Micol e Francesco, coppia nella vita, uniti nel lavoro, ma divisi dalla politica? Intervista doppia
Lei 32 anni, lui 33. Lei avvocato, lui avvocato. Lei consigliere comunale (a Olginate, in una lista civica di centrosinistra), lui consigliere comunale e Capogruppo di Maggioranza (a Olgiate Molgora, in una lista civica con sindaco ritenuto di centrodestra).
Tanti punti di contatto ma anche qualche differenza, come è normale che sia. Entrambi, al di là degli impegni professionali e politici, sono molto conosciuti sul nostro territorio in quanto attivi in vari ambiti della vita sociale, rappresentando dunque una (giovane) coppia da cui prendere esempio.
I protagonisti di questa intervista “doppia” sono Micol Missana e Francesco Cogliati.
M: Mi chiamo Micol Missana, ho 32 anni e ricopro il ruolo di Consigliere Comunale a Olginate, il paese di cui sono originaria. Sono molto attiva nel mio territorio, sia come volontaria, presso Pro Loco, sia come nel dibattito politico, essendo appena stata nominata Segretaria del Circolo Olginatese del PD. Sono avvocato, past president dell’Associazione Giovani Avvocati di Lecco, e credo molto nel ruolo sociale della mia professione: per questo sono entrata a far parte dell’associazione donnexstrada, che si preoccupa di fornire “pronto soccorso” giuridico e assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza.
F: Mi chiamo Francesco Cogliati, ho 33 anni e sono un avvocato di “seconda generazione”; politicamente agnostico, amante dello sport e dell’ambiente, motivo per cui sono anche una Guardia particolare giurata ittica. Ricopro il ruolo di Consigliere e Capogruppo di Maggioranza nell’amministrazione del Comune di Olgiate Molgora.
Stesso lavoro, idee politiche (almeno in parte) diverse: altri punti in comune? Altre divergenze?
M: Francesco e io abbiamo sicuramente molti punti in comune, tra questi l’impegno e la passione; svolgendo poi la medesima professione, riusciamo a capirci e comprenderci. Quanto alle divergenze, in realtà, sono punti forza. Per esempio, Francesco è un ottimo cuoco, mentre io potrei dare fuoco alle pentole; io sono più attenta nella sistemazione e pulizia della casa (in cui si entra rigorosamente senza scarpe!). Io tendo ad avere un approccio più diretto ed empatico, mentre Francesco è più formale e riflessivo, riuscendo a restare più distaccato e a mantenere le distanze in talune circostanze. Per questo lo ammiro molto perché riesce a non farsi coinvolgere troppo e rimanere lucido anche nei momenti più delicati e sensibili.
F: In comune abbiamo molto, condividiamo anzitutto l’importanza e il desiderio di contribuire al benessere dei nostri due paesi, Olgiate Molgora e Olginate, cui siamo molto legati. Quanto alle divergenze, io vengo ritenuto un soggetto cui è difficile far cambiare le proprie idee. Personalmente reputo un grande pregio saper difendere le proprie convinzioni ma non nascondo che il carattere sicuramente più accomodante di Micol abbia aiutato negli anni a smussare alcuni lati forse un po’ troppo appuntiti del mio essere. Ho ricambiato facendole superare il terrore che aveva dei gatti: quando ci siamo conosciuti era solita nascondersi non appena vedeva un gatto in lontananza, ora invece ne abbiamo adottati addirittura due. Condividiamo l’amore per il cibo, un po’ meno per le vacanze. Io sono molto abitudinario e amante della solitudine, lei invece girerebbe il mondo solo per conoscere più persone possibili.
M: Non è mai capitato di litigare, direi piuttosto che ci confrontiamo sugli argomenti di attualità, commentando fatti di cronaca.
F: No, siamo sempre aperti al dialogo e spesso ci troviamo d’accordo anche su tematiche molto delicate. Chiedere all’altro quale sia il suo pensiero e discuterne anche per diverso tempo aiuta a maturare e sviluppare le proprie idee, ecco perché il confronto è sempre ben accetto.
Chi hai votato alle ultime regionali? E alle nazionali?
M: Partito democratico.
F: Il voto è segreto, lo dice la Costituzione.
Politico di riferimento?
