Calolzio: in commissione il progetto per la 'Casa di Comunità', nuova struttura a Sala
La prima è stata aperta lo scorso anno a Olgiate, tenuta a battesimo dall'allora vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Sanità Letizia Moratti, in persona, attorniata dai sindaci in fascia tricolore e dalla dirigenza dell'ASST. In provincia ne sono previste complessivamente 8, come da legge di potenziamento per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche. Una delle quali, come noto da tempo, sarà a Calolzio: nella serata di ieri, in Comune, è stato presentato il progetto di quella che sarà la Casa di Comunità. O meglio, è stato mostrato il "disegno" dell'intervento urbanistico che porterà all'ampliamento dell'attuale Poliambulatorio di via Bergamo a Sala, con la creazione di una nuova palazzina su due piani - per un totale di circa 500 metri quadri - da destinarsi per l'appunto a sede della nuova struttura socio-sanitaria che - nelle intenzioni della Regione - diventerà "punto di riferimento continuativo per i cittadini".
La palazzina che sarà costruita in via Bergamo
A firmare le tavole sottoposte ai membri della commissione territorio presieduta da Marco Bonaiti i tecnici individuati dall'ASST di Lecco quale committente di un'opera che sarà finanziata attraverso risorse del PNRR. E proprio ragioni - anche - di budget, come spiegato dal sindaco Marco Ghezzi, hanno spinto Azienda Socio Sanitaria Territoriale a scartare quale possibile location per la Casa di Comunità di Calolziocorte l'immobile, in centro, dell'ex mutua, preferendo la via dell'edificazione ex novo a Sala, anche per una questione di contiguità e sinergia con l'attuale Poliambulatorio. Una soluzione di cui la commissione ha preso atto senza "questionare" (sul punto invece si era già espresso avanzando critiche il gruppo d'opposizione Cambia Calolzio, ieri non rappresentato in sala consigliare, da sempre impegnato nel sensibilizzare al riutilizzo degli immobili pubblici dismessi).
L'area come si presenta ora e sotto con l'inserimento del nuovo edificio
Al centro del confronto politico, invece, i "contenuti" della Casa di Comunità. Sonia Mazzoleni prima e Paolo Cola poi hanno insistito per avere delucidazioni sulla funzione che avrà la struttura e dunque sui servizi che saranno resi alla cittadinanza, chiedendo rassicurazioni anche sul personale dedicato per scongiurare il rischio di autorizzare una "cattedrale nel deserto". Dalla maggioranza è arrivata qualche informazione di massima avuta direttamente da ASST, con il sindaco e l'assessore all'edilizia Aldo Valsecchi pronti però a sottolineare come al momento il tema sia sotto la lente dell'amministrazione comunale solo dal punto di vista urbanistico e dunque della concessione dei permessi a costruire. Ad ogni modo, da linee guida regionali, presso le Case di Comunità "sono presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali". Per quella di Calolzio nel dettaglio, oltre al così detto "punto unico di accesso", si prevedono ambulatori da mettere a disposizione dei medici di base interessati al progetto con contatti preliminari già intercorsi anche con le quattro pediatre della Val San Martino, da tempo in cerca di una soluzione alternativa all'attuale studio, come sottolineato anche dal consigliere Marco Bonaiti. La Casa della Comunità ospiterà poi le infermiere di comunità e il centro prelievi, ipotizzando anche un'integrazione con i servizi sociali. A regime dovrebbe funzionare 7 giorni su 7, almeno 12 ore/dì. Ma, come rimarcato, sarà ASST in altro momento a delineare, secondo esigenza, l'offerta. Anche perché, concessi i permessi e avviato il cantiere, il taglio del nastro non sarà, in linea teorica, prima del 2024.
A.M.