Olginate: un saluto carico di riconoscenza e di affetto per don Andrea
Si è emozionato e ha fatto emozionare. Come un amico che, trasferendosi in una nuova città, lascia dietro di sè i ricordi di innumerevoli momenti di vita condivisa, uniti alla promessa di mantenere sempre forte un legame che, per come è nato e si è consolidato, non potrà mai dissolversi.

Perché effettivamente è stato davvero un importante punto di riferimento e soprattutto un grande amico don Andrea Mellera, per la comunità in cui ha prestato il suo servizio per oltre dieci anni, quella "allargata" di Olginate, Garlate e Pescate - ormai un'unica realtà - ma anche di Villa San Carlo e Valgreghentino, ovvero la cosiddetta Area Omogenea che riunisce cinque diversi oratori.

Un ampio bacino territoriale, dove il sacerdote - a cui era stata affidata la Pastorale giovanile, e dunque tutte le attività che coinvolgono bambini e ragazzi, comprese quelle puramente aggregative, dai campeggi estivi ai pellegrinaggi - ha saputo davvero lasciare un segno profondo, costruendo sinceri legami improntati su affetto, collaborazione e stima reciproca.

47 anni compiuti proprio oggi, 14 settembre, originario di Belledo e ordinato sacerdote nel 2003, impegnato da tempo anche quale assistente spirituale del CSI provinciale di Lecco (incarico che per il momento manterrà), don Andrea è stato trasferito di recente nella Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo di Alzate Brianza, nel Decanato di Erba, dove si è già insediato da un paio di settimane.

Questa mattina, dunque, il momento del difficile "distacco" da quella che è stata la sua casa per quasi dodici anni. Ed era davvero gremita la Chiesa Parrocchiale di Olginate per la Messa delle ore 11, dove in tantissimi si sono riuniti per salutare e ringraziare nella preghiera il sacerdote, accolto fin da subito con un dono speciale, una casula ricamata a mano che ha voluto già indossare per la celebrazione odierna.
"Rifletto sempre sul fatto che in concomitanza con il mio compleanno cade la Festa della Croce: io penso di esserlo un po', una croce, quindi innanzitutto chiedo scusa a chi in questi anni non si è sentito accolto e valorizzato da parte mia" ha esordito don Andrea durante la sua omelia, scritta e poi letta per non farsi travolgere dall'emozione. "Sono fortunato nel vivere la mia fede sotto lo sguardo di Gesù, che proprio dalla croce ci ricorda il suo amore. In questi giorni ho iniziato il mio cammino nella nuova comunità, nel Santuario della Madonna di Rogoredo dove c'è un'immagine di Maria che allatta il piccolo Gesù: mi ci sono già affezionato, perché mi ricorda che Dio si è fatto piccolo, servo".

Don Andrea ha poi citato due passi evangelici - "Li amò fino alla fine" e "Dio ama chi dona con gioia" - che ha definito, rispettivamente, "un riferimento imprescindibile" del suo essere prete e una guida del suo impegno quotidiano, annunciando poi la consegna di un piccolo segno per i "suoi" ragazzi: una boccetta di profumo di nardo, l'essenza che ha riempito la casa di Betania ed è stata poi versata sui piedi di Gesù.

"È un simbolo di un donarsi in maniera definitiva, dell'amore che vince la puzza del peccato e dell'egoismo" ha spiegato il sacerdote. "Da parte mia vuole essere un omaggio per ricordarci di riempire di profumo le nostre case e le nostre relazioni, che ci può tenere uniti anche a distanza. Ringrazio il Signore per i tanti doni e per le persone che ho incontrato qui: siete tutti davvero speciali e rimarrete nel mio cuore, in maniera profonda. Un pensiero particolare, poi, va a don Matteo, che è diventato anche un amico: sono certo che con lui continuerete a vivere grandi esperienze. E infine un ringraziamento davvero sentito ai giovani dell'Area Omogenea: sarete sempre i "miei" ragazzi, anche se in realtà siete del Signore".

