Calolzio: 110 anni fa l'inaugurazione, cerimonia con 'regalo' al cimitero maggiore
Il Cimitero Maggiore di Calolziocorte ha 110 anni. Quello che allora era il "Cimitero Consorziale di Corte e Calolzio" venne inaugurato infatti il 15 ottobre 1912.
La benedizione impartita da don Giancarlo
Per la ricorrenza, dinnanzi alla Cappella centrale, questa mattina, si è tenuta una piccola cerimonia, voluta dall'amministrazione comunale ed in particolare dall'assessore ai servizi cimiteriali Tina Balossi, autrice di una ricerca - che potrebbe sfociare, con altro materiale, in una pubblicazione - sulla storia della costruzione del camposanto, con le prime interlocuzioni tra le due municipalità iniziate già nel 1904, focalizzandosi su quattro aree all'esterno dei centri abitati, per poi restringere il focus su due ed arrivare infine a scegliere quella dell'ex Uccellanda Mangili, nel comune di Corte, lungo la strada del Lavello, tra le due linee ferroviarie Calolzio-Bergamo e Calolzio-Monza.Al microfono il sindaco Marco Ghezzi. Alle sue spalle Pamela Maggi e Tina Balossi
"Spesso l'amministrazione comunale si occupa delle "cose dei vivi". Come Giunta abbiamo assunto l'impegno di migliorare anche "la casa dei defunti"" ha detto, aprendo l'appuntamento odierno, allietato dai ragazzi dell'indirizzo musicale della Manzoni, il sindaco Marco Ghezzi, sottolineando come nel corso del suo mandato sia stata incrementata la capienza con la costruzione di nuovi loculi e ossari - anche in risposta alla carenza di spazi, acuita dalla pandemia - lavorando altresì per rendere la struttura più fruibile. In tale ottica, come sottolineato dal consigliere Pamela Maggi, delegata all'abbattimento delle barriere architettoniche, l'amministrazione Ghezzi non è arrivata senza regalo al "compleanno" odierno del camposanto, realizzando per tempo la passerella che dall'ingresso principale permette anche a carrozzine e passeggini di raggiungere la Cappella centrale.Ma attenzioni sono state dedicate, nel corso del mandato, come puntualizzato dall'assessore Balossi, anche alle altre tre analoghe strutture presenti in paese.
Ai defunti che riposano in tutti e quattro i cimiteri calolziesi, anche quelli a cui nessuno pensa più, ha dedicato un pensiero don Giancarlo Scarpellini, citando don Zaffirino Ferrari, suo insegnante di lettere e poi professore di greco al liceo, sepolto proprio al Maggiore così come altri personaggi illustri. Qualche nome è stato snocciolato nel libricino distribuito al termine della cerimonia.Se il primissimo a trovare posto nel nuovo camposanto fu il 27enne Giuseppe Scola di Corte, vi riposano poi Ettore Adalberto Albertoni (1936-2018), presidente del consiglio regionale lombardo; i benefattori Annettina Ruegg (1894-1915), Giuseppe e Maddalena Comi, Edgargo Guagnellini (1979-1947); il generale Camillo Rossi (1876-1955) nonché Margherita e Maddalena Zuccari, figlie del generale Luigi Zuccari; gli alpinisti Ercole Esposito "Ruchin" (1914-1945) e Luigi Valsecchi "Gino" (1900-1945); personaggi della Resistenza come don Achille Bolis (1973-1944), il partigiano Renzo Attilio Galli (1917-1945) e i Rosa, Giuseppe e Giovanni, padre e figlio, mandati a morire a Gusen Mauthausen. E ancora artisti come Francesco Wildt (1896-1969), scultore e pittore; il violinista Gerolamo De Angelis (1858-1935), la poetessa Liliana Antonini (1923-2020) e il giornalista-poeta dialettale Italo Neri (1903-1986), già consigliere comunale. Tanti nomi, tante storie. Un comune luogo di riposo, eterno.