Mandello: inaugurato il festival di MondoEquo partendo dai migranti
Duccio Facchini
E proprio da questo tema è partito il festival, approfondito con la presentazione del libro "Respinti" (Altra Economia Edizioni). A parlarne l'autore Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, e Riccardo Gatti, responsabile dei soccorsi in mare di Médecins sans frontières, in collegamento dalla nave Geo Barents che sabato mattina partirà dal porto di Augusta. Un interlocutore privilegiato per raccontare che cosa succede oggi nel Mediterraneo: "Il soccorso in mare è sparito dalla comunicazione main stream ed è stato picconato dalle istituzioni. Torna alla ribalta in maniera strumentale in occasione delle elezioni o quando la cronaca ci riporta tristi notizie come la morte di sete nei giorni scorsi di sette persone (in due diverse circostanze) tra cui quattro bambini. Il Mediterraneo è una zona trafficatissima ed è triste e inaccettabile vedere le persone che muoiono di stenti perché nessuno è andato a soccorrerle".
Riccardo Gatti
Anche il lavoro delle ong è molto più complicato di una volta e il motivo lo spiega di nuovo l'attivista calolziese: "Fino al 2018 c'era un coordinamento di tutte le navi di soccorso, istituzionali e non, garantito dalla guardia costiera italiana, ma questo sistema è stato smantellato e progressivamente affidato alla Libia. L'Europa, con l'Italia in testa, ha equipaggiato e formato la cosiddetta guardia costiera libica e supportato il governo di nel dichiarare una propria area di Ricerca soccorso, una vastissima porzione di mare dove sono le milizie libiche a coordinare i soccorsi, ovvero a intercettare le persone per riportarle nei lager da cui scappano. Quello a cui assistiamo è la distruzione dei diritti delle persone e il disprezzo delle loro vite".
Quella descritta da Riccardo Gatti è la strategia che l'Unione europei e i governi dei Paesi membri mettono in campo nel Mediterraneo, come nelle altre frontiere del continente, una strategia basata sul respingimento delle persone migranti. Facchini nel suo intervento ha spiegato come non sia una necessità dettata dai "numeri": "Dal 24 febbraio di quest'anno fino alla fine di agosto sono scappate dall'Ucraina verso l'Europa 8,5 milioni di persone: la maggior parte di loro (5,5 milioni) sono passate dalla Polonia, 900mila sono andate in Ungheria, 1 milione in Romania. Paesi noti per le loro politiche brutali nei confronti dei migranti, come dimostra quello che è successo a partire dallo scorso inverno al confine tra Polonia e Bielorussia, dove per 25mila persone che hanno cercato di attraversare la frontiera per chiedere protezione in Europa è stato dispiegato l'esercito con cani e idranti, è stato finanziato da Bruxelles un muro di filo spinato da 110 milioni di euro e l'Alto rappresentante della Ue per gli Affari esteri Joseph Borrelli ha usato l'espressione ‘attacco ibrido' per definire il tentativo di ingresso di poche decine di migliaia di persone".
Per mostrare come questo non sia un episodio isolato ma una precisa scelta del Vecchio continente, il giornalista ha presentato un dato: il numero dei migranti forzati su scala globale misurati dall'agenzia dell'Onu per i rifugiati. Nel 2021 si contavano nel mondo quasi 90 milioni di persone tra rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, un numero salito a oltre 100 milioni dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che non ha pari nella storia. "A fronte di questa situazione è utile osservare i cosiddetti ‘attraversamenti irregolari delle frontiere misurati dall'agenzia europea Frontex negli ulti dieci anni - ovvero quei migranti che riescono a varcare i confini dell'Unione europea nell'unico modo loro consentito -: tolto il picco del 2015 dovuto alla ‘crisi siriana' che ha visto oltre un milione di persone arrivare nel continente, negli altri anni stiamo parlando di cifre irrisorie: nel 2021 quando c'erano appunto 90 milioni di migranti forzati nel mondo, l'intera Europa ne ha accolti appena 195mila". È il frutto delle politiche messe in campo e affinate negli ultimi anni dai governi dell'Ue: esternalizzazione delle frontiere, tramite accordi con la Turchia, la Libia, il Niger per citarne alcuni, confinamento dei migranti nei campi come accade in Grecia o in Bosnia ed Erzegovina ad esempio, respingimenti alle frontiere. Come ha ricordato nel suo intervento Barbara Valsecchi, volontaria della bottega di Lecco, chi cerca di offrire un'alternativa sono proprio i soggetti del commercio equo e solidale "una goccia nel mare che rappresenta però un punto di partenza".
Ed è proprio con il desiderio di promuovere questa alternativa che la festa continua sabato nella sala polifunzionale del lido con la presentazione dei produttori locali ed equosolidali, in piazza del mercato per tutto il giorno dove si potranno trovare prodotti KM0 e alle 15 prenderanno il via le attività per i bambini. La giornata si concluderà con una cena cucinata con i prodotti locali ed equosalidali e sulle note del concerto dei Luf nella piazza della Polisportiva (o al teatro De André in caso di maltempo). Domenica mattina si riprenderà al lido con la presentazione del libro "Consumi o scegli" di Alessandro Franceschini, presidente di Altromercato, le attività degli stand e per i bambini che continueranno il piazza del mercato, per chiudere il festival con una sfilata di moda etica.