M: Non ne ho uno, ma sicuramente ammiro la figura di Nilde Iotti. Il suo impegno, sia quale membro dell’Assemblea costituente, sia quale parlamentare, ha permesso, oggi, di avere molte leggi a sostegno dei diritti delle donne e del loro ingresso e ruolo nel mondo del lavoro.
F: Nessuno. Come tanti giovani adulti sono disilluso dalla politica, troppo social, troppo acchiappa “like” e lontana dalle oggettive necessità del Paese. Spero che la politica-partitica abbandoni presto la china degli show mediatici e degli interessi personali e torni al suo ruolo di “medicina” del Paese, spesso amara e sgradevole ma necessaria per tornare in forze.
M: Sì, soprattutto per dare rilievo alla dignità e all’autodeterminazione delle persone nel percorso di fine-vita. E ritengo sia necessario adeguare e implementare le politiche legislative in favore delle persone non più autosufficienti e delle rispettive famiglie, in accompagnamento e a supporto della gestione della sofferenza derivante della malattia cronica e terminale, anche a domicilio.
F: Sì, le sofferenze personali non dovrebbero essere ostaggio di politica, morale o religione.
E con le unioni civili?
M: Sì. Ogni persona deve avere il diritto di celebrare il proprio amore e di esercitare i diritti e i doveri connessi all’unione sentimentale.
F: Sì.
E con la trascrizione dei figli delle coppie omosessuali?
M: Sì, soprattutto per due ordini di motivi, uno morale e uno giuridico. Innanzitutto, si tratta di minori che sono già stati ufficialmente adottati: la trascrizione del relativo provvedimento, in ogni caso imposta dalle norme di diritto internazionale privato, opera come un riconoscimento formale di un rapporto di filiazione già esistente e che - se negato – produce conseguenze dannose per il minore stesso. E poi è evidente come il rapporto affettivo e di cura che si crea naturalmente tra padre/madre/figlio (e che deve essere tutelato prima di ogni altra considerazione) prescinda dall’orientamento sessuale del genitore, che neppure incide sulle capacità genitoriali della persona. Chiaramente, quanto sopra esula da ogni ulteriore considerazione in ordine alla possibilità/opportunità di regolamentare o meno, in Italia, la gestazione altrui ovvero l’iter adottivo delle coppie omosessuali, su cui è necessaria una riflessione e un dibattito più approfondito.
F: Non è facile rispondere in breve, è un tema molto complesso. Guardando all’interesse del bambino (che in quanto tale non ha nessuna “colpa” e non dovrebbe mai essere penalizzato) direi assolutamente di sì. Ovviamente occorre un intervento normativo chiaro, anche al fine di evitare situazioni clandestine o la mercificazione del ruolo della donna, la quale rischierebbe di rimanere senza le opportune tutele.
E con il blocco navale?
M: No. Bisogna ricordare come tra le persone che sbarcano in Italia, una buona parte sia rappresentata da minori (anche non accompagnati) e donne. Nessuno affronterebbe o lascerebbe affrontare ai propri figli le insidie e la pericolosità della rotta migratoria prima, e del mare poi, se non mosso dalla profonda disperazione. Nella gestione del fenomeno migratorio, però, l’Italia non deve essere lasciata sola; per questo è necessario imporci a livello europeo, affinché venga modificata la politica migratoria in favore di una migliore redistribuzione di migranti in tutti gli Stati dell’Unione. Eppure, negli ultimi anni di negoziato, i nostri politici, componenti dell’attuale maggioranza di Governo, hanno sempre disertato.
F: Anche questo non è un tema semplice. Sono un convinto europeista con però un solido spirito nazionalista. Vorrei una politica estera forte, in grado di far valere l’Italia sul piano internazionale anche in tema di immigrazione. Il blocco navale di per sé lo considero una sciocchezza mediatica, uno slogan dei partiti fine a se stesso, e ritengo politicamente ed intellettualmente disonesto far credere ai cittadini che la chiusura dei porti aiuterebbe ad arginare l’immigrazione. Sarebbe invece da rivedere certamente la macchina dell’accoglienza, la quale al momento è basata esclusivamente sui “numeri”, creando solamente situazioni di emarginazione e degrado.
A livello locale: cosa ne pensi dell'intervento, previsto per martedì 17, di Vannacci a Calolzio?
