Pescate: riapre la chiesetta di Sant'Agata, Messa il 6
Dopo due anni di chiusura a causa della pandemia, la chiesa di Sant’Agata alle Pescaline riapre le proprie porte nella ricorrenza patronale dei primi giorni di febbraio. Quest’anno la data del 5 cade di domenica, pertanto è già stato reso noto che la Messa pomeridiana delle 15.00 verrà differita allo stesso orario di lunedì 6.
5 febbraio 2012: il cardinale Dionigi Tettamanzi inaugura la rinnovata chiesetta, dopo importanti restauri
(foto messa a disposizione da Federico Bonifacio)
C’è una parte notevole della storia di Pescate presso la chiesetta di Sant’Agata, già menzionata nelle pergamene del Libro Notizie delle Chiese Milanesi dovuto a Goffredo da Bussero, nel XIII secolo. Era allora collocata nella pieve di Garlate; è poi nel 1574 che il primo censimento della parrocchia di Lecco indica le località di Pescate e La Toreta. Sant’Agata sarà ampliata nel 1830, poco prima della costruzione della nuova regia strada Lecco-Milano che attraversava il territorio lungo l’Adda. La chiesa era ancora posizionata tra vasti prati, in posizione isolata sui primi rilievi del monte Barro, per evitare che le piene del fiume arrivassero ad allagare l’edificio sacro. Il campanile è del 1922, due anni dopo l’ingresso di don Paolo Barzaghi, cappellano alle Torrette e vicario della prepositurale di San Nicolò a Lecco, che sarà poi il primo parroco di Pescate.
E ancora la chiesetta di Sant’Agata entra nella storia soprattutto con quest'ultimo sacerdote quando, per costruire la nuova parrocchiale, venne convocata un’assemblea dei capi famiglia, con gli operai che decisero di mettere a disposizione una retribuzione di mezza giornata di lavoro al mese, e i contadini una parte dei raccolti; le donne, invece, consegneranno le uova raccolte in pollaio alla domenica.
Fedeli affluiscono verso Sant'Agata nella ricorrenza del 5 febbraio
La struttura delle Pescaline avrebbe potuto avere un momento di storica notorietà durante le riprese del grande sceneggiato per la RAI TV dei Promessi Sposi, con il lecchese Nino Castelnuovo nella parte di Renzo. Il regista Sandro Bolch, nel 1966, aveva visitato più volte l’angolo di fiume tra Pescarenico e l’antistante sponda delle Pescaline con Sant’Agata per riprendere la scena dell’Addio Monti. Fu però impossibile per l’esistenza di tralicci elettrici, pali dell’illuminazione, cartelli stradali e via dicendo.
L‘apertura di Sant’Agata è continuata ad essere tradizionale nella ricorrenza del 5 febbraio. Nel 1969 il parroco don Angelo Ronchi, subentrato a don Paolo Barzaghi, provvedeva alla sistemazione del tetto e ad altre opere di manutenzione straordinaria. La Messa del 5 febbraio continuerà anche con il parroco don Bruno Croci, prima coadiutore nella manzoniana Pescarenico.
Sant'Agata quando il 5 febbraio c'era ancora la neve
Giungevano alla chiesetta non solo devoti di Pescate, ma anche da diverse località del lecchese e dell’allora confinante provincia di Bergamo, oltre il ponte di Olginate. Vi è stata anche la cena delle donne in serata, presso l’oratorio, dove i mariti avevano il ruolo di cuochi e camerieri. Ora Pescate è nella Comunità pastorale con Olginate e Garlate, con il prevosto don Matteo Gignoli.
Da sottolineare la festa di Sant’Agata del febbraio 2012, quando intervenne l’arcivescovo emerito di Milano Dionigi Tettamanzi, che inaugurò la rinnovata chiesetta dopo importanti restauri. Era allora parroco don Enrico Mauri. Il cardinale ha proceduto pure alla benedizione del nuovo altare offerto dall’Associazione Amici Baita di Pescate. Federico Bonifacio, già sindaco e presidente del Parco Monte Barro (dove ora occupa l’incarico di vice) sta aggiungendo un nuovo capitolo che riguarda Sant’Agata e monte Castelletto al suo libro di storia locale uscito nel marzo 2001. Non sono mancati, al termine della Messa, per diversi anni, momenti di incontro familiare con dolcetti e vin brulè, organizzati in particolare da Rita Frigerio Pirovano, allora capogruppo in Consiglio comunale, dove era sindaco Enrico Valsecchi.
Cena per le donne a Sant'Agata
A.B.