Pasturo, Antonia Pozzi musa dello 'scrittore con il quaderno rosso': in uscita una trilogia poetica e un romanzo

È originario di Verona e vive nella bergamasca, ma nel suo cuore c'è Pasturo. Pasturo e quella giovane donna, a sua volta giunta "dalla città", che al paese ha dato fama e lustro attraverso la sua arte, una scrittura che però non è bastata a placare una volta per tutte il suo incessante dramma esistenziale.
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Lorenzo Gabanizza nella casa di Antonia Pozzi

Lorenzo Gabanizza è "innamorato" di Antonia Pozzi, che è pronto a omaggiare con una trilogia poetica in uscita nelle prossime settimane - ancora da definire con esattezza la casa editrice - e pure con un romanzo, ambientato tra la Valsassina e la Milano degli anni Trenta e dunque proprio nell'ultimo periodo della (breve) vita della sua musa ispiratrice, nata nel 1912 e morta nel 1938.
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Alcuni suggestivi scatti di Pasturo a cura dello stesso scrittore
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Scrittore e anche cantante, che può vantare collaborazioni importanti come quella con Jeff Christie, Gabanizza compone poesie fin dalla più tenera età, nel solco di una passione che si è ulteriormente intensificata quando, per puro caso, si è imbattuto in una citazione di Antonia Pozzi in un testo dello statunitense Truman Capote: "Ho subito trovato in lei molte assonanze con il mio spirito, con il mio modo di pensare e di vivere", ci ha confidato l'artista, ammettendo di avere per questa figura una "passione totalizzante" che ha iniziato a portarlo sempre più spesso a Pasturo, dove tutto parla di lei e dove ormai si sente a casa, tanto che per i residenti è ormai l'inconfondibile "scrittore con il quaderno rosso". "Grazie all'ex sindaco Guido Agostoni e a Suor Onorina Dino (maggior responsabile della riscoperta di Antonia e curatrice, su indicazione diretta della madre, dell'Archivio Pozzi, ndr) ho avuto la fortuna e l'onore di visitare la sua casa e la sua camera: il mio desiderio era quello di esprimere qualcosa, tramite i versi, anche sui luoghi da lei tanto amati, immersi tra la natura e le montagne della Valsassina".
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Ne è nata, appunto, una trilogia poetica, la cui prima parte - dal titolo "La vita attutita: liriche pasturesi", con premessa della filosofa Adele Ricciotti dell'Università di Bologna - è già stata ritenuta meritevole del premio speciale della Presidenza al concorso letterario che si svolge ogni anno a Pasturo, che sarà consegnato a Gabanizza il prossimo 21 giugno al Teatro Colombo. Il fulcro di tutta la raccolta - che è già sicura del podio anche al Festival Nazionale della poesia e si completa con "Alle radici del cuore" e "1938" (anno della scomparsa di Pozzi, ndr) - è proprio Antonia, "con quell'Altrove, quell'altra riva della vita che sembra divenire un destino comune".
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"Si potrebbe definire una ricerca in cui vengono trattati i grandi temi della vita, ricerca che ognuno di noi compie più o meno profondamente" ci ha spiegato ancora Gabanizza, il quale ritiene "necessario passare attraverso il dolore, la gioia e, infine, la morte, come fucina per giungere al vero Amore, unico senso della nostra esistenza".
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La silloge, però, è anche una velata critica verso la cinica piega che ha preso la società attuale, in cui l'atto creativo e l'affermazione di sé stessi vengono visti come un atto di ribellione, nel solco del pensiero di Fabrizio De André che parlava dell'artista come di "un anticorpo che la società si crea contro il potere".
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Il sottotitolo della raccolta che sarà premiata in Valsassina, "Liriche Pasturesi", è dovuto al fatto che molte delle poesie sono state ispirate e scritte proprio a Pasturo e in generale in valle, a cui l'autore ha voluto rendere omaggio: alcune sono tratte dalla tradizione orale del luogo (La merla bianca, La sfida del diavolo, Il cavaliere e la guerriera) o sono state ispirate da personaggi tradizionali (Cecco, il pastore e la lavandaia).
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"Ho ritenuto che questo riferimento alle cose antiche potesse simbolizzare la mia convinzione che l'arte non ha tempo e comprende ogni cosa senza scorrere, perché è un territorio infinito all'interno del quale noi ci muoviamo" ha aggiunto Gabanizza, nella cui opera "si riconosce anche una molteplicità di tempi che si mescolano, si rincorrono, attraverso meteore di estasi, eterni passati, ricordi di infanzia e incertezze del presente", come si legge nella premessa della dottoressa Ricciotti che in seguito aggiunge: "E poi c'è una donna. Che più volte torna e rimanda al dono dell'amore. Tuttavia, anche questo amore si confonde con il suo opposto, e quando non è odio esso si tramuta in sofferta incomprensione. Ritroviamo la mescolanza di estasi e infelicità, di completezza e perdita, di tenerezza e lutto. Tutto è mutevole, si espande, si ritira, si disperde, rinasce. Un essere mancante, che talvolta è toccato dalla grazia di un completamento, ma che non può mai, interamente, esistere. Il rimando trascendente è onnipresente, e così la ricerca dell'impossibile unità agognata [...]".
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Non solo poesie, comunque. Come dicevamo, infatti, dalla penna di Lorenzo Gabanizza è nato anche un romanzo, intitolato "Cara Antonia" e a sua volta in uscita a breve dopo una lunga attesa. La genesi dell'idea risale infatti addirittura al 2013. "La storia, che si sviluppa in circa duecento pagine, è frutto della mia fantasia, ma verosimile: è il racconto di un giornalista che tra il 1937 e il 1938 si reca nella camera di Antonia per realizzare un articolo e scopre, nascosto in un cassetto, un interessante manoscritto…", si è limitato a rivelare l'autore.
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I più curiosi, ora, dovranno attendere la pubblicazione del libro. E magari, nel frattempo, seguire le preziose tracce lasciate da Antonia Pozzi, tanto tra i luoghi amati della "sua" Pasturo quanto, soprattutto, nelle sue poesie…
B.P.
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