Parole, queste ultime, che hanno suscitato profonda commozione tra i tanti giovani presenti, ma anche tra le loro famiglie e tutti gli altri fedeli. La funzione - concelebrata dal Prevosto don Matteo Gignoli, da Padre Pierfrancesco Corti e da don Gianni Dell'Oro, che prenderà il posto di don Andrea e sarà accolto ufficialmente il prossimo 28 settembre con una Messa a Pescate - è poi proseguita con i consueti momenti di preghiera, animata dal coro parrocchiale.

Al termine, al "festeggiato" sono stati consegnati ulteriori doni da parte della sua comunità: tra gli altri, un nuovo smartphone, un libro realizzato con i disegni dei più piccoli e una scatola di "pensierini" e ricordi scritti su carta.

A seguire, ulteriori emozionanti ringraziamenti, a partire da quello del Consiglio Pastorale che ha definito don Andrea "una guida attenta nel suo instancabile impegno caratterizzato da garbo, vicinanza, saggezza e capacità di accompagnare tutti, nelle gioie come nelle fatiche". Spazio poi ai sindaci dei quattro paesi dell'Area Omogenea, in fascia tricolore in rappresentanza di tutta la comunità civile.

"Don Andrea ha vissuto la dimensione più umana dei nostri ragazzi, è stato un vero tessitore di quei fili invisibili ma tenaci che ci tengono ancorati alle nostre radici. Ha gettato semi anche nei terreni più duri e ha dimostrato ascolto e vicinanza nelle sofferenze, garantendo un appiglio saldo per consentire a tutti di rimanere parte della comunità" ha esordito il garlatese Giuseppe Conti. "Inoltre ha fatto della vita di tutti i giorni un terreno di incontro, con la sua grande capacità di mettersi in gioco sempre con il sorriso. E infatti lo ricordo travestito come si deve a ogni Carnevale..." la chiosa divertita, che ha strappato risate a tutta l'assemblea, unita a un pensiero di riconoscenza "per aver camminato insieme".

"Nei nostri paesi amiamo molto i nostri sacerdoti, anche se magari non andiamo in Chiesa, perché ci tramandano quei valori che oggigiorno riusciamo sempre meno a trasmettere" ha aggiunto il primo cittadino di Pescate Dante De Capitani, rivolgendosi poi direttamente a don Andrea: "Sono sicuro che anche ad Alzate troverai un'altra comunità festosa, che ti accoglierà bene come questa. Per noi sei stato più di un prete, sei stato un pastore che ha aperto davvero il cuore a questi ragazzi che si sono avvicinati al mondo religioso grazie alla tua umiltà, alla tua passione, al tuo essere un po' come loro".

"Più volte mi è stato detto che la riconoscenza è un fiore raro, un fiore che però don Andrea ha evidentemente saputo coltivare bene, come dimostra la presenza questa mattina di tantissimi ragazzi e, soprattutto, l'emozione sui loro volti", gli ha fatto eco Matteo Colombo di Valgreghentino, descrivendo il sacerdote come "una persona che ha saputo dare il buon esempio, con il sorriso e la gioia", e smentendo la sua affermazione iniziale sul fatto di sentirsi una croce: "Non credo proprio che lo sei stato, ma se proprio vogliamo pensarla così ti dico che si incrociano le dita per "chiamare" la fortuna. Ecco, tu sei stato la fortuna di tutti noi in questi anni".

A chiudere il giro, il sindaco "di casa" Marco Passoni, che a sua volta non ha saputo trattenere l'emozione: "Non sono anni facili per la Chiesa e la politica, ma i sentimenti che proviamo oggi significano che tu, don Andrea, hai lasciato qualcosa di importante. Spero che siano gli stessi semi che qualcun altro prima di te ha gettato dentro di me, e che nel prossimo futuro possano spingere questi ragazzi a mettersi a disposizione degli altri un po' come ho fatto io, nel bene e nel male".

Terminata la funzione con le foto ricordo di rito, la festa in onore del sacerdote è proseguita in piazzetta con un ricco rinfresco in compagnia, a cui hanno partecipato oltre trecento persone. In programma nel pomeriggio, poi, un ulteriore momento di saluto e ringraziamento presso il teatro Jolly.

