Tre morti in montagna da inizio anno, appello alla prudenza del CNSAS
“Stiamo andando verso il periodo estivo, una stagione con temperature più alte e con cambiamenti significativi nelle condizioni ambientali. In quota, i versanti a Nord presentano ancora, in alcune aree, neve e ghiaccio. È quindi fondamentale porre la massima attenzione a questi aspetti, compreso un equipaggiamento adeguato, oltre alla valutazione e alla pianificazione accurata dell’itinerario”.
A parlare è Marco Anemoli, delegato responsabile della XIX Delegazione Lariana del CNSAS Lombardo - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico. Una riflessione la sua, pur generale e orientata all’imminente futuro, ma ispirata dalle tragedie del fine settimana appena concluso, con ben due morti, in circostanze differenti, sul Resegone, soltanto sabato. A perdere la vita sono stati un 43enne originario della bergamasca, caduto per circa sessanta metri nel canalone Bobbio e un 48enne della Repubblica Ceca, precipitato nel canale Valnegra. Soltano poche ore prima un terzo decesso con un 78enne mandellese precipitato in un dirupo nella zona del sentiero del fiume sopra la frazione Somana, trasportato in codice rosso all’ospedale Circolo di Varese dove è morto poche ore dopo il ricovero.
Dall’inizio dell’anno, in provincia di Lecco il Soccorso alpino ha compiuto tre interventi con persone che hanno perso la vita durante l’attività di escursionismo; cinque su tutto il territorio di propria competenza, che comprende anche le province di Como, Varese e l’Appennino pavese. Sono dati in linea con l’anno scorso quando, nello stesso periodo, in tutta l’area operativa della XIX Delegazione Lariana ci furono sei persone decedute durante la pratica dell’escursionismo, che spingono però a invitare alla prudenza.
Il CNSAS da anni promuove la campagna permanente “Sicuri in montagna”, per la prevenzione degli incidenti in montagna nei diversi periodi e per attività specifiche. L’invito è a consultare il sito sicurinmontagna.it per le indicazioni da parte di esperti.
"Esprimo profondo cordoglio per le vittime e per le loro famiglie a nome di tutto il territorio lecchese. La montagna può regalare esperienze straordinarie, ma non dobbiamo dimenticare che comporta rischi che vanno affrontati con il giusto rispetto” commenta Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Montagna di Regione Lombardia.
Nel 2024, i soccorritori della XIX Lariana hanno impiegato ben 7.346 ore per 1.912 interventi individuali, a cui si aggiungono le ore svolte da medici e infermieri del CNSAS, che ammontano a 846 ore. In particolare, i numeri di interventi per il recupero di escursionisti e alpinisti sono in costante crescita, così come le cause di intervento. Le principali cause sono cadute, perdite di orientamento, malori e scivolate. Tra le attività più coinvolte ci sono escursionismo, alpinismo e ricerca di funghi, ma preoccupano anche i numerosi casi di soccorso a persone non iscritte al CAI. Anche se il trend degli incidenti mortali sembra leggermente calato rispetto agli anni precedenti, il numero degli interventi e delle vittime rimane alto. In particolare, nel 2024 sono stati 445 gli interventi totali, di cui 34 mortali, a fronte dei 445 interventi nel 2023 (27 mortali), e dei 487 nel 2022 (35 mortali).
"È evidente che la sicurezza in montagna non può essere un dato che si affronta solo con l’emergenza, ma con un impegno costante nella prevenzione. Non è più accettabile che l'elisoccorso venga utilizzato per interventi su persone che si avventurano per sentieri ad alta quota in ciabatte o con i mocassini, comunque in condizioni di totale impreparazione."
Zamperini ha poi evidenziato il fondamentale ruolo del sistema di Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco, delle guide alpine, del CAI e dei tanti volontari che rischiano ogni giorno la propria vita per salvare quella degli altri. "Il nostro più sincero ringraziamento va a tutti i soccorritori, medici, infermieri, e volontari che, con professionalità e coraggio, sono pronti ad affrontare ogni emergenza. Un aspetto importante del dibattito sulla sicurezza in montagna riguarda il recente principio di autoresponsabilità, introdotto a livello regionale, che si traduce nel rispetto per chi lavora per il nostro bene e per chi ha davvero bisogno di essere salvato. Questo cambio di paradigma rappresenta un passo importante nella consapevolezza del valore del servizio di elisoccorso, un servizio prezioso che non può essere sprecato.”
