Le dichiarazioni di Aliberti fanno tornare antichi spettri: il Comune non ha scuse

Riqualificazione del Rigamonti Ceppi e Sicurezza al Bione. Era il 2006 e sono stati i miei primi atti presentati in una commissione al mio esordio in aula.
Dopo un decimo posto l’anno precedente, la Calcio Lecco si apprestava ad affrontare una eroica stagione che ci avrebbe portato in C1 dopo la doppia finale con il PergoCrema, nel classico contesto di tripudio di pubblico ma in un contesto davvero inadeguato, sui leggendari gradoni di granito che avevano sostenuto e sostituito i tubi innocenti di epoca romantica. La gloriosa galoppata finale avrebbe poi convinto il Comune a sostenere un progetto di importante riqualificazione degli spalti, creando un contesto non molto diverso da quello che si è visto fino alla B.
Calcisticamente sono stati 19 anni di psicodrammi e gioie infinite, dalla C1 alla D, da playout vinti e persi, fallimenti, ripescaggi insperati e quelli immeritati, fino alla più incredibile, esaltante, romantica prestazione mai vista dalle nostre generazioni, che è stata la conquista della B il 18 giugno 2023.
Politicamente, invece, la questione Stadio, così come i rapporti istituzionali con la Calcio Lecco, sono sotto gli occhi di tutti, tanto più per le occasioni perse, le scelte sbagliate, gli investimenti mancati. Partendo da una premessa necessaria e che deve essere chiara a tutti: non si fa politica sulla Calcio Lecco e non si può pretendere dalla politica cose che non le spettano. Detto questo, la politica locale, nello specifico il Comune di Lecco, ha una parte rilevante nella storia che tocca da 113 anni la nostra città, tanto più che il cuore di questa storia si svolge in una struttura di proprietà del Comune, che non è la casa dei politici ma è quella dei suoi cittadini.
Ed i suoi cittadini da sempre dimostrano quanto quel luogo e quella realtà siano importanti per l’identità di questa città. Eppure sembrava che l’anno della B avesse smosso, se non i cuori, per lo meno le ragioni di un sostegno reale alle infrastrutture cittadine coinvolte (Stadio e Bione).
Ora le dichiarazioni del Presidente Aliberti fanno tornare gli spettri del passato sul prossimo futuro, ma soprattutto rinfacciano le oggettive responsabilità a chi ne ha. Non c’è più la giustificazione, cui ho potuto assistere più volte, dei difficilissimi rapporti con la proprietà Di Nunno, tanto più oggi che il dialogo è cercato, richiesto, quasi implorato dalla gestione attuale.
Anni di avanzi di bilanci – e parliamo di centinaia di migliaia di euro – anni di PNRR a pioggia, in cui milioni di euro sono piovuti su Lecco come mai prima e, soprattutto, senza una seconda occasione per chi avrà il compito di guidare Lecco nel 2026. Vedremo inaugurazioni in sequenza in campagna elettorale, dalla Piccola al Teatro, fino al lungolago, che sicuramente sarà inaugurato in pompa magna per una riqualificazione minima. Non vedremo alcun nastro tra Stadio e Bione.
Abbiamo dovuto implorare anni per ottenere una banale passerella per i disabili al Rigamonti Ceppi, ma ad oggi manca ancora tutto quello che serve ad una piena vivibilità, dalla qualità dei bagni allo “scandalo” Centralina. Se pensiamo che annualmente la comunicazione del Sindaco ci costa 50.000 €, o il fallimentare Palio dei Rioni 23.000 €, o i 30.000 € di consulenze per il caos creato dal rapporto con Linee Lecco, senza ricordare che l’avanzo del Comune (con i vincoli che ha) ammonta comunque a 9 milioni di euro.
Il tema è semplice quanto desolante: lo Stadio non è una priorità, o meglio, non è nemmeno una categoria dello spirito. Semplicemente non esiste, nel migliore dei casi, o è addirittura un fastidio per molti in aula (viabilità e parcheggi, sicurezza, posizione centrale). E politicamente parlando è l’ennesima prova di quanto spesso la politica sia lontana dal sentimento della sua gente, che si appassiona, ama, desidera e combatte per qualcosa che i suoi rappresentanti non vedono.
Il risultato di questo atteggiamento deleterio è il rischio di una ennesima fuga di una proprietà da Lecco, o l’ipotesi inaccettabile di un Lecco fuori da Lecco. Dovremmo anche ricordare all’amministrazione, che si vanta di coprire la città di bike lane molto green, che stiamo peraltro parlando in primis della richiesta di sostituire una centrale elettrica a gasolio vecchia di 30 anni, che oggi inquina quasi come una azienda metalmeccanica. Possibile che nemmeno questo sposti l’anima della Giunta?
Filippo Boscagli, candidato sindaco di Fratelli d'Italia
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