Lecco perduta/339: c’era la Compagnia stabile del Sagrato
C’era la Compagnia stabile del Sagrato presso il rinnovato cinema teatro all’interno dell’oratorio, dopo gli interventi operati negli anni 1957 ed inizio 1958, su progetto dell’architetto Bruno Bianchi, che è stato assessore al Comune di Lecco ed era cooperatore del San Luigi.
Stampa lecchese del 1966
La Compagnia del Sagrato era diretta da Pio Spreafico, popolare attore filodrammatico lecchese, che balzò alla notorietà anche presso il teatro Gerolamo di Milano, “tempio teatrale del dialetto meneghino”, chiamato ad interpretare personaggi del territorio lariano e valsassinese nelle commedie di Carlo Maria Pensa, autore nativo della città.
Un gruppo di attori della Compagnia stabile del Sagrato
Un momento della rappresentazione "Il quale fu crocefisso"
La stampa locale, nel 1966 scriveva: “I giovani della Compagnia stabile del Sagrato si preparano sempre con grande impegno. Il pubblico li applaude a scena aperta nei momenti più salienti della rappresentazione. Il pubblico ha pure apprezzato l’accurata scenografia ed il gioco delle luci, associando tutti, al calar del sipario, in un lungo ed intenso applauso”. Ma chi erano i giovani guidati da Pio Spreafico? L’elenco degli attori della Stabile presso il Sagrato annoverava Nuccia Fusi, Antonietta Colombo, Mariangela Milani, Maria Grazia Piazza, Marco Milani, Maurizio Fusi, Rina Frigerio, Chiara Mozzanica, Rosanna Rossandri, Giosuè Moscaritolo, Renato Tedoldi, Sandro Lodetti, Giulio Spreafico, Antonio Bonfanti, Gianfranco Brambilla, Federico Crippa ed altri. Le scene venivano allestite ed ideate da Giampiero Colombo; gli effetti di luce curati da Giancarlo Pozzi e dai fratelli Fumagalli. Pozzi era l’incaricato delle proiezioni cinematografiche; ora risiede dal 2002 a Comacchio.Locandina del dramma sacro "Il miracolo"
La Stabile del Sagrato ereditava praticamente anche una componente filodrammatica che era stata attiva all’interno dell’oratorio nel dopoguerra 1945 e che era dedicata alla memoria di un giovane scomparso, Tullio Bianchi. L’addio teatrale della filodrammatica “Bianchi” era avvenuta praticamente la sera del 29 giugno 1955, nei festeggiamenti per la prima Messa di padre Gianni Corti, missionario comboniano, residente in via Torri Tarelli. A sua volta la filodrammatica, nel dopoguerra ’45, aveva ripreso un’attività intensa nell’esistente compagnia che vedeva tra gli attori di spicco anche il cooperatore emerito Roberto Maitre per oltre 50 anni attivissimo all’oratorio.Un gruppo di partecipanti alla "Casa del soldato"
Per alcuni, comunque, le recite nel teatrino risalgono ai primi anni del Novecento con l’avvenuta trasformazione dello stesso da residenza agricola sul limitare settentrionale della cerchia urbana di Lecco. Merita di essere sottolineato che il salone teatro, durante la Grande Guerra 1915/1918 divenne la “casa del soldato”, dove numerosi militari d stanza a Lecco potevano trovare un ambiente sereno ed accogliente, dove avere parole di conforto, di poter corrispondere con le famiglie lontane, in quanto l’analfabetismo era ancora largamente presente anche tra le giovani generazioni. Il teatrino ospitò serate musicali, teatrali e di animazione varia, con sempre larga presenza di militari.La notizia della bandierina consegnata a Carlo Mauri per il Sarmiento
Ricordare il vecchio teatrino vuol dire anche, in questo momento, scrivere una parola definitiva circa la ventilata consegna a Carlo Mauri, in partenza per il Sarmiento, nell’autunno 1955, di una bandierina dell’oratorio di Lecco da piantare sulla vetta. La notizia è confermata da quanto scrive il bollettino del 23 ottobre 1955. Si può leggere: “Carlo Mauri in bocca al lupo! Te lo dicono i ragazzi lecchesi e ti vogliamo domenica sera in mezzo a noi per consegnarti una bandierina da piantare sulla più bella vetta da conquistare nella Terra del Fuoco. AUGURI!”.
A.B.