La memoria del Tenente Todeschini nella pietra d’inciampo posata nella sua Premana

Quale occasione migliore della Giornata della Memoria per perpetuare e fissare, non solo simbolicamente, il ricordo di coloro che, con le loro gesta e il loro sacrificio, hanno posto le basi per il mondo libero e democratico in cui viviamo oggi?
Nel giorno in cui Cassina ha reso omaggio a Rinaldo Combi e nel quale a Pasturo sono state consegnate nove medaglie in onore di altrettanti deportati e internati valsassinesi nei lager nazisti, Premana ha posato una pietra d’inciampo in onore di Giovanni Battista Todeschini, una delle figure più importanti della Resistenza premanese e valsassinese.

La vetrina allestita in onore del ten. Todeschini

Classe 1915 e fin da giovane esempio di serietà, autorevolezza e coraggio, il tenente Todeschini fu uno dei responsabili e coordinatori delle unità partigiane sorte in Valsassina dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il 27 dicembre 1944, a soli ventinove anni, Todeschini si consegnò ai fascisti per salvare i suoi compagni e il suo paese. Dopo il carcere a Como e a San Vittore e la detenzione nel lager di Bolzano, il 1° febbraio 1945 venne inviato a Mauthausen e, l’11 aprile dello stesso anno, assassinato dai nazisti. Recentissima, tra l’altro, la pubblicazione del Quarto “Libro Nero Ribelli”, tratto da uno dei diari del tenente (l’unico non sequestrato dai fascisti).
Oggi, nel primo pomeriggio, molti premanesi si sono riuniti in Piazza Consiglio, a pochi passi dalla sede del Gruppo Alpini di Premana, per assistere alla cerimonia di posa del sanpietrino ricoperto di ottone, che “stampa” per sempre la memoria di Giovanni Battista Todeschini, riportandone il nome, l’anno di nascita, l’anno e il luogo di arresto e di deportazione e la data di morte. Un modo non solo di ricordare figure come quella del tenente, ma anche di far "inciampare” nella memoria delle atrocità della guerra e della malvagità dell'uomo chi passa di lì.

In prima fila i bambini delle elementari e i preadolescenti di terza media (che tenevano tra le mani un rametto di rosmarino, simbolo del ricordo e del coraggio), perché la memoria di un evento tanto terribile e forse incomprensibile, come l’Olocausto, deve passare proprio per le generazioni più giovani. Presenti, tra le autorità, i sindaci di Pagnona, Margno, Cassina Valsassina, il vicesindaco di Lecco, Simona Piazza, oltre al Comandante della Compagnia Carabinieri di Lecco, il Ten. Col. Carmelo Albanese.
Hanno inoltre preso parte alla cerimonia alcuni tra gli autori del Quarto “Libro Nero Ribelli”, tra cui Augusto Giuseppe Amanti, che ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti, e Massimo Lazzari, che ha inframezzato la cerimonia con canti della Resistenza (Siamo i ribelli della montagna, Fischia il vento e Bella ciao). Dopo aver reso onore alla bandiera italiana, con uno squillo di tromba, il parroco di Premana, Don Matteo Albani, ha benedetto la fossetta destinata ad ospitare la pietra d’inciampo.
Hanno fatto seguito gli interventi di Angelo Pavone, presidente dell’ANPI Valsassina (ANPI che, per l’occasione, ha consegnato a tutti i ragazzi di terza media della Valsassina una copia del Quarto "Libro nero Ribelli) di Gian Battista “Giamba” Sanelli, nipote del tenente Todeschini, del vicesindaco di Premana, Domenico Pomoni e di Morris Codega, capogruppo degli Alpini di Premana. Significative le parole di quest’ultimo, che si è rivolto così al tenente Todeschini: “In questa pietra è racchiuso il tuo spirito e la tua presenza ci rasserena e ci conforta. Perché in questa pietra inciamperemo - sì: guarderemo in faccia le atrocità di cui è capace l’uomo, ricorderemo tutto il dolore di allora, dovremo scuoterci da una comoda indifferenza; però non perderemo la fiducia nell’uomo, che talvolta sa scegliere il bene; però sentiremo di aver fatto una cosa buona a riservarti un posto qui, nel cuore del paese; però avremo sotto gli occhi un esempio a darci coraggio. Possa davvero il tuo sacrificio essere un faro per tutti noi, giovani, adulti ed anziani. Riposa, Battista, riposa finalmente in pace e perdonaci se puoi.”

Il Prefetto posa la pietra d'inciampo

Infine, il discorso del Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio, che ha in seguito posato la pietra d’inciampo, “la tomba che Giovanni Battista Todeschini non ha mai avuto la possibilità di avere”, come ha voluto definirla il vicesindaco, mentre Giamba Sanelli ha adagiato una corona di alloro a fianco del sanpietrino.
Il 27 gennaio ci offre una volta all’anno l’opportunità di ricordare, di non dimenticare tutto il male che gli uomini hanno saputo commettere verso altri uomini, tutti gli orrori di cui il genere umano ha saputo macchiarsi. Sempre, però, con un messaggio di speranza: perché è proprio dalla storia che possiamo imparare ed evitare che tragedie come quella della Shoah si ripetano.
A.Te.
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