Cortenova: 22 postazioni per trasformare l'intero paese in un presepe ambientato nel '900, tra tradizioni e magia del Natale
Grande successo per il presepe vivente allestito a Cortenova nella notte di Natale, la notte più "magica" dell'anno nel corso della quale, tutti, impegnandoci possiamo tornare un po' bambini, credendo che tutto sia possibile.
L'intero paese è tornato indietro nel tempo, portando i visitatori a compiere un tuffo nel passato: la Natività è stata ambientata infatti nel secolo scorso. "E se fosse nato qui", del resto, il titolo dell'iniziativa, tornata ad essere proposta dopo il lungo stop imposto dalla pandemia. Risaliva al 2019, infatti, l'ultima edizione di una tradizione popolare che, non appena possibile, Cortenova ha voluto onorare, a poche ore dalla scoccare del 25 dicembre.
I suoi abitanti - facendosi figuranti, mantenendo però genuinità - sono così tornati ai ritmi lenti di una volta, riprendendo lavori manuali oggi ormai "superati" e in qualche caso addirittura dimenticati. Qualcosa di molto lontano e forse anche inimmaginabile per le nuove generazioni, chiamate invece, anche attraverso proposte come queste, a conoscere e conservare un patrimonio di gesti, nozioni e abilità tramandate fino ai giorni nostri di padre in figlio.
Il tutto all'interno di un percorso che ha preso avvio nei pressi del Municipio per snodarsi, attraverso 22 postazioni, tutte curate nei minimi dettagli.
In un edificio si trovavano Ol Podestà, la Posta e la Scöla: ogni locale riscaldato con una stufa in ghisa o un camino alimentato a legna, con il tepore, durante le lezioni, garantito dai ciocchi portati da casa a turno dagli alunni stessi.
All'esterno, immancabile, la postazione dell'Asen (l'asino), nel '900 ancora utilizzato come mezzo di trasporto, mentre il postino, con la borsa a tracolla si spostava a piedi per le vie del paese, a consegnare la corrispondenza.
Nella Gesa de San Fermo, i visitatori hanno trovato ad attenderli il sacrestano intento a preparare l'altare per la funzione religiosa. Nella parte alta del paese, verso monte, tante le attività contadine, con la famiglia del cabreer (capraio), la latteria e la stalla, oltre al macellaio impegnato nella lavorazione delle carni.
All'aperto il mercato con la vendita delle verdure, dei dolci e degli abiti ottenuti dalla lavorazione della lana. Accanto, entrando in una vecchia corte, è stata inserita l'osteria, in cui il profumo di vino brulé con le sue spezie inebriava l'aria. Dietro le finestre con le tendine in pizzo, alla luce fioca di un lampadario, poteva osservare una famiglia, con la madre che lavora a maglia mentre la figlia arrotola i gomitoli ed il padre mette il paiolo sul fuoco.
Subito fuori la postazione delle lavandaie che, dentro ad un pentolone, facevano il bucato mettendo poi la biancheria a stendere. Un drappello di alcuni membri dei Coscritti di Premana ha accompagnato grandi e piccini con i suoi canti tutto il percorso, sostando davanti ai braceri accesi ad intonare allegre melodie.
Ad ultimare il giro, la tappa alla Filera (filanda), luogo delle donne dalla mani d'oro. Solo alla fine, l'arrivo in stalla dove un asinello e una mucca, guardavano una mangiatoia, accanto un uomo e la sua giovane sposa con in braccio un neonato. E si, è nato qui, a Cortenova, il 25 dicembre. Auguri a tutti.
L'intero paese è tornato indietro nel tempo, portando i visitatori a compiere un tuffo nel passato: la Natività è stata ambientata infatti nel secolo scorso. "E se fosse nato qui", del resto, il titolo dell'iniziativa, tornata ad essere proposta dopo il lungo stop imposto dalla pandemia. Risaliva al 2019, infatti, l'ultima edizione di una tradizione popolare che, non appena possibile, Cortenova ha voluto onorare, a poche ore dalla scoccare del 25 dicembre.
I suoi abitanti - facendosi figuranti, mantenendo però genuinità - sono così tornati ai ritmi lenti di una volta, riprendendo lavori manuali oggi ormai "superati" e in qualche caso addirittura dimenticati. Qualcosa di molto lontano e forse anche inimmaginabile per le nuove generazioni, chiamate invece, anche attraverso proposte come queste, a conoscere e conservare un patrimonio di gesti, nozioni e abilità tramandate fino ai giorni nostri di padre in figlio.
Il tutto all'interno di un percorso che ha preso avvio nei pressi del Municipio per snodarsi, attraverso 22 postazioni, tutte curate nei minimi dettagli.
In un edificio si trovavano Ol Podestà, la Posta e la Scöla: ogni locale riscaldato con una stufa in ghisa o un camino alimentato a legna, con il tepore, durante le lezioni, garantito dai ciocchi portati da casa a turno dagli alunni stessi.
All'esterno, immancabile, la postazione dell'Asen (l'asino), nel '900 ancora utilizzato come mezzo di trasporto, mentre il postino, con la borsa a tracolla si spostava a piedi per le vie del paese, a consegnare la corrispondenza.
Nella Gesa de San Fermo, i visitatori hanno trovato ad attenderli il sacrestano intento a preparare l'altare per la funzione religiosa. Nella parte alta del paese, verso monte, tante le attività contadine, con la famiglia del cabreer (capraio), la latteria e la stalla, oltre al macellaio impegnato nella lavorazione delle carni.
All'aperto il mercato con la vendita delle verdure, dei dolci e degli abiti ottenuti dalla lavorazione della lana. Accanto, entrando in una vecchia corte, è stata inserita l'osteria, in cui il profumo di vino brulé con le sue spezie inebriava l'aria. Dietro le finestre con le tendine in pizzo, alla luce fioca di un lampadario, poteva osservare una famiglia, con la madre che lavora a maglia mentre la figlia arrotola i gomitoli ed il padre mette il paiolo sul fuoco.
Subito fuori la postazione delle lavandaie che, dentro ad un pentolone, facevano il bucato mettendo poi la biancheria a stendere. Un drappello di alcuni membri dei Coscritti di Premana ha accompagnato grandi e piccini con i suoi canti tutto il percorso, sostando davanti ai braceri accesi ad intonare allegre melodie.
Ad ultimare il giro, la tappa alla Filera (filanda), luogo delle donne dalla mani d'oro. Solo alla fine, l'arrivo in stalla dove un asinello e una mucca, guardavano una mangiatoia, accanto un uomo e la sua giovane sposa con in braccio un neonato. E si, è nato qui, a Cortenova, il 25 dicembre. Auguri a tutti.
Moira Acquistapace