Don Andrea al centro fra sacerdoti e chierichetti
Perché effettivamente è stato davvero un importante punto di riferimento e soprattutto un grande amico don Andrea Mellera, per la comunità in cui ha prestato il suo servizio per oltre dieci anni, quella "allargata" di Olginate, Garlate e Pescate - ormai un'unica realtà - ma anche di Villa San Carlo e Valgreghentino, ovvero la cosiddetta Area Omogenea che riunisce cinque diversi oratori.

Un ampio bacino territoriale, dove il sacerdote - a cui era stata affidata la Pastorale giovanile, e dunque tutte le attività che coinvolgono bambini e ragazzi, comprese quelle puramente aggregative, dai campeggi estivi ai pellegrinaggi - ha saputo davvero lasciare un segno profondo, costruendo sinceri legami improntati su affetto, collaborazione e stima reciproca.

Da sinistra i sindaci Giuseppe Conti, Marco Passoni, Dante De Capitani e Matteo Colombo. Alle loro spalle i genitori di don Andrea
47 anni compiuti proprio oggi, 14 settembre, originario di Belledo e ordinato sacerdote nel 2003, impegnato da tempo anche quale assistente spirituale del CSI provinciale di Lecco (incarico che per il momento manterrà), don Andrea è stato trasferito di recente nella Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo di Alzate Brianza, nel Decanato di Erba, dove si è già insediato da un paio di settimane.

Questa mattina, dunque, il momento del difficile "distacco" da quella che è stata la sua casa per quasi dodici anni. Ed era davvero gremita la Chiesa Parrocchiale di Olginate per la Messa delle ore 11, dove in tantissimi si sono riuniti per salutare e ringraziare nella preghiera il sacerdote, accolto fin da subito con un dono speciale, una casula ricamata a mano che ha voluto già indossare per la celebrazione odierna.
"Rifletto sempre sul fatto che in concomitanza con il mio compleanno cade la Festa della Croce: io penso di esserlo un po', una croce, quindi innanzitutto chiedo scusa a chi in questi anni non si è sentito accolto e valorizzato da parte mia" ha esordito don Andrea durante la sua omelia, scritta e poi letta per non farsi travolgere dall'emozione. "Sono fortunato nel vivere la mia fede sotto lo sguardo di Gesù, che proprio dalla croce ci ricorda il suo amore. In questi giorni ho iniziato il mio cammino nella nuova comunità, nel Santuario della Madonna di Rogoredo dove c'è un'immagine di Maria che allatta il piccolo Gesù: mi ci sono già affezionato, perché mi ricorda che Dio si è fatto piccolo, servo".

Da sinistra don Gianni Dell'Oro e don Matteo Gignoli
Don Andrea ha poi citato due passi evangelici - "Li amò fino alla fine" e "Dio ama chi dona con gioia" - che ha definito, rispettivamente, "un riferimento imprescindibile" del suo essere prete e una guida del suo impegno quotidiano, annunciando poi la consegna di un piccolo segno per i "suoi" ragazzi: una boccetta di profumo di nardo, l'essenza che ha riempito la casa di Betania ed è stata poi versata sui piedi di Gesù.

"È un simbolo di un donarsi in maniera definitiva, dell'amore che vince la puzza del peccato e dell'egoismo" ha spiegato il sacerdote. "Da parte mia vuole essere un omaggio per ricordarci di riempire di profumo le nostre case e le nostre relazioni, che ci può tenere uniti anche a distanza. Ringrazio il Signore per i tanti doni e per le persone che ho incontrato qui: siete tutti davvero speciali e rimarrete nel mio cuore, in maniera profonda. Un pensiero particolare, poi, va a don Matteo, che è diventato anche un amico: sono certo che con lui continuerete a vivere grandi esperienze. E infine un ringraziamento davvero sentito ai giovani dell'Area Omogenea: sarete sempre i "miei" ragazzi, anche se in realtà siete del Signore".

