Giorno del Ricordo: il 20 uno spettacolo a Montevecchia
Per onorare il Giorno del Ricordo (10 febbraio), istituito con legge 92 del 30 marzo 2004 con l’obiettivo di conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale, la Provincia di Lecco e il Comune di Montevecchia organizzano l'evento istituzionale dal titolo "La grande storia di Abdon Pamich. Dalle foibe alla medaglia d’oro olimpica" di e con l’autore, poeta e regista teatrale Davide Giandrini. L'appuntamento è per lunedì 20 febbraio alle 21.00 a Montevecchia, presso il teatro dell’oratorio, in via Belvedere 49. Ingresso libero.
Scheda spettacolo
Settembre 1947. Immaginate un ragazzino di 13 anni. Indossa calzoncini, maglietta e scarpe da ginnastica. Sta fuggendo, insieme al fratello Giovanni, dalla sua amata Fiume. Senza la mamma. Senza il papà. Loro due. Da soli. Immaginateli di notte. A correre nel buio. Tra i binari della campagna. Per oltre cinque chilometri. Alla ricerca di un treno che li possa portare verso un futuro migliore. Più sicuro. Quel ragazzino è diventato uno degli sportivi italiani nel mondo con il maggior numero di medaglie conquistate. Nella faticosa disciplina della marcia. Medaglia di bronzo ai Giochi di Roma del 1960, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, e ancora due volte campione europeo e 40 titoli italiani. Una storia che racconta del dramma delle foibe. Di quello che migliaia di italiani hanno dovuto subire dopo la seconda guerra mondiale, quando l’Italia, sconfitta, firmò il Trattato di pace che assegnava parte delle sue terre alla Jugoslavia di Tito. Una storia profonda. Commovente. Con un finale braccia al cielo!
“Questa proposta è frutto della condivisione tra la Provincia di Lecco e il Comune di Montevecchia - commentano la Presidente Alessandra Hofmann e la Consigliere provinciale delegata a Cultura e Beni culturali Fiorenza Albani -. Con questa iniziativa vogliamo esprimere un sentimento di vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime delle stragi compiute nelle foibe, insieme al ricordo delle popolazioni italiane costrette a scappare e ad abbandonare terra, casa, lavoro, amici e affetti, incalzati dalle bande armate jugoslave. Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi e ai loro discendenti va il nostro pensiero affinché la loro angoscia non vada dimenticata, ma resti da monito contro i regimi totalitari e le ideologie che opprimono e schiacciano le minoranze, negando i diritti delle persone. Come istituzioni abbiamo la responsabilità di non dimenticare e il dovere di rinnovare il nostro impegno per la costruzione di una società più giusta, unita e solidale”.
Scheda spettacolo
Settembre 1947. Immaginate un ragazzino di 13 anni. Indossa calzoncini, maglietta e scarpe da ginnastica. Sta fuggendo, insieme al fratello Giovanni, dalla sua amata Fiume. Senza la mamma. Senza il papà. Loro due. Da soli. Immaginateli di notte. A correre nel buio. Tra i binari della campagna. Per oltre cinque chilometri. Alla ricerca di un treno che li possa portare verso un futuro migliore. Più sicuro. Quel ragazzino è diventato uno degli sportivi italiani nel mondo con il maggior numero di medaglie conquistate. Nella faticosa disciplina della marcia. Medaglia di bronzo ai Giochi di Roma del 1960, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, e ancora due volte campione europeo e 40 titoli italiani. Una storia che racconta del dramma delle foibe. Di quello che migliaia di italiani hanno dovuto subire dopo la seconda guerra mondiale, quando l’Italia, sconfitta, firmò il Trattato di pace che assegnava parte delle sue terre alla Jugoslavia di Tito. Una storia profonda. Commovente. Con un finale braccia al cielo!