Lecco perduta/399: in bici nelle località della Grande Guerra
Sono trascorsi 25 anni dai primi giorni di novembre 1998 quando quattro ufficiali in congedo dell’UNUCI di Lecco vollero rendere omaggio ai caduti della Grande Guerra 1915/1918, raggiungendo in bicicletta località rese storiche da tragici eventi bellici.
Venne definito “pellegrinaggio cavalcata sulle due ruote a pedale” o “raid tricolore” per un totale di oltre 140 chilometri, fissando le due principali tappe a Redipuglia ed a Gorizia.
I lecchesi in bicicletta erano: Giovanni Bartolozzi, classe 1934, ufficiale di cavalleria, presidente dell’UNUCI di Lecco; Gianluigi Dell’Oro, classe 1938, ufficiale degli alpini, residente in quartiere Rancio; vi erano i due più giovani, classe 1959, Maurizio Faravelli e Luigi Rigamonti, entrambi dell’Arma dei Carabinieri. Faravelli è l’attuale presidente dell’Associazione Carabinieri di Lecco. Il servizio di assistenza logistica veniva assicurato da Aldo Bettini e Luciano Guardigli.
La partenza venne data presso la caserma Piave dei carabinieri di Mestre. I quattro ciclisti avevano pernottato nella foresteria del circolo ufficiali di presidio di Venezia, a Riva degli Schiavoni.
I lecchesi hanno percorso i primi chilometri dell’impresa storico rievocativa lungo la vecchia statale 14, in direzione di Redipuglia, l’immenso sacrario dell’invitta 3^ Armata. A Redipuglia hanno deposto una corona d’alloro con la scritta “L’UNUCI e le associazioni d’arma di Lecco”. Il sacrario di Redipuglia, con i suoi centomila caduti, è stato inaugurato nel 1938, ventennale della Vittoria, e vede la sepoltura del comandante dell’invitta 3^ Armata, il generale Duca d’Aosta. Quest’ultimo era a Lecco il 28 ottobre 1926 quando venne inaugurato il monumento ai Caduti sul lungolago realizzato con l’imponente gruppo bronzeo dal noto scultore Giannino Castiglioni, innamorato del ramo lecchese del Lario, dove trascorreva periodi di vacanze a Lierna.
Si ricordò, a Redipuglia, che i sepolti nell’immenso cimitero erano compagni d’arme dei caduti lecchesi tumulati nella cripta sacrario del santuario della Madonna della Vittoria; sul campanile c’è la grande campan che al tramonto fa scendere lenti rintocchi in ricordo di tutti i Caduti e come auspicio di pace.
La prima tappa si è conclusa a Monfalcone, presso l’hotel Excelsior, accolti in serata dal locale presidente UNUCI, colonnello Rinaldo Migliavacca e dal generale Enrico Chiari, di Castelsanpietro, ufficiale di cavalleria.
Il giorno successivo la pedalata ha ripreso in direzione di Gorizia, città al centro di aspri e sanguinosi combattimenti tra italiani ed austriaci nel 1916 con le tremende battaglie dette dell’Isonzo, che tante perdite provocarono alla fanteria italiana nei ripetuti assalti verso fortificazioni nemiche.
I ciclisti dell’UNUCI a Gorizia furono accolti presso il comando della brigata corazzata Pozzuolo del Friuli, con il tenente colonnello Lucio Rossi, nella caserma Monte Santo della città. E’ stato reso omaggio al disciolto reggimento di cavalleria Saluzzo, dalle caratteristiche fiamme gialle su bordo nero. Il reparto aveva partecipato nella prima guerra mondiale ai fatti d’arme intorno a Gorizia. Alla lapide della Saluzzo è stato deposto un omaggio floreale con la scritta “l’Arma di cavalleria di Lecco e le altre associazioni combattentistiche”.