M: Non condivido nulla delle parole e dei pensieri espressi da Vannacci, ritenendo peraltro che un Generale dello Stato, nel corso del proprio incarico, debba tenere - proprio in ragione della sua funzione - un comportamento specchiato e super partes. Il Comune di Calolziocorte è comunque libero di ospitare sul proprio territorio tutte le iniziative che ritiene; mi chiedo però - e chiedo - se sarebbe disposto a fare altrettanto in merito per esempio alla presentazione di un libro a favore dei diritti LGBTQ+. Anzi, questa potrebbe essere l’occasione per dare voce ai cittadini che non si rispecchiano o si sentono discriminati da quanto sostenuto da Vannacci nel suo libro.
F: Seppur non condivida in alcun modo le pesanti affermazioni di Vannacci mi ritengo un liberale e pertanto non comprendo tutto questo clamore politico e mediatico. Rimango dell’avviso che ciascuno debba essere libero di esprimere le proprie opinioni senza subire la aprioristica censura del politically correct (che francamente ha un po’ stancato). Starà poi a chi ascolta giudicare il proprio interlocutore.
E della Lecco-Bergamo?
M: La Lecco-Bergamo è una sconfitta per tutti, ma è troppo tardi per tornare indietro. Attendo quindi fiduciosa, come tutti gli altri automobilisti e cittadini, percorrendo assiduamente quella strada per recarmi a Lecco.
F: Posso solo immaginare cosa da anni stiano vivendo i residenti della zona. La speranza è che non diventi l’ennesima opera incompiuta “all’italiana”, vista l’enorme rilevanza dell’infrastruttura per il nostro territorio.
E dell'"esplosione" del turismo tra lago e monti sul nostro territorio?
M: Sono molto contenta che il nostro territorio possa iniziare ad essere conosciuto e riconosciuto come una bellezza naturalistica dai turisti, non solo per il nostro lago, ma anche per le montagne e le bellezze architettoniche.
F: Credo sia importante adottare un modello di turismo più sostenibile, anche contingentando gli accessi ai principali luoghi di interesse. Ovviamente le amministrazioni e la politica dovrebbero fare la loro parte, soprattutto tramite l’adozione di piani coordinati di gestione dei flussi e una miglior organizzazione infrastrutturale del territorio.
E della sanità, in palese difficoltà (vedi il caso dell'ospedale di Merate)?
M: Le criticità del Sistema Sanitario lombardo sono emerse proprio in occasione della pandemia: io stessa per una operazione chirurgica definita di “routine” e a basso rischio, dopo due anni abbondanti di attesa, ho desistito. La situazione peggiora quando ci si riferisce alla prevenzione delle malattie, alla tutela della salute mentale e all’assistenza dei malati cronici, che dovrebbero invece essere alla base del welfare sociale del nostro Paese. Le conseguenze più dannose si sono ahimè riversate sulle fasce deboli della cittadinanza, che non possono permettersi di rivolgersi all’offerta di cliniche/ambulatori privati. Tutto ciò nel silenzio, quando invece sarebbe urgente un intervento di Regione Lombardia a sostegno della sanità pubblica locale.
F: Abbiamo sempre fatto l’errore di ritenere la nostra sanità lombarda la migliore in assoluto ma la recente emergenza sanitaria ci ha brutalmente smentito. Quello che davvero mi preoccupa è che la crisi del settore porta con sé, quale conseguenza principale, una forte diseguaglianza sociale dove chi ci rimette sono sempre i meno fortunati. Qualcosa evidentemente non funziona o non ha mai funzionato.
Secondo te che cosa funziona molto bene nel lecchese e cosa invece ci fa "sfigurare"?
M: Parto con quello che ci fa sfigurare: la viabilità e la rete stradale. La SS36, così come l’entrata/uscita dal capoluogo di Provincia, è ingestibile, soprattutto negli orari di punta e all’ingresso/uscita degli studenti da scuola, per non parlare di quando malauguratamente si verificano incidenti, oppure delle domeniche estive del bel tempo. Mi preoccupa non poco poi la situazione delle strade in vista della prossima costruzione del “quarto ponte”. È evidente che la viabilità della nostra Provincia debba essere ripensata, soprattutto in vista delle prossime Olimpiadi, che faranno del nostro territorio il crocevia del turismo, anche implementando e rafforzando il sistema di pullman e bus a collegamento tra Comuni. Quanto ai fiori all’occhiello del nostro territorio, non posso non citare le attività culturali, le manifestazioni e gli eventi: da primavera a estate, passando per le festività natalizie, tutta la nostra provincia si arricchisce di proposte ed eventi, per tutte le età, spesso organizzate e condotte dal lavoro e dall’impegno dei volontari.
