Valmadrera: le giubbe rosse della CRI salutano il loro 'angelo' Edy. 'Non ti dimenticheremo mai'
Un "fiume" di giubbe rosse quello che ha "invaso" questa mattina la Chiesa di Sant'Antonio Abate a Valmadrera. Tantissimi i volontari che hanno voluto riunirsi e stringersi reciprocamente in un abbraccio carico di commozione e affetto nel dare l'ultimo saluto alla "loro" Edy, Edvige Cesana, amato e conosciutissimo volto del Comprensorio lecchese della Croce Rossa venuta a mancare nei giorni scorsi a soli 53 anni.
Edvige "Edy" Cesana
Presenza fissa nella sede di Balisio, dove era stata assunta come dipendente, era attiva anche come volontaria da ben cinque lustri, in un impegno a 360 gradi che giusto venerdì era stato "premiato" con un riconoscimento nell'ambito della cerimonia organizzata dall'associazione in Sala Don Ticozzi a Lecco, dove il suo nome era risuonato nonostante la sua assenza.
"Ciao Edy, non riesco ancora a credere che siamo qui a salutarti per l'ultima volta; da martedì sera non siamo più capaci di compiere fino in fondo un'azione completa, nella nostra testa c'è un turbinio di ricordi, di foto", le parole di un'amica e "collega" della CRI di Balisio al termine della funzione concelebrata da don Egidio e don Fabio. "Anche se sapevamo che stavi male non avevamo mai preso in considerazione questo finale, ci aspettavamo tutti che un giorno saresti tornata tra noi con il migliore dei tuoi sorrisi. Inutile chiedersi perché, a certi perché non ci sono risposte. Ma noi, poveri esseri umani, una risposta la vogliamo sempre ed è proprio allora che ognuno di noi inizia a cercare quella che più gli si addice. La mia risposta è che il vestito che spesso ci viene cucito addosso non corrisponde a ciò che realmente siamo. La Edy forte, la Edy battagliera, la Edy che faceva tutto da sola: era forte così prima, ma l'anno scorso aveva segnato la tua vita. Il tuo Luca (il fratello, anch'egli prematuramente scomparso, ndr.), il tuo primo e ultimo pensiero, ti aveva resa vulnerabile. Ricordo bene quel giorno in cui parlando ti avevo detto: "Quando l'anima soffre, il corpo paga". Io ti avevo abbracciato e tu mi avevi sorriso, ma chi ti conosceva bene vedeva che quel sorriso si fermava solo sulla bocca... I tuoi occhi non sorridevano più".
E ancora: "La risposta al mio perché è questa: Edy, avevi bisogno di essere fragile, avevi bisogno di essere abbracciata e riempita d'amore, come facevi tu in tutti i tuoi servizi. Se davvero è andata così, se davvero eri troppo stanca di essere forte, mi auguro che l'angelo più bello del Cielo sia sceso fino a qui, abbia raccolto le sue morbide ali e ti abbia stretto in un abbraccio senza fine. Avevi tante ragioni per restare e noi abbiamo pregato, supplicato di lasciarti qui, ma Colui che legge nei nostri cuori ti conosceva meglio di noi e ha scelto per te. Ora siamo noi a chiederti una cosa: restaci sempre accanto, aiutaci in ogni servizio a dare il meglio che possiamo. Questi angeli in tuta rossa stanno piangendo e hanno ancora tanto bisogno di te. Non ti dimenticheremo mai Edy e faremo di tutto per farti sempre sentire orgogliosa di noi".
È spettato a don Fabio, invece, il difficile compito di accompagnare Edy nel suo ultimo viaggio attraverso la preghiera, nel tentativo di lenire il dolore della mamma Dina, della sorella Monica, della nipote Martina e di tutti i suoi cari. "In questo momento la cosa più preziosa che possiamo fare è metterci davanti al Signore e andare avanti a raccontargli tutto, senza filtri, nonostante qualche punta di ribellione ci spingerebbe a fare altro" ha affermato il sacerdote. "Io non ho conosciuto Edy ma non serve, basta guardare voi per immaginare chi era, cosa faceva e come lo faceva. Posso cogliere qualche cosa, ma non tutto. Signore, in questo permanere del bene dentro di noi come ricordo prevalente possiamo scorgere una prova piccola, ma onesta e affidabile, di questa vita iniziata per non finire più. C'è il dolore, che è più forte, ma non possiamo mettere tra parentesi il bene, che se ha la forza di rimanere nella memoria potrà restare anche nelle cose, nel tempo, per sempre. Perché amando niente va perduto. E se questa fede è vera, allora diventa una piccola luce gentile, che può prenderci per mano e accompagnarci, per essere memori di questa vita buona. Mi torna in mente il canto alpino "Improvviso": parla di un tramonto, che arriva alla sera, ma di cui non si conosce mai il momento preciso. "L'ombra arriva, ma chi spegne il giorno conosce il sole e sa che torna il mattino dopo... Chi spegne il giorno conosce, colora i nostri sogni". Sono parole di una fede esigente, difficile da abbracciare in un momento così, ma che portano luce. Grazie Signore per averci reso riflesso della tua luce, grazie per Edvige".
Al termine della celebrazione, il feretro di Edy è stato accompagnato all'esterno della Chiesa dai suoi "ragazzi" della CRI, in lacrime, che hanno poi fatto risuonare le sirene dell'ambulanza per salutare ancora una volta il loro "angelo". A seguire la cremazione. Chi volesse ricordare la 53enne con un gesto concreto può effettuare una donazione alla CRI Valsassina tramite l'IBAN IT39V0310422903000000820822, intestata a Croce Rossa Italiana - Comitato del Comprensorio Lecchese ODV con causale "per Edy".
B.P.