Lecco perduta/378: 60 anni fa chiudeva la Banca d'Italia

Erano i primi giorni del giugno 1963, quindi sessant’anni fa, quando veniva reso noto il comunicato ufficiale circa la chiusura della filiale di Lecco della Banca d’Italia, operante in città dal 1913. Le prime voci in merito iniziarono a circolare nell’autunno 1962. La notizia venne confermata ufficialmente nel gennaio 1963. Il consiglio generale dell’istituto di emissione aveva deciso l’abolizione di tutte le agenzie, ovvero degli uffici con sede non in capoluogo di provincia.


La notizia della chiusura della Banca d'Italia sulla stampa locale

Alcune personalità lecchesi, con il senatore Piero Amigoni, tentarono salvataggi “romani” con interventi presso le maggiori autorità di governo. La decisione era irremovibile. Anche Biella, città con situazione analoga a Lecco, doveva prendere atto della chiusura della sua agenzia, nonostante l’interessamento dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Pella, che era stato il successore alla guida del governo dello storico democristiano Alcide De Gasperi.
L’agenzia lecchese era stata aperta nel 1913 e chiudeva, quindi, dopo mezzo secolo di attività. L’edificio era stato costruito nella centralissima piazza Garibaldi, demolendo completamente il precedente basso fabbricato che era l’albergo del Morone. Quest’ultimo era noto per i suoi veglioni nelle notti di Capodanno e di Carnevale, rispetto alle feste d’élite che si svolgevano presso il vicino Teatro della Società.
Il palazzo ex Banca d’Italia tra il 2005 e il 2006 è stato acquistato dall’Unione Commercianti Lecchesi, mentre era presidente Massimo Sesana che poco dopo lasciò l’incarico per Peppino Ciresa, oggi consigliere comunale di Lecco, dopo essere stato in precedenza assessore. L’edificio venne ristrutturato su progetto dell’architetto Virginia Tentori; da allora è sede della Confcommercio Lecco e ospita uffici e servizi vari.


Il palazzo della Banca d'Italia, visto dal lato di piazza Garibaldi

La prima nuova tappa dell’ex palazzo della Banca d’Italia in piazza Garibaldi è, però, avvenuta nel 1966, quando venne inaugurato dal ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Battista Scalia, mentre era sindaco della città Alessandro Rusconi. L’edificio, liberato completamente dalla Banca che aveva chiuso la filiale, era stato abbandonato anche dell’ufficio postale centrale, trasferito nel nuovo complesso di viale Dante; veniva quindi adibito a palazzo della cultura, anche con un salone per conferenze e incontri. Veniva trasferita la biblioteca civica dalla sede di via Roma, nel palazzo Ghislanzoni, ad occupare gli spazi degli sportelli bancari.
Non mancarono a tale proposito le polemiche nell’ottobre 1966, quando, in occasione dell’apertura della stagione di Gioventù Musicale, un settimanale locale parlò di spazi insufficienti per manifestazioni pubbliche, una specie di “cantina della cultura”. La protesta proseguì con l’intervento di presidenti come Alberto Consonni per il Centro di Cultura, Marino Sottocornola per il Circolo Musicale e Carlo Secchi per Gioventù Musicale, i quali con una lettera inviata al sindaco Alessandro Rusconi ponevano in evidenza: “I sottoscritti riconoscono che, per quanto attiene ai servizi di segreteria e in generale alle sedi delle associazioni il palazzo Falck deve ritenersi sufficiente ed efficiente. Per quanto riguarda, invece, la sala riunioni, al piano terreno, pur riconoscendo lo sforzo affrontato dall’Amministrazione comunale, si ritiene doveroso significare che la stessa, almeno così come si presenta attualmente, denota inconvenienti di rilievo che ne limitano la funzionalità”.
Nelle settimane successive vennero sollevati problemi circa l’acustica del salone di palazzo Falck e si auspicavano adeguati interventi di miglioramento. La polemica si stemperò a fine novembre, quando ebbe inizio il Natale lecchese promosso dall’Azienda Turismo, con la collaborazione di varie associazioni cittadine. Il programma prevedeva concerti, mostre di pittura, illuminazione con lampadari delle principali vie cittadine e altro ancora. La serata di apertura del Natale lecchese ebbe inizio al cinema Nuovo con l’orchestra sinfonica e il coro di Radio Praga diretti da Jiri Starek, che hanno eseguito la Messa solenne di Beethoven.


 Il palazzo visto dal lato su piazza Mazzini

La Banca d’Italia aveva solo affittato il palazzo al Comune di Lecco e anni dopo comunicò la decisione di metterlo in vendita. Venne allora acquistato dall’Unione Commercianti Lecchesi per l'attuale destinazione a sede dell’organizzazione che prima era stata in via Parini e, all’inizio dell’attività, in via Fratelli Cairoli. L’operazione Natale lanciava anche la strenna del Commercio, promossa dall’Unione e dei Pubblici Esercizi di Lecco; presentava sui manifesti il simpatico pupazzetto disegnato dal popolare Angelo Gattinoni. Insomma, ci furono tempi e modi per dimenticare la cosiddetta “cantina della cultura”.
A.B.
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