A processo per maltrattamenti e violenza, ma per i parenti la coppia era spensierata
Il Tribunale di Lecco
Quest'oggi, nell'ambito di un'istruttoria particolarmente lunga, ad accomodarsi al microfono sono stati invece il fratello e il padre dell'imputato. Entrambi, neanche a dirlo, hanno puntato il dito contro la ragazza, costituitasi parte civile e presente personalmente in Aula al fianco del proprio legale, l'avvocato Marcello Perillo. Rispondendo alle domande poste dal sostituto procuratore Chiara Di Francesco e dalle altre parti, i due hanno tenuto a evidenziare come la denunciante fosse più legata alla propria famiglia d'origine - con riferimento ad un fratello con trascorsi in carcere e ad una sorella - piuttosto che a quella costruita con l'imputato. “La loro casa era diventata un albergo-ristorante” ha detto il più giovane dei testimoni escussi quest'oggi, ricordando di aver fatto in più occasioni da autista ai nipoti e alla cognata, facendo a quest'ultima quasi da “fratello maggiore”.
Appassionato di fotografia, avrebbe poi ritratto la coppia in più e più occasioni spensierate.
Eppure suo padre, rendendo testimonianza, è arrivato a dire della nuora “sapeva solo fumare, fumare, fumare. In casa non sapeva fare nulla”, accusandola altresì della sparizione di 500 euro contenuti in un salvadanaio e di aver venduto un bracciale d'oro del compagno “per fare soldi”.
Pur negando, infine, entrambi problemi tanto con l'alcol tanto con le slot, in riferimento all'imputato il padre e il fratello si sono contraddetti sull'aspetto lavorativo. Per il primo nel periodo in esame era autista per una società con sede ad Arcene (dove lo accompagnava tutti i giorni, non avendo una vettura a disposizione), per il secondo invece era “rottamaio” libero professionista.
Quattro i testimoni ancora da sentire, oltre all'imputato, qualora decida di rendere esame. Nel mentre, oggi, il collegio giudicante – presidente Martina Beggio, a latere Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi – ha acquisito su richiesta dei difensori dell'uomo il decreto di citazione diretta in giudizio notificato alla persona offesa a seguito di una querela presentata a suo carico dal loro assistito nel 2020. Lo scontro in tribunale tra i due avrà dunque un secondo round, a parti invertite.
Per ora si torna in Aula il 19 gennaio per l'esaurimento di questa istruttoria.
A.M.