Un altro corso per salvare vite in ricordo di 'Pescegatto'. E si punta ad un altro DAE

“Riteniamo che il corso sia fondamentale, ancora di più che il defibrillatore stesso”. Mentre spiegava, Giò ha sorriso, anche se solo per un attimo. Probabilmente pensava a tutte le vite che si salveranno grazie all’impegno suo e degli altri famigliari di “Pescegatto”.

Marco Pietro Rossi è mancato tragicamente nel gennaio 2021 a seguito di un incidente occorso in fase di atterraggio con il paracadute presso l’aeroporto del Migliaro di Cremona. Da questa terribile vicenda, però, è nata una speranza, grazie alla generosità di chi voleva bene a Marco ma anche alla forza dei suoi affetti più stretti. La raccolta fondi indetta nel nome del giovane, residente a Valgreghentino, ha superato le più rosee aspettative. È stato possibile acquistare e donare ben cinque defibrillatori, l’ultimo dei quali è stato collocato la scorsa primavera presso la paninoteca Ermete, situata in corso Martiri della Liberazione a Malgrate. Fondamentale punto di ritrovo per il Marco adolescente e i suoi amici.

Ieri mattina, nello studio di fotografia di Stefano e Francesca Greco, titolari anche della paninoteca Ermete, si è tenuto un corso sul corretto utilizzo degli apparecchi DAE. All’inizio della mattinata è passato a portare i suoi saluti anche Antonio Rossi, sottosegretario ai Grandi eventi in regione Lombardia nonché ex campione di canottaggio. Uno sportivo appassionato, proprio come Marco.
“Ci sono tanti defibrillatori sul territorio, noi li vediamo ma non sappiamo che possiamo intervenire ed utilizzarli. Il corso ti spiega invece che si può fare la differenza, si può essere il tramite tra la persona vittima di arresto cardiaco, il macchinario e i soccorritori. In caso di arresto cardiaco i tempi di intervento sono fondamentali” ha proseguito la fidanzata di “Pescagatto”.
Mirco Jurinovich, Marco Bandirali e Angelo Desario, questi i nomi dei tre volontari dell’associazione 60 mila vite da salvare che domenica hanno svolto il ruolo di insegnanti. Un legame, quello tra i famigliari di Pescegatto e l’associazione nata nell’area di Legnano ormai vent’anni fa, che in questi mesi si è rafforzato sempre di più.

“Mediamente ci vogliono dieci minuti per l’arrivo di un’ambulanza in caso di arresto cardiaco. Un uso corretto e tempestivo del defibrillatore può incrementare nettamente le probabilità di sopravvivenza” ha spiegato Marco Bandirali. “Nel 2021 è stata introdotta una legge che autorizza chiunque ad usare il defibrillatore, anche se non si è mai seguito un corso. Oggi utilizzare un DAE è molto semplice perché fornisce da sé tutte le istruzioni necessarie passo dopo passo, le quali si aggiungono alle indicazioni che certamente può dare l’operatore del 118. Uno dei pregi del corso è che aiuta a rimuovere tutte le paure che ognuno di noi ha soprattutto su cosa accade qualora si sbagli ad usare il DAE” ha aggiunto.

“Ad oggi ai corsi che abbiamo organizzato hanno partecipato circa 70 persone. Il prossimo passo sarà una donazione alla Sixor s.r.l., l’azienda dove lavoro. Nei giorni successivi alla scomparsa di Marco sono stati fondamentali, mi hanno supportata e sopportata. Per di più, hanno contributo a far partire questo progetto dei defibrillatori con una grossa donazione” ha spiegato Paola, la mamma di Marco, distribuendo i “bollini” realizzati in ricordo del figlio. “I suoi amici hanno diffuso questi adesivi in tutto il mondo, dall’America fino al Kenya. Vederli in giro scalda i cuori”.
A.Bes.
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