Mandello: Elena, da OSS a manutentrice caldaie. Quel lavoro “non per donne” che le ha cambiato la vita

A volte, cambiare vita arriva per caso. Una porta si apre quando non te lo aspetti. E basta uno scambio di battute per dare il via a una rivoluzione personale. È quello che è successo a Elena, quarant’anni, un passato da operatrice socio-sanitaria in sala operatoria e un presente tutto nuovo: quello da tecnico manutentore in Valpolini Service, centro autorizzato Vaillant Service Plus per Lecco, provincia di Como e aree limitrofe.
Sì, una donna con gli attrezzi in mano, le mani sporche di lavoro e la voglia di imparare tutto da zero.
“Ero stanca, svuotata, frustrata. A quarant’anni ti senti già fuori tempo massimo, troppo vecchia per il mercato del lavoro, troppo qualificata per ripartire da zero e troppo spaventata per farlo davvero”. E invece. Si presenta in casa un tecnico Valpolini Service per l’ordinaria manutenzione della caldaia. Il compagno di Elena chiacchera e, quasi per scherzo, chiede se in azienda assumono anche ragazze per quel ruolo. La risposta, inaspettatamente, non è stata negativa.
Elena_Valpolini_Service.jpeg (72 KB)Così Elena scrive all’azienda. Senza esperienza. Ma con un bisogno grande di cambiare. “Mi sono detta: perché precludermi questa possibilità? Anche se non ho mai fatto questo lavoro, posso imparare”.
Dall’altra parte, a leggere quella candidatura, c’è Riccardo Valpolini, titolare dell’azienda specializzata in manutenzione di caldaie, condizionatori e assistenza tecnica. Un imprenditore abituato a formare nuove leve, ma che da tempo coltivava il desiderio di inserire anche donne nella sua squadra tecnica. “Non era mai accaduto prima, ma ci credevo davvero. Quando ho conosciuto Elena ho visto qualcosa che andava oltre l’esperienza: ho visto la determinazione di chi è pronto a mettersi in gioco”.
Nessun discorso motivazionale, nessuna promessa: solo concretezza e un ambiente di lavoro che, seppur tecnico, riesce a parlare anche alle persone.
valpoliniaggiunta.jpg (80 KB)Così è iniziato il percorso. Colloquio, tirocinio, prime uscite sul campo. Elena è entrata in un mondo che ancora oggi si fatica a immaginare declinato al femminile: quello dei tecnici manutentori. E lo ha fatto rompendo schemi, superando stereotipi e, soprattutto, credendoci. Anche quando sembrava che non ci fosse nulla di pronto ad accoglierla.
“Mi ha colpito – racconta Elena – quando al colloquio Riccardo ha parlato dell’azienda ringraziando i suoi dipendenti. Mi ha detto che l’esperienza si fa sul campo. Ho sentito che c’era fiducia. E mi sono fidata”. A pelle.
Valpolini_Service.jpeg (132 KB)Affiancata dai colleghi più esperti, Elena ha iniziato a prendere confidenza con cacciaviti, nomi da manuale, problemi tecnici, pesi da portare, componenti da memorizzare. “Cose che, da fuori, sembrano solo maschili. Invece basta volontà e pazienza”.
Non è stato facile. Né lo è ora. Elena è l’unica donna in squadra. Entra nelle case di clienti dove la prima reazione è l’incredulità. Qualcuno chiede se è davvero lei il tecnico. Altri la guardano con diffidenza. Ma ci sono anche momenti di riscatto silenzioso, supportata dai colleghi uomini.
Un enorme supporto – come è lei stessa a definirlo. “Prima di iniziare avevo paura di essere vista come un’intrusa. Invece mi aiutano, mi spiegano, mi fanno sentire parte della squadra. Mi dicono: se un giorno sarai da sola e avrai bisogno, noi ci siamo. È bello sapere che puoi contare su qualcuno”.
Una vita nuova, con le mani che si sporcano, gli attrezzi da imparare a usare, il furgoncino da guidare (presto in autonomia). “Un lavoro pratico, certo. Ma fisicamente meno pesante rispetto a prima. Basta volontà, impegno e testa. E noi donne non abbiamo nulla di meno”.
La storia di Elena non è solo la storia di una donna che fa un lavoro considerato da uomo. È una storia di carattere. Di libertà. Di possibilità.
“Io sono cresciuta in mezzo ai maschi – racconta ridendo – forse è anche per questo che non ho paura del confronto. Ma non è una questione di carattere. È una questione di scelta. Di non arrendersi al ruolo che altri hanno scritto per te”.
Il suo è un messaggio chiaro: “Non è un lavoro per tutte. Ma tutte dovremmo sentirci libere di provarci. E di scoprire che possiamo riuscirci. Ce la possiamo fare. Dobbiamo crederci. Il cambiamento fa paura. Un lavoro considerato per soli uomini spaventa. Ma proprio qui ho incontrato colleghi di tutte le generazioni e con storie ed esperienze lavorative completamente diverse” .
Valpolini_libretto.jpg (85 KB)E proprio per questo Riccardo Valpolini ci tiene a sottolinearlo: “Le competenze tecniche si imparano. Ma lo spirito giusto no. Elena è un esempio. È la dimostrazione che non c’è un lavoro da uomo o da donna. Ma solo persone che hanno voglia di mettersi in gioco”.
La sua è anche una storia di consapevolezza. “Siamo spesso noi donne le prime a metterci i paletti. A credere che certi lavori non siano per noi. Invece non è così. Il cambiamento fa paura, ma fa più paura restare dove non stai bene”.
Presto Elena sarà autonoma. Guiderà il furgoncino Valpolini Service, entrerà nelle case dei clienti da sola. Oggi è ancora all’inizio del suo percorso, ma una cosa è certa: ha già rotto il più grande schema di tutti. Quello che dice che certe strade non sono percorribili da una donna. Che certe scelte non si fanno dopo i quarant’anni.
Elena, invece, le sta percorrendo queste strade. Tutte. Perché il vero cambiamento non si vede da fuori. Ma si sente dentro.
E ci vuole coraggio, sì. Ma ci vuole ancora più coraggio a rimanere fermi.
In una vita che non è più la propria.

C.C.
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