Calolzio: dopo la mostra, pubblicato il Catalogo di 'Controluce', con le foto dei Marenzi
“Chi non ha memoria di comunità si sente più solo”. E' (anche) partendo da questo assunto che il Comune di Calolzio, con il supporto della Provincia di Lecco e della Fondazione Monastero di San Maria del Lavello nonché con la fattiva collaborazione della Biblioteca e dell'Ecomuseo Val San Martino, ha dato alle stampe il Catalogo di “Controluce”, la mostra “antipasto” dedicata, lo scorso mese di novembre, all'Archivio Marenzi, la sterminata collezione di negativi, lastre e diapositive, che l'omonima famiglia di fotografi in attività ininterrottamente per tre generazioni, fino al 2016, ha deciso di donare alla comunità. “Antipasto”, come aveva detto all'inaugurazione il professor Fabio Bonaiti, in quanto anteprima di un più ampio progetto di ricerca che, con il tempo, verrà portato avanti con il preciso scopo, come ricordato quest'oggi dalla dottoressa Elisabetta Gandolfi, presentando il libro, di conservare il patrimonio ceduto dai Marenzi alla collettività e di valorizzarlo rendendolo fruibile, sviluppando al contempo il senso di appartenenza attorno ad una storia comune raccontata di scatto in scatto.
Aldo Valsecchi, Roberto Monteleone e Cristina Valsecchi
88 le immagini selezionate per il Catalogo, in uno spaccato che va dagli anni Trenta egli anni Sessanta. Un “biglietto da visita” del potenziale dell'Archivio, per mutuare la definizione odierna di Bonaiti che, attingendo dai contributi che impreziosiscono la pubblicazione, ha sintetizzato la cifra dell'iniziativa in quattro parole: erede, custode, specchio e riflesso. Facile intuire il riferimento della prima: la collezione fotografica è stata alimentata e tramandata da tre generazioni di Marenzi, rappresentando dunque una eredità che la famiglia ha deciso ora di trasformare da privata a pubblica, con la comunità dunque “erede di questo patrimonio”.
E come ha aggiunto anche da Roberto Monteleone, presidente della Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello, gli scatti diventano anche spunto di riflessione su come, anche velocemente, nell'arco di pochi anni, la società cambia. Riuscendo perfino a far tornare alla mente profumi, come sottolineato dal vicesindaco Aldo Valsecchi, con riferimento allo scatto relativo ad una delle annuali “narcisate” a Valcava. “Questo – ha rimarcato l'assessore Cristina Valsecchi – è un libro che abbiamo voluto, l'inizio di una raccolta”. Ne seguiranno dunque altri, perché, come confermato dalla dottoressa Gandolfi, se da una parte la famiglia Marenzi ha compiuto un non comune atto di fiducia verso l'Ente pubblico, affidandogli il proprio “tesoretto”, dall'altra l'amministrazione, come altrettanto raramente succede, ha dimostrato immediata disponibilità per valorizzare ciò che da subito è stato considerato un “patrimonio”. Elisabetta Gandolfi. Sotto Fabio Bonaiti
“Nel momento di in cui si concretizzerà la cessione e diventerà fondo aggregato dell'archivio comunale, il ruolo di custode passerà all'ente pubblico” ha proseguito il professore, spiegando come tutto il materiale dovrà essere inventariato e catalogato, per poi essere digitalizzato fino ad arrivare alla costruzione di una banca dati, accessibile sia agli studiosi sia alla collettività, per future nuove iniziative come “Controluce” che, del resto, è stata concepita – non solo come omaggio ai Marenzi, con una sezione dedicata proprio alla famiglia – ma anche e soprattutto come “assaggio” dei potenziali filoni di approfondimento, affinché la comunità si possa davvero “specchiare” nelle foto. Ovviamente nelle foto poi ci si... riflette.