SCAFFALE LECCHESE/127: gli albori della formazione professionale, dall'Elip al Fiocchi
E’ mese di celebrazioni all’istituto tecnico professionale “Antonio Badoni” per i 75 anni dalla fondazione. O, meglio, dall’avvio del primo corso serale per periti industriale nell’anno scolastico 1946-47 nell’ambito della scuola di formazione avviata già nel 1940. Che non era certo un anno qualsiasi, essendo ormai anche il nostro Paese in guerra. Eppure, è proprio nel 1940 che veniva costituito l’Elip (Ente lecchese per l’insegnamento professionale). E sono origini che fanno parte della mitologia dell’industriosità lecchese. Sottolineando come i lecchesi s’attrezzarono in autonomia anche per la formazione dei lavoratori. Come successo in altri ambiti.
Anno scolastico 1940-1941
Le radici dell’istruzione tecnica e professionale lecchese si fanno risalire alla scuola serale di disegno avviata forse addirittura nel 1860 che è altra data significativa essendo quella dell’unificazione italiana. Tre anni dopo, il consiglio comunale cittadino tentò anche di avviare una scuola tecnica per ragionieri ma fu esperienza breve e solo nel 1908 poté davvero decollare quello che sarebbe poi diventato col tempo l’istituto “Giuseppe Parini”.Si trattava di un ente sostenuto dal contributo economico dei lavoratori per assegnare borse di studio e sussidi. Era nato nel 1947 nell’ambito della Camera del lavoro proprio per affiancare le famiglie nel garantire l’istruzione ai figli in quel difficile momento storico, con ancora visibili le macerie lasciate dalla guerra.
Esile ma esauriente, il libriccino (“20 anni del Cilas. L’istruzione tecnica e professionale in Lecco e nel suo circondario”) era curato da Ettore Penasa, docente e preside proprio dell’istituto Parini con contributo di un altro docente di straordinario spessore, Salvatore Giujusa.
Elip, anni '40
Eppure, molti ragazzi ci provavano, «per poter guadagnare un diploma senza perdere il posto di lavoro», come ci racconta Aroldo Benini: «Dalla fabbrica, di corsa, alla stazione, sul treno un po’ si studia, un po’ si parla con gli amici, certo non al modo dei colleghi che fanno la stessa vita ma per accedere all’università; poi ancora di corsa dalla stazione centrale di Milano all’istituto e, al suono della campanella finale, via di nuovo rapidi per raggiungere – la metropolitana è di là da venire, i tram la sera si fanno radi – la centrale, infilarsi nel treno in partenza, rientrare a Lecco circa alle due del mattino. (…) Da quei giovani e dai molti che sono venuti dopo (…) è sorta gran parte della classe dirigente industriale e artigiana del territorio lecchese».Nella sua ricostruzione storica, Benini ci offre un quadro sulla situazione scolastica lecchese nella seconda parte del XIX secolo, situazione non proprio entusiasmante ma che vede comunque la promozione di molte iniziative a volte dai destini incerti così che nei vari documenti le stesse date risultano contraddittorie. Ma quella è appunto la “preistoria”. Che in questa sede facciamo durare fino a quel 1940 in cui appunto nacque l’Elip che fu a lungo una sorta di certificato di garanzia. Come scrive Ferruccio Morelli, preside del “Fiocchi” dal 1973 al 1989: « “Ha fatto l’Elip!”. Mi ricordo quando, negli anni ’50 e ’60, questa espressione veniva comunemente usata per indicare, in Lecco e nel territorio, un operaio capace, istruito, esperto e sicuro nel lavoro, di tutto affidamento e con una educazione civica».
Dunque, l’Elip «istituito a iniziativa del Comune di Lecco e degli industriali lecchesi – leggiamo nel libretto del Cilas - entrambi convinti che “il rinnovarsi dei mezzi e dei processi produttivi dell’industria lecchese rendevano urgente l’istituzione di una scuola che contribuisse efficacemente alla formazione culturale, tecnica e morale dei giovani lavoratori”». Presidente era Giuseppe Riccardo Badoni, tra i più grossi industriali lecchesi e personaggio di primo piano nella vita pubblica cittadina; a dirigere i corsi è invece era un giovane ingegnere, Angelo Beretta, di lì a qualche anno a sua volta imprenditore, amico dell’unico figlio maschio di Badoni, quell’Antonio che muore in guerra nel 1943 (sottotenente di vascello, cola a picco con la torpediniera “Cigno” colpita degli inglesi al largo delle coste siciliane): e proprio a lui, nel 1956, sarà intitolata il nuovo istituto per periti.
I corsi professionali dell’Elip si tenevano già in via Rivolta in una sede costruita dalla Fondazione dell’acciaieria del Caleotto: lezioni diurne e serali per meccanici, serali per edili e falegnami.
La sede divenuta ospedale militare
Nel 1942, lo stabile venne adibito a ospedale militare territoriale e tale restò fino al 1947, costringendo i corsi a trasferirsi alla scuola “Damiano Chiesa”, utilizzandone anche gli scantinati.Finita la guerra, come s’è detto, nell’anno scolastico 1946-47 partiva appunto la scuola (serale e con lezioni anche la domenica mattina) per i periti.
Benini segue l’evolversi degli eventi passo passo, mentre noi qui sorvoliamo, limitandoci a ricordare come appunto nel 1951 il primo corso per periti arrivava a compimento licenziando i primi diciotto diplomati.
Con i primi diplomi, sostanzialmente arrivava anche il riconoscimento ufficiale del corso di studi che successivamente – dopo un lungo e accidentato cammino - sarebbe diventato un istituto statale a tutti gli effetti: nel 1954, l’avvio anche del corso diurno; nel 1956, l’intitolazione ad Antonio Badoni; nel 1961 il passaggio della gestione dal Comune allo Stato.
Parallelamente continuano anche i corsi dell’Elip che a poco a poco si trasforma in quello che nel 1962 diventerà l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato e intitolato a Piero Angelo Fiocchi, esponente della celebre famiglia di armaioli morto nel 1942 a 53 anni. Istituto che solo nel 1973 diventerà completamente autonomo potendo contare su un proprio preside: appunto Morelli.
Fino ad allora, “Fiocchi” e “Badoni” avevano un unico preside che dal 1954 era Antonino Cusolito. Ricordato come severo, inflessibile, tradizionalista, avrebbe retto il “Badoni” fino al 1990, per ben 36 anni, andando a occupare un posto di rilievo nella galleria dei presidi storici della città, tra coloro che hanno fatto la storia della scuola lecchese.
Non fu, però, uno sviluppo lineare. Ci furono anche momenti di grande sofferenza, quando i corsi non erano statali e i finanziamenti erano soprattutto locali. In un paio di occasioni, nel 1951 e nel 1961, i conti in rosso avevano portato i responsabili dell’Elip a drastiche decisioni, come il licenziamento del personale dipendente, per evitare la bancarotta. Senza dimenticare il problema delle sedi divenute insufficiente a fronte del boom demografico e della complessiva crescita dell’istruzione: un problema spesso trascinato per anni. Basti pensare che per il “Fiocchi” passarono vent’anni tra le prime idee per una nuova sede e l’inaugurazione.
Dario Cercek