Lario Reti: nel preconsuntivo 2022 una perdita di 5 milioni. Budget 2023 in rosso per 9 K, causa aumento costi energetici

Non è stata un’assemblea dei soci facile quella di martedì 8 novembre per Lario Reti Holding. La prima doccia fredda è stata la presentazione dei dati sul bilancio di previsione. Se il 2021 ha avuto un utile di 6 milioni 468 mila euro, il 2022 dovrebbe chiudersi con una perdita di 4,9 milioni di euro, che sarebbe destinata ad incrementarsi fino a 9 milioni nel 2023, per poi – ma questo appare più come un auspicio – rientrare a livelli accettabili nel 2024 chiudendo con un sostanziale pareggio. Inutile sottolineare che i numeri più attendibili sono quelli relativi a periodi più vicini all’oggi. La motivazione di questa situazione fornita dai vertici aziendali in assemblea dei soci è stata rintracciata principalmente nell’aumento dei costi della corrente elettrica per il funzionamento di alcuni impianti particolarmente energivori. Maggiori contenuti sono presenti nelle 95 pagine di Piano industriale che sciorina i dettagli sulla situazione economica e finanziaria.

 Una spia del fatto che la società partecipata lecchese dell’idrico non navighi in buone acque si poteva intuire già dai livelli di indebitamento finanziario netto sul patrimonio netto, che dal 16,71% del 2019 era cresciuto al 27,02% nel 2020, anno in cui è avvenuta l’incorporazione per fusione di Valbe Srl e Asil Srl (per i rami lecchesi) e di AUSM Srl (per il ramo idrico). L’aumento dell’indebitamento non si riesce a spiegare unicamente con la crescita degli investimenti, che nel 2019 valevano 24 milioni e 127 mila euro, nel 2020 29 milioni 757 mila euro e nel 2021 33 milioni 819 mila euro. Anche perché gli investimenti non vengono completamente finanziati facendo ricorso al credito, ma pure attraverso i bandi, ultimo ad esempio quello del PNRR per la riduzione delle perdite nelle condutture.

A creare fibrillazioni durante l’assemblea, è stata la proposta avanzata da una cordata di Comuni – quelli che ne hanno maggiore interesse – di stabilire una distribuzione straordinaria di 3 milioni di euro da un tesoretto iscritto tra le riserve. Diverse le voci critiche, specialmente di alcuni piccoli Comuni che di vantaggi dall’operazione ne vedrebbero ben pochi. Merate avrebbe suggerito di impegnare perlomeno gli Enti locali a destinare tali quote per aiutare i cittadini in difficoltà a pagare le bollette. Ma Lecco avrebbe replicato di lasciare le mani libere ai Comuni di decidere cosa fare delle risorse una volta incamerate nelle proprie casse. E questa è la linea che, quote di partecipazione della società alla mano, è prevalsa al momento dell’approvazione. E qui ha stupito il silenzio dei piccoli Comuni che si sono di fatto accodati a Lecco.

Con il bilancio di Lario Reti Holding del 2021 era già stata approvata la distribuzione dei dividendi per ulteriori 3 milioni di euro, avvenuta a metà del 2022. Nel nuovo Piano Industriale viene bloccata questa possibilità per i prossimi tre anni ma, intanto, si è trovato il modo per destinare lo stesso una parte del tesoretto ai soci, quando ci si appresta a registrare le perdite di LRH – un fatto storico – e ad aumentare le tariffe agli utenti/cittadini.
M.P.
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