F: Mi ritengo fortunato ad essere nato e cresciuto in un posto con grandi bellezze naturali e varietà di territorio. Mi ricollego pertanto alla domanda sul turismo e sulla Lecco-Bergamo per sottolineare come alla nostra Provincia manchino progetti e infrastrutture che garantiscano una migliore qualità di vita ed una valorizzazione di ciò che abbiamo. Basti pensare alla inefficienza del sistema viabilistico e ai quasi quotidiani ingorghi che si creano sulle nostre strade, soprattutto nei weekend. Al di là dei disagi, un traffico intenso e lunghe code concorrono ad aumentare esponenzialmente l’inquinamento e a peggiorare la nostra salute. Che senso ha cercare di diminuire gli inquinanti se ogni mattina ci vuole un’ora di auto per andare da Merate a Lecco? Se ogni domenica la SS36 rimane bloccata sino oltre le ore 20.00 di sera con migliaia di autovetture in coda con il motore acceso? Purtroppo anche il sistema ferroviario non è in grado di garantire una sufficiente affidabilità e qualità del servizio per proporsi come alternativa valida agli spostamenti e all’utilizzo di autovetture. Credo sia pertanto necessaria una profonda riflessione e ripensamento delle strutture a servizio del nostro territorio. Parlando invece degli aspetti positivi posso dire che, anche grazie al mio incarico amministrativo, percepisco molto bene la presenza delle Istituzioni, circostanza non scontata in realtà anche non lontane da noi.
Ma... in casa, alla fine, di chi è l'ultima parola?
M: Mia… ma faccio credere a Francesco che ce l’abbia lui!
F: Solitamente mia, ma solo perché Micol con me è molto paziente e mi accontenta sempre.
Tanti punti di contatto ma anche qualche differenza, come è normale che sia. Entrambi, al di là degli impegni professionali e politici, sono molto conosciuti sul nostro territorio in quanto attivi in vari ambiti della vita sociale, rappresentando dunque una (giovane) coppia da cui prendere esempio.
I protagonisti di questa intervista “doppia” sono Micol Missana e Francesco Cogliati.
Ormai i vostri sono nomi e volti “noti” sul territorio, ma magari non tutti vi conoscono: presentatevi in breve.
M: Mi chiamo Micol Missana, ho 32 anni e ricopro il ruolo di Consigliere Comunale a Olginate, il paese di cui sono originaria. Sono molto attiva nel mio territorio, sia come volontaria, presso Pro Loco, sia come nel dibattito politico, essendo appena stata nominata Segretaria del Circolo Olginatese del PD. Sono avvocato, past president dell’Associazione Giovani Avvocati di Lecco, e credo molto nel ruolo sociale della mia professione: per questo sono entrata a far parte dell’associazione donnexstrada, che si preoccupa di fornire “pronto soccorso” giuridico e assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza.
F: Mi chiamo Francesco Cogliati, ho 33 anni e sono un avvocato di “seconda generazione”; politicamente agnostico, amante dello sport e dell’ambiente, motivo per cui sono anche una Guardia particolare giurata ittica. Ricopro il ruolo di Consigliere e Capogruppo di Maggioranza nell’amministrazione del Comune di Olgiate Molgora.
Stesso lavoro, idee politiche (almeno in parte) diverse: altri punti in comune? Altre divergenze?
M: Francesco e io abbiamo sicuramente molti punti in comune, tra questi l’impegno e la passione; svolgendo poi la medesima professione, riusciamo a capirci e comprenderci. Quanto alle divergenze, in realtà, sono punti forza. Per esempio, Francesco è un ottimo cuoco, mentre io potrei dare fuoco alle pentole; io sono più attenta nella sistemazione e pulizia della casa (in cui si entra rigorosamente senza scarpe!). Io tendo ad avere un approccio più diretto ed empatico, mentre Francesco è più formale e riflessivo, riuscendo a restare più distaccato e a mantenere le distanze in talune circostanze. Per questo lo ammiro molto perché riesce a non farsi coinvolgere troppo e rimanere lucido anche nei momenti più delicati e sensibili.
