Valmadrera: la collezione del giovane Fashion Designer Niccolò Mattavelli sfila a Milano
Due giorni di sfilate e installazioni nel cuore di Milano - fronte Duomo (a palazzo Giureconsulti), tra invitati e passanti, addetti ai lavori e turisti, studenti e giornalisti - hanno portato lo sguardo dei neo fashion designer al pubblico di IED Avant Défilé 2024, evento graduate dell'omonima scuola di moda meneghina che ha coinvolto la città.
Oltre 1100 i votanti che hanno decretato i tre vincitori tra le dieci collezioni dei giovani protagonisti, pronti ad affacciarsi al mondo delle professioni della moda.
Tra i dieci finalisti selezionati, diplomandi in Fashion Design in IED Milano, c’è stato anche Niccolò Mattavelli, nato e cresciuto a Valmadrera e distintosi con la collezione uomo Edo Yankees. Punto di arrivo del progetto è la ricerca di un equilibrio tra una concezione della vita “occidentale”, ovvero razionale, analitica e individualista e una di tipo “orientale”, basata su spiritualità, armonia e ricerca della pace, intesa come assenza di forti emozioni. I capi e i tessuti dello streetwear, che rimanda al mondo occidentale, sono re-interpretati secondo uno stile e un approccio orientali, visibili nelle lavorazioni e nei volumi, ispirati all’abbigliamento tradizionale dei paesi del Sol Levante e all’immaginario delle arti marziali. Si viene a creare un equilibrio tra capi più scenografici e altri più indossabili che ricalca l’equilibrio interiore, raggiungibile attraverso la spiritualità. Funzionali al raggiungimento della pace interiore sono la meditazione e la pratica delle arti marziali, valvole di sfogo di cui vediamo il riflesso nei capi della collezione.

Diplomatosi al Liceo Scientifico, l’idea di studiare moda (che lo porterà a iscriversi all’Istituto Europeo di Design di Milano) prende forma in Niccolò all’improvviso: il suo percorso da creativo inizia da autodidatta nel 2020 quando, già forte di un interesse per lo streetwear, anche legato all’ambito musicale, durante l’esperienza del lockdown inizia a creare grafiche e a stamparle su capi di abbigliamento. Gli piace disegnare, realizzare cartamodelli e cucire abiti e accessori. I suoi designer di riferimento sono Marithé François Girbaud, Sacai e Glenn Martens.

“I nostri diplomandi hanno accolto una grande sfida, lanciata direttamente dal cuore di Milano: quella di aprirsi con coraggio e responsabilità a un pubblico ampio, di conoscenti e non solo, spiegando - ciascuno con il proprio linguaggio e la propria estetica - cosa significhi progettare e cosa stia dietro al pensiero che si tramuta, attraverso il Design, in azione” – commenta Olivia Spinelli, Head of Fashion School IED Milano, che ha curato anche la direzione artistica dell’evento. “Come scuola orgogliosamente italiana trasmettiamo ai nostri studenti e studentesse una metodologia che è figlia della nostra cultura, con uno sguardo sempre aperto allo scambio e alle commistioni e che va oltre il solo lavoro. Citando Ettore Sottsass - da un decalogo inedito del 1994, intitolato Design: come saranno i fiori funzionali? - ‘il Design in Italia non è una professione, è un modo di vivere’”.
Oltre 1100 i votanti che hanno decretato i tre vincitori tra le dieci collezioni dei giovani protagonisti, pronti ad affacciarsi al mondo delle professioni della moda.


Le creazioni del valmadrerese
Diplomatosi al Liceo Scientifico, l’idea di studiare moda (che lo porterà a iscriversi all’Istituto Europeo di Design di Milano) prende forma in Niccolò all’improvviso: il suo percorso da creativo inizia da autodidatta nel 2020 quando, già forte di un interesse per lo streetwear, anche legato all’ambito musicale, durante l’esperienza del lockdown inizia a creare grafiche e a stamparle su capi di abbigliamento. Gli piace disegnare, realizzare cartamodelli e cucire abiti e accessori. I suoi designer di riferimento sono Marithé François Girbaud, Sacai e Glenn Martens.

Un momento della sfilata
“I nostri diplomandi hanno accolto una grande sfida, lanciata direttamente dal cuore di Milano: quella di aprirsi con coraggio e responsabilità a un pubblico ampio, di conoscenti e non solo, spiegando - ciascuno con il proprio linguaggio e la propria estetica - cosa significhi progettare e cosa stia dietro al pensiero che si tramuta, attraverso il Design, in azione” – commenta Olivia Spinelli, Head of Fashion School IED Milano, che ha curato anche la direzione artistica dell’evento. “Come scuola orgogliosamente italiana trasmettiamo ai nostri studenti e studentesse una metodologia che è figlia della nostra cultura, con uno sguardo sempre aperto allo scambio e alle commistioni e che va oltre il solo lavoro. Citando Ettore Sottsass - da un decalogo inedito del 1994, intitolato Design: come saranno i fiori funzionali? - ‘il Design in Italia non è una professione, è un modo di vivere’”.
