Calolzio: mezzo secolo da cronista, medaglia dell'Ordine dei Giornalisti a Giovanni Attinà
Giovanni Attinà premiato dal Presidente dell'Ordine dei Giornalisti
Un'infatuazione giovanile, quella per il giornalismo - "quando avevo qualche spicciolo in tasca mi recavo in edicola per acquistare tre quotidiani, che allora costavano 30 lire, in una stagione della professione sicuramente migliore di adesso, a mio parere" - rinforzata dall'amicizia, nata tra i banchi delle scuole superiori, a Reggio Calabria, con il compagno Piero Cento che, allora, seguiva la Reggina, dettando poi i servizi telefonicamente alla redazione del giornale per cui lavorava. Arrivato al Nord, appena ha avuto la possibilità, Attinà ha iniziato così a scrivere per L'Eco. Il primo pezzullo, risale al 23 marzo 1969: una breve per raccontare di Al Bano, arrivato a Calolzio con il fratello, per esibirsi all'ormai da tempo dismesso Cinema-Teatro Manzoni. Tanti gli aneddoti legati ai successivi incontri e alle collaborazioni via via intraprese a cominciare da quella, avviata nel novembre 1969, con il Corriere della Sera. E poi, ancora nella stagione del telefono e del "fuori sacco", con Il Giornale di Lecco, La Notte, Il Giornale di Bergamo, Il Resegone. Passando - in tutti i sensi - anche da Radio Grignetta, Radio Alta e Radio Cristal nonché da Bergamo TV. Sempre mantenendo l'impegno originale con L'Eco di Bergamo, per cui tutt'ora scrive. Con il piglio deciso che, da “brontolone”, lo contraddistingue anche nella vita.