F: In comune abbiamo molto, condividiamo anzitutto l’importanza e il desiderio di contribuire al benessere dei nostri due paesi, Olgiate Molgora e Olginate, cui siamo molto legati. Quanto alle divergenze, io vengo ritenuto un soggetto cui è difficile far cambiare le proprie idee. Personalmente reputo un grande pregio saper difendere le proprie convinzioni ma non nascondo che il carattere sicuramente più accomodante di Micol abbia aiutato negli anni a smussare alcuni lati forse un po’ troppo appuntiti del mio essere. Ho ricambiato facendole superare il terrore che aveva dei gatti: quando ci siamo conosciuti era solita nascondersi non appena vedeva un gatto in lontananza, ora invece ne abbiamo adottati addirittura due. Condividiamo l’amore per il cibo, un po’ meno per le vacanze. Io sono molto abitudinario e amante della solitudine, lei invece girerebbe il mondo solo per conoscere più persone possibili.
Litigate mai per la politica?
M: Non è mai capitato di litigare, direi piuttosto che ci confrontiamo sugli argomenti di attualità, commentando fatti di cronaca.
F: No, siamo sempre aperti al dialogo e spesso ci troviamo d’accordo anche su tematiche molto delicate. Chiedere all’altro quale sia il suo pensiero e discuterne anche per diverso tempo aiuta a maturare e sviluppare le proprie idee, ecco perché il confronto è sempre ben accetto.
Chi hai votato alle ultime regionali? E alle nazionali?
M: Partito democratico.
F: Il voto è segreto, lo dice la Costituzione.
Politico di riferimento?
M: Non ne ho uno, ma sicuramente ammiro la figura di Nilde Iotti. Il suo impegno, sia quale membro dell’Assemblea costituente, sia quale parlamentare, ha permesso, oggi, di avere molte leggi a sostegno dei diritti delle donne e del loro ingresso e ruolo nel mondo del lavoro.
F: Nessuno. Come tanti giovani adulti sono disilluso dalla politica, troppo social, troppo acchiappa “like” e lontana dalle oggettive necessità del Paese. Spero che la politica-partitica abbandoni presto la china degli show mediatici e degli interessi personali e torni al suo ruolo di “medicina” del Paese, spesso amara e sgradevole ma necessaria per tornare in forze.
Sei d'accordo con l'eutanasia?
M: Sì, soprattutto per dare rilievo alla dignità e all’autodeterminazione delle persone nel percorso di fine-vita. E ritengo sia necessario adeguare e implementare le politiche legislative in favore delle persone non più autosufficienti e delle rispettive famiglie, in accompagnamento e a supporto della gestione della sofferenza derivante della malattia cronica e terminale, anche a domicilio.
F: Sì, le sofferenze personali non dovrebbero essere ostaggio di politica, morale o religione.
E con le unioni civili?
M: Sì. Ogni persona deve avere il diritto di celebrare il proprio amore e di esercitare i diritti e i doveri connessi all’unione sentimentale.
F: Sì.
E con la trascrizione dei figli delle coppie omosessuali?
M: Sì, soprattutto per due ordini di motivi, uno morale e uno giuridico. Innanzitutto, si tratta di minori che sono già stati ufficialmente adottati: la trascrizione del relativo provvedimento, in ogni caso imposta dalle norme di diritto internazionale privato, opera come un riconoscimento formale di un rapporto di filiazione già esistente e che - se negato – produce conseguenze dannose per il minore stesso. E poi è evidente come il rapporto affettivo e di cura che si crea naturalmente tra padre/madre/figlio (e che deve essere tutelato prima di ogni altra considerazione) prescinda dall’orientamento sessuale del genitore, che neppure incide sulle capacità genitoriali della persona. Chiaramente, quanto sopra esula da ogni ulteriore considerazione in ordine alla possibilità/opportunità di regolamentare o meno, in Italia, la gestazione altrui ovvero l’iter adottivo delle coppie omosessuali, su cui è necessaria una riflessione e un dibattito più approfondito.
