Calolzio: ''No all’indifferenza''. Grazie a CulturaInsieme si parla di violenza di genere

''Il 25 novembre sono tutti molto accorati e intensi. C’è anche altro. I femminicidi rappresentano la punta dell’iceberg di un problema molto più grande''. Tra i tanti eventi organizzati per il 25 novembre, ''E lo chiama(va)no amore'' si è distinto per un pregio: andare oltre.
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Durante le due ore dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio presso la sala Don Duci dell’oratorio di Sala di Calolziocorte, infatti, si è cercato di andare oltre l’onda emotiva generata dall’omicidio di Giulia Cecchettin e dalle manifestazioni per la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Perché la violenza di genere è un problema molto complesso con cui diverse realtà lottano quotidianamente.
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''Le operatrici del nostro centro antiviolenza continueranno a lavorare anche dopo il 25 novembre. Ogni uomo, ogni donna dovrebbe essere al nostro fianco. Vi chiedo di non essere indifferenti'' ha evidenziato con forza Grazia Brambilla, presidente di Telefono Donna Lecco. Essa era solo una delle realtà chiamate a raccolta dal gruppo calolziese “CulturaInsieme” per discutere di questa terribile piaga sociale.
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Paolo Schiavo

''Il problema è sicuramente tutto maschile ed è necessario un cambiamento culturale. Dal 2010 Telefono Donna Lecco accoglie le donne nella nostra sede di Via Solferino. È fondamentale che le donne percepiscano questo luogo come un luogo sicuro, in cui poter parlare in anonimato con altre donne che le ascoltano. Le vittime di violenza si sentono giudicate'' ha aggiunto Brambilla.
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''Il problema fondamentale che dobbiamo affrontare è l’indifferenza. Vi invito ad immischiarvi e a dire la vostra. Lavorando nelle scuole ci accorgiamo di come spesso i ragazzi nutrano un forte desiderio di accettazione sociale. Per loro il consenso dei pari è molto importante. Questo fa sì che essi siano coinvolti in dinamiche di branco sotto cui nascondono le loro fragilità''.
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Indifferenza, uno dei meccanismi alla base della violenza di genere da sradicare quanto prima. Come? Due suggerimenti: ascolto empatico e informazione. ''Sono stata coinvolta in una relazione tossica, tra il 1988 e il 2008, non c’era la sensibilità di oggi. Non era chiaro quali fossero i segnali da cogliere. Le vittime sono persone normali cadute in un amore malato. Le violenze fisiche, psichiche e economiche all’inizio sono lette con la chiave dell’amore. Bisogna capire che se ne può uscire ma è necessario farsi aiutare'' ha raccontato Adele, vittima di violenza.
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Adele

''La prima volta che parlai con le operatrici di Telefono Donna avevo vergogna e temevo di passare per matta. Invece fui capita. Bisogna infondere molta forza alle vittime di violenza, dar loro una mano in silenzio senza pronunciarsi in giudizi o offrire soluzioni facili. È possibile uscire da questo vortice''.
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Raffaella Cerrato

Uno degli interventi più applauditi, assieme a Lucia Milani e Patrick Pavesi, i due talentuosi musicisti che hanno curato la parte artistica del pomeriggio, è stato quello del dottor Paolo Schiavo, referente medico del gruppo di contrasto alla violenza di genere dell’ASST Lecco e dirigente medico del Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni. Adelio Longhi, referente di CulturaInsieme, ha introdotto il dottore con dei dati impressionanti: nel 2023 nei pronto soccorso degli ospedali di Lecco e Merate sono stati registrati rispettivamente 101 e 50 casi di violenza di genere.
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Adelio Longhi

''Quando queste donne arrivano in ospedale le accompagniamo nella cosiddetta stanza rosa. Lì ascoltiamo la loro storia mettendo in campo una serie di competenze che ricadono nel cosiddetto “ascolto empatico”. Sono competenze comuni tra volontari del terzo settore e professionisti attivi presso le strutture sanitarie'' ha spiegato Paolo Schiavo. ''Dal 2008, sul nostro territorio è attiva una rete di 28 realtà, tra istituzioni pubbliche e enti del terzo settore, che lavorano fianco a fianco nel contrasto alla violenza di genere. Si tratta di un piccolo gioiello che va coltivato e mantenuto nel tempo. Bisognerebbe ribellarsi a tutti i tentativi di smantellamento della sanità pubblica perché si rischia di perdere anche questo patrimonio, difficilmente recuperabile''.
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Grazia Brambilla

Infine, la chiosa: ''Dobbiamo stabilire un nuovo patto sociale tra i generi. L’obiettivo deve essere quello di costruire un’organizzazione sociale in cui calpestare l’altro diventa esecrabile. Dobbiamo educare i nostri bambini a dinamiche di accoglienza e non sopraffazione a partire dalle gestualità quotidiane in casa. Altrimenti è inutile chiedere che intervenga il governo con leggi più dure o più forze dell’ordine''.
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Roberta Zaccagni

Dopodiché, ha preso la parola Raffaella Cerrato, presidente della sezione lecchese di Unione Donne in Italia. Ella, in particolare, ha ripercorso tutte le battaglie portate avanti dalle donne nel corso della storia, dal diritto di voto fino al divorzio. La professoressa Roberta Zaccagni, invece, ha spiegato che la prossima edizione del concorso di poesia “A Susanna”, dedicato alla figlia della docente scomparsa nel giugno 2021, sarà dedicata alla qualità della relazione, ovvero a cosa deve e non deve essere l’amore.
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Patrick Pavesi e Lucia Milani

L’incontro si è poi concluso con l’esecuzione da parte di Milani e Pavesi dell’Hallelujah di Leonard Cohen, accolta dagli applausi del pubblico in sala. 
A.Bes.
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