Parole, queste ultime, che hanno suscitato profonda commozione tra i tanti giovani presenti, ma anche tra le loro famiglie e tutti gli altri fedeli. La funzione - concelebrata dal Prevosto don Matteo Gignoli, da Padre Pierfrancesco Corti e da don Gianni Dell'Oro, che prenderà il posto di don Andrea e sarà accolto ufficialmente il prossimo 28 settembre con una Messa a Pescate - è poi proseguita con i consueti momenti di preghiera, animata dal coro parrocchiale.

Al termine, al "festeggiato" sono stati consegnati ulteriori doni da parte della sua comunità: tra gli altri, un nuovo smartphone, un libro realizzato con i disegni dei più piccoli e una scatola di "pensierini" e ricordi scritti su carta.

A seguire, ulteriori emozionanti ringraziamenti, a partire da quello del Consiglio Pastorale che ha definito don Andrea "una guida attenta nel suo instancabile impegno caratterizzato da garbo, vicinanza, saggezza e capacità di accompagnare tutti, nelle gioie come nelle fatiche". Spazio poi ai sindaci dei quattro paesi dell'Area Omogenea, in fascia tricolore in rappresentanza di tutta la comunità civile.

"Don Andrea ha vissuto la dimensione più umana dei nostri ragazzi, è stato un vero tessitore di quei fili invisibili ma tenaci che ci tengono ancorati alle nostre radici. Ha gettato semi anche nei terreni più duri e ha dimostrato ascolto e vicinanza nelle sofferenze, garantendo un appiglio saldo per consentire a tutti di rimanere parte della comunità" ha esordito il garlatese Giuseppe Conti. "Inoltre ha fatto della vita di tutti i giorni un terreno di incontro, con la sua grande capacità di mettersi in gioco sempre con il sorriso. E infatti lo ricordo travestito come si deve a ogni Carnevale..." la chiosa divertita, che ha strappato risate a tutta l'assemblea, unita a un pensiero di riconoscenza "per aver camminato insieme".

"Nei nostri paesi amiamo molto i nostri sacerdoti, anche se magari non andiamo in Chiesa, perché ci tramandano quei valori che oggigiorno riusciamo sempre meno a trasmettere" ha aggiunto il primo cittadino di Pescate Dante De Capitani, rivolgendosi poi direttamente a don Andrea: "Sono sicuro che anche ad Alzate troverai un'altra comunità festosa, che ti accoglierà bene come questa. Per noi sei stato più di un prete, sei stato un pastore che ha aperto davvero il cuore a questi ragazzi che si sono avvicinati al mondo religioso grazie alla tua umiltà, alla tua passione, al tuo essere un po' come loro".

"Più volte mi è stato detto che la riconoscenza è un fiore raro, un fiore che però don Andrea ha evidentemente saputo coltivare bene, come dimostra la presenza questa mattina di tantissimi ragazzi e, soprattutto, l'emozione sui loro volti", gli ha fatto eco Matteo Colombo di Valgreghentino, descrivendo il sacerdote come "una persona che ha saputo dare il buon esempio, con il sorriso e la gioia", e smentendo la sua affermazione iniziale sul fatto di sentirsi una croce: "Non credo proprio che lo sei stato, ma se proprio vogliamo pensarla così ti dico che si incrociano le dita per "chiamare" la fortuna. Ecco, tu sei stato la fortuna di tutti noi in questi anni".

A chiudere il giro, il sindaco "di casa" Marco Passoni, che a sua volta non ha saputo trattenere l'emozione: "Non sono anni facili per la Chiesa e la politica, ma i sentimenti che proviamo oggi significano che tu, don Andrea, hai lasciato qualcosa di importante. Spero che siano gli stessi semi che qualcun altro prima di te ha gettato dentro di me, e che nel prossimo futuro possano spingere questi ragazzi a mettersi a disposizione degli altri un po' come ho fatto io, nel bene e nel male".

Terminata la funzione con le foto ricordo di rito, la festa in onore del sacerdote è proseguita in piazzetta con un ricco rinfresco in compagnia, a cui hanno partecipato oltre trecento persone. In programma nel pomeriggio, poi, un ulteriore momento di saluto e ringraziamento presso il teatro Jolly.
B.P.