F: Non è facile rispondere in breve, è un tema molto complesso. Guardando all’interesse del bambino (che in quanto tale non ha nessuna “colpa” e non dovrebbe mai essere penalizzato) direi assolutamente di sì. Ovviamente occorre un intervento normativo chiaro, anche al fine di evitare situazioni clandestine o la mercificazione del ruolo della donna, la quale rischierebbe di rimanere senza le opportune tutele.
E con il blocco navale?
M: No. Bisogna ricordare come tra le persone che sbarcano in Italia, una buona parte sia rappresentata da minori (anche non accompagnati) e donne. Nessuno affronterebbe o lascerebbe affrontare ai propri figli le insidie e la pericolosità della rotta migratoria prima, e del mare poi, se non mosso dalla profonda disperazione. Nella gestione del fenomeno migratorio, però, l’Italia non deve essere lasciata sola; per questo è necessario imporci a livello europeo, affinché venga modificata la politica migratoria in favore di una migliore redistribuzione di migranti in tutti gli Stati dell’Unione. Eppure, negli ultimi anni di negoziato, i nostri politici, componenti dell’attuale maggioranza di Governo, hanno sempre disertato.
F: Anche questo non è un tema semplice. Sono un convinto europeista con però un solido spirito nazionalista. Vorrei una politica estera forte, in grado di far valere l’Italia sul piano internazionale anche in tema di immigrazione. Il blocco navale di per sé lo considero una sciocchezza mediatica, uno slogan dei partiti fine a se stesso, e ritengo politicamente ed intellettualmente disonesto far credere ai cittadini che la chiusura dei porti aiuterebbe ad arginare l’immigrazione. Sarebbe invece da rivedere certamente la macchina dell’accoglienza, la quale al momento è basata esclusivamente sui “numeri”, creando solamente situazioni di emarginazione e degrado.
A livello locale: cosa ne pensi dell'intervento, previsto per martedì 17, di Vannacci a Calolzio?
M: Non condivido nulla delle parole e dei pensieri espressi da Vannacci, ritenendo peraltro che un Generale dello Stato, nel corso del proprio incarico, debba tenere - proprio in ragione della sua funzione - un comportamento specchiato e super partes. Il Comune di Calolziocorte è comunque libero di ospitare sul proprio territorio tutte le iniziative che ritiene; mi chiedo però - e chiedo - se sarebbe disposto a fare altrettanto in merito per esempio alla presentazione di un libro a favore dei diritti LGBTQ+. Anzi, questa potrebbe essere l’occasione per dare voce ai cittadini che non si rispecchiano o si sentono discriminati da quanto sostenuto da Vannacci nel suo libro.
F: Seppur non condivida in alcun modo le pesanti affermazioni di Vannacci mi ritengo un liberale e pertanto non comprendo tutto questo clamore politico e mediatico. Rimango dell’avviso che ciascuno debba essere libero di esprimere le proprie opinioni senza subire la aprioristica censura del politically correct (che francamente ha un po’ stancato). Starà poi a chi ascolta giudicare il proprio interlocutore.
E della Lecco-Bergamo?
M: La Lecco-Bergamo è una sconfitta per tutti, ma è troppo tardi per tornare indietro. Attendo quindi fiduciosa, come tutti gli altri automobilisti e cittadini, percorrendo assiduamente quella strada per recarmi a Lecco.
F: Posso solo immaginare cosa da anni stiano vivendo i residenti della zona. La speranza è che non diventi l’ennesima opera incompiuta “all’italiana”, vista l’enorme rilevanza dell’infrastruttura per il nostro territorio.
E dell'"esplosione" del turismo tra lago e monti sul nostro territorio?
M: Sono molto contenta che il nostro territorio possa iniziare ad essere conosciuto e riconosciuto come una bellezza naturalistica dai turisti, non solo per il nostro lago, ma anche per le montagne e le bellezze architettoniche.
F: Credo sia importante adottare un modello di turismo più sostenibile, anche contingentando gli accessi ai principali luoghi di interesse. Ovviamente le amministrazioni e la politica dovrebbero fare la loro parte, soprattutto tramite l’adozione di piani coordinati di gestione dei flussi e una miglior organizzazione infrastrutturale del territorio.