Nel 2024 in Lombardia sono stati impegnati 6.951 soccorritori, con un totale di 27.000 ore di attività e 4.482 giornate lavorative. I numeri mostrano l'impegno costante e l’alto livello di professionalità di tutte le squadre di soccorso.
In conclusione, l’appello che il Consigliere Zamperini lancia è chiaro: “la sicurezza in montagna dipende dalla preparazione e dalla consapevolezza delle proprie capacità. I soccorritori sono al servizio della collettività, ma è fondamentale che ogni escursionista, alpinista o appassionato di montagna assuma un comportamento responsabile. La montagna, da straordinaria risorsa, deve rimanere un luogo di esperienze indimenticabili, non di tragedie.”

Dall’inizio dell’anno, in provincia di Lecco il Soccorso alpino ha compiuto tre interventi con persone che hanno perso la vita durante l’attività di escursionismo; cinque su tutto il territorio di propria competenza, che comprende anche le province di Como, Varese e l’Appennino pavese. Sono dati in linea con l’anno scorso quando, nello stesso periodo, in tutta l’area operativa della XIX Delegazione Lariana ci furono sei persone decedute durante la pratica dell’escursionismo, che spingono però a invitare alla prudenza.
Il CNSAS da anni promuove la campagna permanente “Sicuri in montagna”, per la prevenzione degli incidenti in montagna nei diversi periodi e per attività specifiche. L’invito è a consultare il sito sicurinmontagna.it per le indicazioni da parte di esperti.

Nel 2024, i soccorritori della XIX Lariana hanno impiegato ben 7.346 ore per 1.912 interventi individuali, a cui si aggiungono le ore svolte da medici e infermieri del CNSAS, che ammontano a 846 ore. In particolare, i numeri di interventi per il recupero di escursionisti e alpinisti sono in costante crescita, così come le cause di intervento. Le principali cause sono cadute, perdite di orientamento, malori e scivolate. Tra le attività più coinvolte ci sono escursionismo, alpinismo e ricerca di funghi, ma preoccupano anche i numerosi casi di soccorso a persone non iscritte al CAI. Anche se il trend degli incidenti mortali sembra leggermente calato rispetto agli anni precedenti, il numero degli interventi e delle vittime rimane alto. In particolare, nel 2024 sono stati 445 gli interventi totali, di cui 34 mortali, a fronte dei 445 interventi nel 2023 (27 mortali), e dei 487 nel 2022 (35 mortali).
"È evidente che la sicurezza in montagna non può essere un dato che si affronta solo con l’emergenza, ma con un impegno costante nella prevenzione. Non è più accettabile che l'elisoccorso venga utilizzato per interventi su persone che si avventurano per sentieri ad alta quota in ciabatte o con i mocassini, comunque in condizioni di totale impreparazione."
Zamperini ha poi evidenziato il fondamentale ruolo del sistema di Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco, delle guide alpine, del CAI e dei tanti volontari che rischiano ogni giorno la propria vita per salvare quella degli altri. "Il nostro più sincero ringraziamento va a tutti i soccorritori, medici, infermieri, e volontari che, con professionalità e coraggio, sono pronti ad affrontare ogni emergenza. Un aspetto importante del dibattito sulla sicurezza in montagna riguarda il recente principio di autoresponsabilità, introdotto a livello regionale, che si traduce nel rispetto per chi lavora per il nostro bene e per chi ha davvero bisogno di essere salvato. Questo cambio di paradigma rappresenta un passo importante nella consapevolezza del valore del servizio di elisoccorso, un servizio prezioso che non può essere sprecato.”
Nel 2024 in Lombardia sono stati impegnati 6.951 soccorritori, con un totale di 27.000 ore di attività e 4.482 giornate lavorative. I numeri mostrano l'impegno costante e l’alto livello di professionalità di tutte le squadre di soccorso.
In conclusione, l’appello che il Consigliere Zamperini lancia è chiaro: “la sicurezza in montagna dipende dalla preparazione e dalla consapevolezza delle proprie capacità. I soccorritori sono al servizio della collettività, ma è fondamentale che ogni escursionista, alpinista o appassionato di montagna assuma un comportamento responsabile. La montagna, da straordinaria risorsa, deve rimanere un luogo di esperienze indimenticabili, non di tragedie.”
