Colico: si torna a 'chiamare l'erba' con i Marziroo, rito propiziatorio per il risveglio della natura
Un festoso corteo quest'oggi ha attraversato Colico, passando di frazione in frazione. Tra le vie di Curcio, Laghetto, Olgiasca e Villatico - dove il gruppo si è poi compattato dinnanzi alla chiesa ed era prevista anche una gustosa merenda per tutti - sono risuonati campanacci e corni, nel rispetto di un'antica tradizione. Quella di "risvegliare l'erba" ed invitarla così a tornare crescere, dopo il letargo invernale. In altre parole, anche quest'anno si è ripetuto l'antico rito dei Marziroo, coinvolgendo grandi e piccini che, vestiti da contadinelli, hanno mantenuto viva un'usanza le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Qualcuno le fa risalire all'epoca dei Celti, con la venerazione della divinità della fecondità; altri alla ritualità primaverile dei romani. In ogni caso è arrivata fino a noi, radicandosi in particolare in Alto Lario e Valtellina, dove tra fine febbraio e l'inizio di marzo, si è ancora soliti per l'appunto "chiamare l'erba" per chiedere il risveglio della natura in occasione del cambio di stagione, quando il freddo inverno lascia spazio alla primavera.
Un qualcosa, di propiziatorio a cui, un tempo gli agricoltori erano molto legati, auspicando di riuscire a realizzare un'ottima produzione di fieno e un raccolto abbondante. Del resto, tutto, nell'economia contadina, dipendeva proprio dalla terra e dunque anche dal meteo. Nei borghi lombardi, i Marziroo, fino agli anni '80, ancora giravano tra campi, prati e vigne, facendo baccano per poi bussare alle porte e ricevere dalla popolazione prodotti agricoli ma anche burro, formaggio e salsicce da consumare poi tutti insieme.
M.A.