Gli alpini 'inondano' il Pian delle Betulle per il 63esimo della chiesa e il cambio del comandante del Battaglione Morbegno
Ritorno in massa, dopo le limitazioni imposte dal Covid, al Pian delle Betulle per la sezione ANA di Lecco. La cerimonia per il 63esimo anniversario della Consacrazione della Chiesetta Votiva ha quest'oggi fatto da cornice – nell'anno del 140esimo di Costituzione del Quinto Reggimento Alpini – anche ad un importante avvicendamento. Il Tenente Colonnello Carmelo Pezzino ha ceduto il comando del Battaglione Morbegno al Tenente Colonnello Stefano Cordaro.
Il t.col. Pezzino, il Comandante Cigolini e il t.col. Cordaro
“Desidero fin da subito ringraziare lei signor Comandante – ha detto il primo, rivolgendosi al Colonnello Massimiliano Cigolini – per avermi proposto di effettuare qui la cerimonia di cambio e il presidente della sezione ANA di Lecco Marco Magni che ha accettato con entusiasmo. Grazie a voi, oggi la rappresentanza del Battaglione Morbegno con il comandante cedente e il subentrante sono qui ad effettuare il passaggio del gagliardetto in questo luogo spirituale, dedicato ai nostri Caduti che hanno segnato la via del dovere e del sacrificio che noi militari siamo chiamati a percorrere” ha scandito con determinazione, chiedendo un minuto di silenzio per poi riprendere con i ringraziamenti rivolti anche a tutti i sottoposti che ha avuto l'onore e l'onere di “dirigere” per un anno.
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“Di voi tutti confesso di essere sempre stato ammirato. Della vostra tempra, da quello che sapete fare. E' stato per me un onore essere il vostro comandante. A voi, nel momento del commiato, auguro una sola cosa: di continuare ad essere ciò che siete. Dei veri alpini, siate orgogliosi”.
L'abbraccio tra il comandante uscente e il subentrante. Sotto la consegna dell'encomio al t.col. Pezzino
Caldo l'abbraccio tra i due Tentente Colonnello, al momento del passaggio del gagliardetto, “simbolico trasferimento di responsabilità” come lo ha definito il Colonnello Cigolini, alla testa del Quinto Reggimento Alpini. “Quale migliore cornice a suggellare questo passaggio se non la piana delle Betulle, vicino alla “nostra” chiesa come ci ricorda bene la scritta a caratteri rossi a fianco della porta d'ingresso? Il periodo di comando è un periodo che un ufficiale difficilmente dimentica, perché è fatto di sacrifici famigliari, di speranze, di fatica, esercitazioni, addestramenti, di notti in bianco e di tutte quelle esperienze sul campo. Ma oso testimoniare, quale Comandante del Quinto Alpini che il Tenente Colonnello Pezzino ha saputo comandare il suo Morbegno con straordinaria professionalità, con profonda motivazione e con sempre vivo entusiasmo che ha saputo trasmettere, motivandoli, ai suoi alpini, a cominciare dal suoi ufficiali (…). E al Tenente Colonnello Cordaro, ottimo ufficiale e eccellente alpinista – tra l'altro è appena rientrato dal Perù dove ha aperto una nuova via dedicata al valore alpino – auguro di fare le più belle esperienze di comando, consapevole, sappilo Stefano, che troverai alle tue dipendenze un battaglione che è ben addestrato e che continuerà ad aver voglia di imparare. E' un battaglione che segue sempre il suo comandante. Nuovamente a te Carmelo un grazie per il tuo inesauribile lavoro che hai fatto e il supporto che non mi hai mai fatto mancare. Ti auguro buona fortuna per il prossimo incarico”. A testimonianza di ciò Cigolini ha poi consegnato a Pezzino un ambito riconoscimento: un encomio solenne.
Il card. Coccopalmerio e il presidente dell'Ana di Lecco Marco Magni
Comandante entrante e cedente sono stati etichettati come “persone che sanno di buono” dal cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio consiglio per i testi legislativi, tornato alle Betulle per officiare la santa messa con cui è proseguita la mattinata, alla presenza di una nutrita schiera di rappresentanti delle Istituzioni locali a cominciare dalla Provincia con la Presidente Alessandra Hofmann che ha portato il proprio saluto così come il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni intervenuto anche a nome dei diversi colleghi primi cittadini presenti in fascia tricolore.
“Dopo Gesù altre persone hanno dato la propria vita per salvare altre persone” ha asserito, nella propria omelia l'alto prelato, elevando quali esempi padre Massimiliano Kolbe, il carabiniere-beato Salvo D'Acquisto e Teresio Olivelli. “Questo principio, questo ideale, è proprio degli alpini” ha altresì sottolineato Coccopalmerio, riprendendo poi la riflessione sulle penne nere di Papa Francesco per ribadire come siano testimonianza di fraternità e servizio. In chiusura, dunque, un consiglio, sollecitato dall'assenza (o quasi vista la partecipazione di alcuni iscritti al campo estivo riproposto quest'anno dalla sezione alla Grugana) di adolescenti sul grande pratone dinnanzi alla Chiesetta, invaso da gagliardetti e rappresentanti di tutti i gruppi non solo del territorio ma di sezioni confinanti: “Lavorate molto con i giovani, coinvolgeteli, organizzate scuole perché possano vedere ciò che incarnate”.
La benezione delle nuove marmette
Valori, quelli ricordati dal celebrante, sicuramente propri dei 15 alpini del Battaglione Morbegno in memoria dei quali quest'oggi sono state benedette altrettante marmette nella Chiesetta Votiva, momento intimo alla presenza dei parenti – reso ancor più suggestivo dal Coro Grigna, che ha allietato altresì la santa messa – all'interno di una cerimonia che a lungo sarà ricordata per intensità e partecipazione.
Un “evento storico che rimarrà nel cuore di tutti noi”, per mutuare le parole del Presidente dell'ANA di Lecco Marco Magni. “Da qui deve partire il cammino (…). Dobbiamo andare avanti, sul sentiero tracciato dai nostri veci, da quelli che sono ricordati nella nostra tenda dell'anima. Dobbiamo cominciare a vincere le partite per arrivare al trionfo nel campionato della vita. Vincere le partite dell'umiltà e della semplicità. Tutti insieme, nessuna riserva, tutti in campo, prendendoci per mano. Perché tutti insieme porteremo ancora la nostra Italia, il nostro Paese, a quello che ci hanno lasciato come testimone. Per i nostri ragazzi. Tutti insieme: il sentiero è uno e non ci sono scorciatoie. Dobbiamo scendere dai “cardeghini” e incamminarci. Oggi dobbiamo andare via dal Pian delle Betulle nel nome di questi reduci che sono ricordati nelle marmette, per dare un Paese migliore, senza promesse mai mantenute. Perché gli alpini sono concretezza, non guardano in faccia nessuno. Vi dico grazie, per quello che fate e per quello che faremo, tutti insieme. Evviva gli alpini, evviva l'Italia”
Alice Mandelli