Premana: sala gremita per la presentazione del libro tratto dal diario del tenente Giovanni Battista Todeschini
È stato presentato ieri sera, 27 dicembre, presso il Cine-Teatro Parrocchiale di San Rocco a Premana (gremito per l'occasione), il Quarto "Libro Nero Ribelli", tratto dal diario del tenente Giovanni Battista Todeschini, una delle figure più importanti della Resistenza locale.
Giovanni Battista Todeschini nasce il 14 luglio 1915 a Premana. È bravo negli studi e si diploma ragioniere. Nel 1937, finisce il corso allievi ufficiali a Bassano del Grappa, da cui esce sottotenente, destinato al V alpini, Battaglione Morbegno. Combatte in Francia e poi in Albania nel corso della Seconda Guerra Mondiale.L'8 settembre 1943 l'armistizio lo coglie a Monza. Todeschini sale immediatamente sulle sue montagne, dove stanno già nascendo le prime formazioni partigiane. Inizia a tenere dei diari, dove annota eventi, indicazioni utili, dati di vario tipo, contatti (spesso riportati con degli pseudonimi). Nel dicembre 1943, tre dei suoi diari finiscono nelle mani dei fascisti: un duro colpo per il tenente, perché in quelle pagine non vi erano solamente informazioni vitali per lui e per il suo gruppo, ma anche i nomi di coloro che stavano aiutando i partigiani (soprattutto con i rifornimenti), messi dunque in pericolo da quel ritrovamento. Il 27 dicembre 1944, Todeschini si consegna ai fascisti per salvare i suoi compagni e il suo paese. Dopo il carcere a Como e a San Vittore e la detenzione nel lager di Bolzano, l'1 febbraio 1945 viene inviato a Mathausen, dove morità l'11 aprile dello stesso anno.
Il libro contiene le pagine originali del diario, la loro trascrizione, una contestualizzazione storica e geografica dei fatti, oltre a preziosi approfondimenti. È stato realizzato da Augusto Giuseppe Amanti, Gabriele Fontana, Massimo Lazzari e Wilma Milani. Fondamentale poi il contributo di Gian Battista Sanelli, nipote di Todeschini, che ha conservato e fornito il diario dello zio (aiutando tra l'altro gli autori nella traduzione di luoghi e nomi in esso riportati dal tenente).
Si tratta di un'opera di incredibile valore storico, che, come hanno ricordato diversi degli ospiti intervenuti nel corso della serata, permette di fare memoria di quel periodo così buio della nostra storia, dove figure come quella del tenente Todeschini hanno tracciato la via per la libertà e la democrazia dell'Italia di ieri e di oggi.
La presentazione è stata guidata da Augusto Giuseppe Amanti e da Massimo Lazzari, che ha inframezzato i vari interventi con interventi musicali a tema.
Il primo a intervenire è stato Angelo Pavone, presidente dell'ANPI Valsassina, che ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato concretamente alla stampa del libro, definendo lo stesso come "un contributo fondamentale per la conoscenza della Resistenza valsassinese". Pavone ha parlato della necessità di un legame sano tra storia e memoria, che permetta di creare "una memoria collettiva basata su fatti storici, oggettivi e documentati". Non a caso l'ultima frase del libro è la seguente: "Autoprodotto e stampato ai soli fini della diffusione della memoria".
Gian Battista "Giamba" Sanelli ha ringraziato tutti i presenti, parlando dello zio come di "un giovane partigiano combattente, che ha saputo conquistarsi stima e rispetto". Un ragazzo morto a soli ventinove anni, che ha avuto la capacità e l'enorme merito di tenere insieme i partigiani cittadini "rossi" e i ragazzi di montagna della sua Premana. Sanelli ha espresso la volontà di riaccendere e perpetuare la memoria, anche per combattere gli odierni rigurgiti di fascismo.
