Lecco perduta/455: SAE Acquate, la “regina” dei tralicci di ferro

Si rinnova con la 21^ edizione l’ormai tradizionale raduno di fine autunno di SAE Lecco Club, che avviene nel quartiere lecchese di Acquate dove è stato realizzato il grande complesso industriale che ha costruito tralicci di ferro collocati in tutti i continenti del globo terrestre.
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Panoramica del cantiere SAE sotto il poggio di Acquate

E’ un impegno organizzativo che mobilita tutti i “reduci” della SAE, operativi in un club che ha durante tutto l’anno un appuntamento settimanale in un esercizio pubblico di Acquate, nelle vicinanze di quello che è stato il complesso aziendale di corso Promessi Sposi, viale Montegrappa e zone vicine.
Ora tutta la zona che ha visto la “cattedrale” dei tralicci ha una completa, nuova urbanizzazione residenziale e commerciale.
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Monumento di viale Montegrappa sull'area del complesso SAE
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Targa ricordo dei dipendenti SAE defunti

E’ partita anche quest’anno con anticipo sulla data dell’8 dicembre la lettera del SAE Lecco Club indirizzata a “cari amici vicini e lontani”, in questo caso copiando una frase del popolare presentatore Nunzio Filogamo nei primi anni del festival canoro di Sanremo ancora affidato alle onde radio, in attesa dell’arrivo della neonata televisione.
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Calendario del SAE Lecco Club

Il raduno, come consuetudine, prevede anche quest’anno tre fasi: la Messa celebrata da don Walter Magnoni, presso la chiesa parrocchiale di San Giorgio in Acquate, maggiormente conosciuta per la plurisecolare devozione di Santa Lucia, patrona della vista nella ricorrenza del 13 dicembre. Segue il deposito del documento anagrafico presso il monumento intitolato all’azienda SAE realizzato lungo viale Montegrappa, per ricordare tutti quanti hanno contribuito con il quotidiano lavoro a realizzare la storia così importante per un’industria sempre più moderna .La terza fase è quella dell’incontro a tavola, dove non mancano le occasioni di ricordi nostalgici fra i tanti che hanno lavorato nell’azienda SAE.
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Gita sociale del SAE Lecco Club

L’apparato organizzativo vede in prima fila Gianfranco Oberti e Romano Valsecchi, due veterani, con la collaborazione di altri colleghi volontari. Le partecipazioni ai primi raduni hanno registrato una presenza che ha superato il numero di 300, può ricordare Gianfranco Oberti; poi il passare inesorabile del tempo ha ridotto le file di quanti vogliono ricordare e comunicare al futuro una realtà di lavoro veramente notevole e di avanguardia mondiale. Per quanto riguarda l’incontro di quest’anno, che si concluderà con il convivio presso un ristorante sul lago di Garlate, i partecipanti saranno di qualche decina superiori ai cento.
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Striscione del consiglio di fabbrica durante un presidio al Municipio di Lecco

La SAE ha portato i tralicci della sua produzione in tutto il mondo. Storica la spedizione del 1957 di sette tecnici lecchesi che raggiunsero la lontanissima Australia al termine di tre giorni di volo tra vari continenti per raggiungere il Nuovissimo. C’è da ricordare che allora non esisteva linea diretta aerea per l’Australia, ma si poteva raggiungere la stessa solo attraverso un tour intermondiale di vari scali in diversi continenti. Non c’era linea telefonica per l’Italia: era raggiungibile dall’Australia per quanto riguarda l’Europa solo la gran Bretagna. Anche il servizio postale dall’Australia non avevano collegamento diretto con l’Italia.
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Volume sulla storia della SAE
La SAE, oltre alla produzione specializzata dei tralicci, rappresentava un’azienda di avanguardia nel suo complesso di realtà inserita nel civile progresso. Nel 1986 uscì il volume “Storia della SAE e dei suoi uomini” dello scrittore Corrado Pizzinelli. Il volume, stampato in oltre 6.000 copie in italiano ed inglese, oggi è praticamente introvabile. La pubblicazione descrive i cantieri di montaggio allestiti dalla SAE in tutti i continenti della terra.
C’era una “cassa dell’amicizia” finalizzata alla solidarietà fra i colleghi. C’era una realtà sindacale  di impegno e di avanguardia, c’era un’attenzione al mondo esterno al complesso, tanto che il quotidiano l’Unità annoverava vendite ogni giorno all’interno della SAE in numero superiore a quelle registrate in tutte le edicole della città. C’era una squadra di calcio amatoriale che annoverava dipendenti SAE giunti nelle prime file del calcio bluceleste del Lecco quali, Limonta, Corti, Redaelli, Chiadò, Frigerio e forse anche qualcun’altro. 
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Squadra di calcio SAE allo stadio Rigamonti

Sono tutti ricordi che torneranno d’attualità nell’incontro conviviale terza fase della giornata di domenica 8 dicembre. Emergerà un vincolo che si concretizza nel monumento alla SAE ed i suoi uomini lungo viale Montegrappa, cippo di una storia di uomini coraggiosi e generosi.
A.B.
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