E della sanità, in palese difficoltà (vedi il caso dell'ospedale di Merate)?
M: Le criticità del Sistema Sanitario lombardo sono emerse proprio in occasione della pandemia: io stessa per una operazione chirurgica definita di “routine” e a basso rischio, dopo due anni abbondanti di attesa, ho desistito. La situazione peggiora quando ci si riferisce alla prevenzione delle malattie, alla tutela della salute mentale e all’assistenza dei malati cronici, che dovrebbero invece essere alla base del welfare sociale del nostro Paese. Le conseguenze più dannose si sono ahimè riversate sulle fasce deboli della cittadinanza, che non possono permettersi di rivolgersi all’offerta di cliniche/ambulatori privati. Tutto ciò nel silenzio, quando invece sarebbe urgente un intervento di Regione Lombardia a sostegno della sanità pubblica locale.
F: Abbiamo sempre fatto l’errore di ritenere la nostra sanità lombarda la migliore in assoluto ma la recente emergenza sanitaria ci ha brutalmente smentito. Quello che davvero mi preoccupa è che la crisi del settore porta con sé, quale conseguenza principale, una forte diseguaglianza sociale dove chi ci rimette sono sempre i meno fortunati. Qualcosa evidentemente non funziona o non ha mai funzionato.
Secondo te che cosa funziona molto bene nel lecchese e cosa invece ci fa "sfigurare"?
M: Parto con quello che ci fa sfigurare: la viabilità e la rete stradale. La SS36, così come l’entrata/uscita dal capoluogo di Provincia, è ingestibile, soprattutto negli orari di punta e all’ingresso/uscita degli studenti da scuola, per non parlare di quando malauguratamente si verificano incidenti, oppure delle domeniche estive del bel tempo. Mi preoccupa non poco poi la situazione delle strade in vista della prossima costruzione del “quarto ponte”. È evidente che la viabilità della nostra Provincia debba essere ripensata, soprattutto in vista delle prossime Olimpiadi, che faranno del nostro territorio il crocevia del turismo, anche implementando e rafforzando il sistema di pullman e bus a collegamento tra Comuni. Quanto ai fiori all’occhiello del nostro territorio, non posso non citare le attività culturali, le manifestazioni e gli eventi: da primavera a estate, passando per le festività natalizie, tutta la nostra provincia si arricchisce di proposte ed eventi, per tutte le età, spesso organizzate e condotte dal lavoro e dall’impegno dei volontari.
F: Mi ritengo fortunato ad essere nato e cresciuto in un posto con grandi bellezze naturali e varietà di territorio. Mi ricollego pertanto alla domanda sul turismo e sulla Lecco-Bergamo per sottolineare come alla nostra Provincia manchino progetti e infrastrutture che garantiscano una migliore qualità di vita ed una valorizzazione di ciò che abbiamo. Basti pensare alla inefficienza del sistema viabilistico e ai quasi quotidiani ingorghi che si creano sulle nostre strade, soprattutto nei weekend. Al di là dei disagi, un traffico intenso e lunghe code concorrono ad aumentare esponenzialmente l’inquinamento e a peggiorare la nostra salute. Che senso ha cercare di diminuire gli inquinanti se ogni mattina ci vuole un’ora di auto per andare da Merate a Lecco? Se ogni domenica la SS36 rimane bloccata sino oltre le ore 20.00 di sera con migliaia di autovetture in coda con il motore acceso? Purtroppo anche il sistema ferroviario non è in grado di garantire una sufficiente affidabilità e qualità del servizio per proporsi come alternativa valida agli spostamenti e all’utilizzo di autovetture. Credo sia pertanto necessaria una profonda riflessione e ripensamento delle strutture a servizio del nostro territorio. Parlando invece degli aspetti positivi posso dire che, anche grazie al mio incarico amministrativo, percepisco molto bene la presenza delle Istituzioni, circostanza non scontata in realtà anche non lontane da noi.
Ma... in casa, alla fine, di chi è l'ultima parola?
M: Mia… ma faccio credere a Francesco che ce l’abbia lui!
F: Solitamente mia, ma solo perché Micol con me è molto paziente e mi accontenta sempre.
B.P.