Hanno fatto seguito le parole di Angelo De Battista, del comitato provinciale ANPI di Lecco, che ha discusso quella profonda frattura tra legalità e giustizia che si verifica nei tempi più difficili. Quando partigiani di montagna e cittadini, così socialmente, ideologicamente e culturalmente diversi, si incontrarono sulle montagne per liberare l'Italia, "figure come quelle di Todeschini furono fondamentali per operare non solo un collegamento, ma una vera e propria unione". Quell'unione che è il simbolo più vivo dell'Italia che è (ri)nata dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Augusto Giuseppe Amanti, tra gli autori, ha voluto invece accennare brevemente alle vicende narrate nel diario. Ambientato nell'inverno del 1944, il racconto di Todeschini venne già ripreso in maniera relativamente ampia da Antonio Bellati nel suo "Vit de quai sort". Tuttavia, il Quarto "Libro Nero ribelli" arricchisce il racconto in due sensi: in primo luogo, l'accesso (non privo di difficoltà) a documenti storici prima secretati ha permesso una miglior contestualizzazione dei fatti e nuovi approfondimenti; dall'altra parte, rispetto all'opera di Bellati, il diario (oltre ad essere una riproduzione completa e fedele) si propone di andare oltre il contesto locale (cui era maggiormente interessato lo scrittore premanese, che scrive in fondo per i suoi compaesani), per toccare temi di grande rilevanza ed uscire non solo da Premana, ma anche della stessa Valsassina.
Gabriele Fontana ha poi ricordato quello che è l'intento del libro: raccontare le figure dei partigiani "così com'erano della realtà", senza idealizzazioni, perché ciò che è indispensabile "è tenere viva la memoria e discutere di questi fatti". Concludendo con "la speranza che qualcuno prosegua ed arricchisca il lavoro, raccogliendo i sassolini da noi lasciati sulla strada", e dichiarandosi "convinto che Todeschini, ovunque sia, è qui con noi in questo momento".
Sempre tra gli autori, ha fatto seguito l'intervento di Wilma Milani e Massimo Lazzari, che si sono occupati della contestualizzazione degli eventi: geografia e geologia del territorio premanese, vie di comunicazione, contesto storico... "I sentieri del Todeschini sono i sentieri della comunità premanese; dunque, non abbiamo voluto creare sovrapposizioni con le mappe già esistenti, che erano molto ben fatte e complete" ha voluto precisare Milani.
In chiusura, i saluti istituzionali. Morris Codega, capogruppo degli Alpini di Premana, ha nuovamente insistito su come Giovanni Battista Todeschini abbia saputo unire culture ed estrazioni sociali diverse per dare all'Italia libertà e democrazia. "Dobbiamo conservare e non dimenticare" ha affermato. Mentre Domenico Pomoni, vicesindaco del Comune di Premana, ha esaltato l'importanza della storia recente, esortando a tenere viva la memoria, guardando al passato per conoscere il presente e prepararsi al futuro.
Infine, i saluti del Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio, che ha evidenziato come il diario di Todeschini e le vicende in esso narrate costituiscano "un paradigma di tante storie del nostro Paese", dichiarandosi tuttavia colpito dalla "singolare tensione morale che caratterizza i protagonisti delle vicende, ma anche gli stessi autori". Pomponio ha ribadito "l'importanza di parlare e discutere di temi quali la Resistenza nel nostro Paese", andando oltre la "semplice" celebrazione del personaggio del tenente. "Il libro esce decisamente dai confini premanesi e della Valsassina stessa, per rivolgersi in un certo senso a tutti i cittadini del mondo e a chi sia portatore di determinati valori" ha concluso.
Ora il Quarto "Libro Nero Ribelli" verrà presentato il 29 dicembre presso la Comunità Montana a Barzio, il 2 gennaio presso la sala consigliare a Taceno, il 4 gennaio presso la sala consigliare a Introbio, il 7 gennaio presso la sala civica di Barzio e, infine, il 20 gennaio presso la sala civica a Cassina Valsassina.
Alessandro Tenderini