Lecco perduta/395: la storia dell'albergo Croce di Malta
Era l’autunno 1993, trent’anni fa, quando ebbe inizio il crepuscolo autunnale di chiusura per l’Hotel Croce di Malta nella centralissima piazza Garibaldi. Si concludeva una storia lunga, secolare, con un albergo di 48 camere che aveva iniziato l’attività a metà Ottocento. La costruzione risentiva degli anni trascorsi: il complesso doveva essere radicalmente rinnovato. Oggi un’intera generazione di lecchesi, nati negli ultimi tre decenni, non può ricordare lo storico Croce di Malta.
Il congedo avveniva con la famiglia Negri, che aveva preso l’albergo nel 1930 dopo l’acquisto dalla famiglia Nava Torri Tarelli. Giuseppe e Piero Negri arrivavano al Malta dal Corona, oggi Moderno, vicino al municipio di piazza Diaz. Rinnovarono la struttura e, dopo i necessari lavori, aprivano i battenti il 21 novembre 1931.
Era già albergo dal Risorgimento e anche prima. Alcune lapidi ricordano i passaggi di Giuseppe Garibaldi, il discorso manzoniano di Giosuè Carducci nel 1891; la più recente è quella dedicata a Giuseppe Di Vittorio, leader internazionale del sindacato, che trovò morte improvvisa il 3 novembre 1957 quando era a Lecco per inaugurare la nuova sede della Camera del Lavoro che vedeva alla guida Pio Galli. Si tratta di una serigrafia ed è collocata vicino a quella del 1932 che ricorda Giuseppe Garibaldi: è un’opera multicolore in rilievo, realizzata da Ernesto Treccani. L’inaugurazione è del novembre 1997, quarant’anni dopo la scomparsa di Di Vittorio, presente l’allora segretario nazionale CGIL Sergio Cofferati.
Nella storia del Croce di Malta c’è da ricordare che l’albergo venne requisito dai tedeschi occupanti nel 1943 per sede del loro comando; ha poi visto gli alleati dopo la Liberazione 1945. Dal balcone sulla piazza si tennero i primi comizi della rinascita democratica postbellica di un’Italia libera: il più noto è stato quello di Pietro Nenni, leader del Partito Socialista, che sarà vice presidente del Consiglio nel primo governo di centro-sinistra guidato da Aldo Moro. Nel salone hanno tenuto comizi, in particolare negli anni ’60, leader politici di tutti i partiti.
Il Malta era, comunque, un nome di prestigio a Lecco già 150 anni prima. Nel 1847 era stata concessa al titolare, Francesco Gamba, la licenza di un viaggio giornaliero, per trasporto persone, dalla città fino a Bergamo con ritorno su diligenza a cavallo. Ed è stato anche l’albergo dei grandi pranzi risorgimentali dei garibaldini. Il 40° della battaglia di Mentana (1867) venne salutato da un banchetto di 150 invitati: con vibranti interventi parlarono ai reduci delle “camicie rosse” Mario Cermenati e il sindaco Ongania.
Anche la storica ascesa del settembre 1895 sulle prime pendici del Resegone per l’inaugurazione della capanna Antonio Stoppani del CAI Lecco si concluse in serata al Malta con una cena ritenuta imponente. Il proprietario di allora, Albertini, preparò un menù eccezionale per autorità, dirigenti CAI, inviati dei quotidiani nazionali, signore della società lecchese, pionieri dell’alpinismo. C’erano piatti eccezionali come la trota dell’Adda, il branzino dell’Adriatico, il camoscio della Valtellina in salmì. Peccato che non si possa ripetere fra due anni, quando la Stoppani ancora del CAI Lecco festeggerà il 130° (1895-2025). O, meglio ancora, quando la sezione lecchese del Club Alpino Italiano, oggi dedicata al grande Riccardo Cassin, ricorderà il 150° della sua fondazione (1874-2024).
Il congedo avveniva con la famiglia Negri, che aveva preso l’albergo nel 1930 dopo l’acquisto dalla famiglia Nava Torri Tarelli. Giuseppe e Piero Negri arrivavano al Malta dal Corona, oggi Moderno, vicino al municipio di piazza Diaz. Rinnovarono la struttura e, dopo i necessari lavori, aprivano i battenti il 21 novembre 1931.
Era già albergo dal Risorgimento e anche prima. Alcune lapidi ricordano i passaggi di Giuseppe Garibaldi, il discorso manzoniano di Giosuè Carducci nel 1891; la più recente è quella dedicata a Giuseppe Di Vittorio, leader internazionale del sindacato, che trovò morte improvvisa il 3 novembre 1957 quando era a Lecco per inaugurare la nuova sede della Camera del Lavoro che vedeva alla guida Pio Galli. Si tratta di una serigrafia ed è collocata vicino a quella del 1932 che ricorda Giuseppe Garibaldi: è un’opera multicolore in rilievo, realizzata da Ernesto Treccani. L’inaugurazione è del novembre 1997, quarant’anni dopo la scomparsa di Di Vittorio, presente l’allora segretario nazionale CGIL Sergio Cofferati.
Nella storia del Croce di Malta c’è da ricordare che l’albergo venne requisito dai tedeschi occupanti nel 1943 per sede del loro comando; ha poi visto gli alleati dopo la Liberazione 1945. Dal balcone sulla piazza si tennero i primi comizi della rinascita democratica postbellica di un’Italia libera: il più noto è stato quello di Pietro Nenni, leader del Partito Socialista, che sarà vice presidente del Consiglio nel primo governo di centro-sinistra guidato da Aldo Moro. Nel salone hanno tenuto comizi, in particolare negli anni ’60, leader politici di tutti i partiti.
Il Malta era, comunque, un nome di prestigio a Lecco già 150 anni prima. Nel 1847 era stata concessa al titolare, Francesco Gamba, la licenza di un viaggio giornaliero, per trasporto persone, dalla città fino a Bergamo con ritorno su diligenza a cavallo. Ed è stato anche l’albergo dei grandi pranzi risorgimentali dei garibaldini. Il 40° della battaglia di Mentana (1867) venne salutato da un banchetto di 150 invitati: con vibranti interventi parlarono ai reduci delle “camicie rosse” Mario Cermenati e il sindaco Ongania.
Anche la storica ascesa del settembre 1895 sulle prime pendici del Resegone per l’inaugurazione della capanna Antonio Stoppani del CAI Lecco si concluse in serata al Malta con una cena ritenuta imponente. Il proprietario di allora, Albertini, preparò un menù eccezionale per autorità, dirigenti CAI, inviati dei quotidiani nazionali, signore della società lecchese, pionieri dell’alpinismo. C’erano piatti eccezionali come la trota dell’Adda, il branzino dell’Adriatico, il camoscio della Valtellina in salmì. Peccato che non si possa ripetere fra due anni, quando la Stoppani ancora del CAI Lecco festeggerà il 130° (1895-2025). O, meglio ancora, quando la sezione lecchese del Club Alpino Italiano, oggi dedicata al grande Riccardo Cassin, ricorderà il 150° della sua fondazione (1874-2024).
A.B.