e l'invito a portare questo spirito oltre questa giornata, perché possa diventare un vero e proprio stile di vita.

Don Isidoro Crepaldi ha voluto ringraziare tutti gli agricoltori sottolineando il loro ruolo di custodi del creato, importante più che mai in questo momento storico. Dopo la benedizione, il corteo dei mezzi agricoli si è portato verso il monumento dei Caduti, per ricordare tutti i defunti, soprattutto i giovani che hanno dovuto lasciare le proprie famiglie per andare in guerra.

Il sindaco Cesare Colombo ha poi tenuto un breve discorso in cui ha sottolineato il valore del lavoro agricolo e l’importanza di rispettare i tempi della natura, come richiamato anche dalla CEI nell’anno giubilare. Ha poi ringraziato gli agricoltori di Valmadrera per la cura del territorio e ha rivolto un appello a custodire la terra e trasmettere alle nuove generazioni una speranza concreta (QUI il suo intervento completo).

Ha concluso la cerimonia Antonio Rusconi, che ha sottolineato l'importanza del territorio di Valmadrera nel contesto di tutta la Comunità Montana rimarcando il valore del ringraziamento e della riconoscenza, che accompagnava i nostri nonni anche quando le cose non andavano bene e che, come già detto da Cariboni, deve tornare ad essere il nostro stile di vita.