La giornata si concluse con il rancio presso la mensa ufficiali della caserma, con il simpatico bicchiere della staffa in onore degli ospiti lecchesi che avevano pedalato in bici nelle località del ricordo della Grande Guerra 1915/1918.
Venne definito “pellegrinaggio cavalcata sulle due ruote a pedale” o “raid tricolore” per un totale di oltre 140 chilometri, fissando le due principali tappe a Redipuglia ed a Gorizia.
I lecchesi in bicicletta erano: Giovanni Bartolozzi, classe 1934, ufficiale di cavalleria, presidente dell’UNUCI di Lecco; Gianluigi Dell’Oro, classe 1938, ufficiale degli alpini, residente in quartiere Rancio; vi erano i due più giovani, classe 1959, Maurizio Faravelli e Luigi Rigamonti, entrambi dell’Arma dei Carabinieri. Faravelli è l’attuale presidente dell’Associazione Carabinieri di Lecco. Il servizio di assistenza logistica veniva assicurato da Aldo Bettini e Luciano Guardigli.
La partenza venne data presso la caserma Piave dei carabinieri di Mestre. I quattro ciclisti avevano pernottato nella foresteria del circolo ufficiali di presidio di Venezia, a Riva degli Schiavoni.
I lecchesi hanno percorso i primi chilometri dell’impresa storico rievocativa lungo la vecchia statale 14, in direzione di Redipuglia, l’immenso sacrario dell’invitta 3^ Armata. A Redipuglia hanno deposto una corona d’alloro con la scritta “L’UNUCI e le associazioni d’arma di Lecco”. Il sacrario di Redipuglia, con i suoi centomila caduti, è stato inaugurato nel 1938, ventennale della Vittoria, e vede la sepoltura del comandante dell’invitta 3^ Armata, il generale Duca d’Aosta. Quest’ultimo era a Lecco il 28 ottobre 1926 quando venne inaugurato il monumento ai Caduti sul lungolago realizzato con l’imponente gruppo bronzeo dal noto scultore Giannino Castiglioni, innamorato del ramo lecchese del Lario, dove trascorreva periodi di vacanze a Lierna.
Si ricordò, a Redipuglia, che i sepolti nell’immenso cimitero erano compagni d’arme dei caduti lecchesi tumulati nella cripta sacrario del santuario della Madonna della Vittoria; sul campanile c’è la grande campan che al tramonto fa scendere lenti rintocchi in ricordo di tutti i Caduti e come auspicio di pace.
La prima tappa si è conclusa a Monfalcone, presso l’hotel Excelsior, accolti in serata dal locale presidente UNUCI, colonnello Rinaldo Migliavacca e dal generale Enrico Chiari, di Castelsanpietro, ufficiale di cavalleria.
Il giorno successivo la pedalata ha ripreso in direzione di Gorizia, città al centro di aspri e sanguinosi combattimenti tra italiani ed austriaci nel 1916 con le tremende battaglie dette dell’Isonzo, che tante perdite provocarono alla fanteria italiana nei ripetuti assalti verso fortificazioni nemiche.
I ciclisti dell’UNUCI a Gorizia furono accolti presso il comando della brigata corazzata Pozzuolo del Friuli, con il tenente colonnello Lucio Rossi, nella caserma Monte Santo della città. E’ stato reso omaggio al disciolto reggimento di cavalleria Saluzzo, dalle caratteristiche fiamme gialle su bordo nero. Il reparto aveva partecipato nella prima guerra mondiale ai fatti d’arme intorno a Gorizia. Alla lapide della Saluzzo è stato deposto un omaggio floreale con la scritta “l’Arma di cavalleria di Lecco e le altre associazioni combattentistiche”.
La giornata si concluse con il rancio presso la mensa ufficiali della caserma, con il simpatico bicchiere della staffa in onore degli ospiti lecchesi che avevano pedalato in bici nelle località del ricordo della Grande Guerra 1915/1918.
A.B.