Legnone: recuperati i rottami del jet caduto, si aspetta la perizia

 

I resti del jet in una foto scattata nei giorni successivi all'incidente
Le risultanze della consulenza tecnica commissionata dalla Procura all'esperto dell'Aeronautica militare scelto dal sostituto Andrea Figoni, titolare del fascicolo d'indagine, avrebbero dovuto essere depositate entro il 7 luglio, a 90 giorni dal conferimento dell'incarico. Come spesso accade, è stata chiesta (e concessa) una proroga con richiesta di recuperare nel frattempo anche i resti del biposto. Bisognerà dunque attendere ancora per gli sviluppi sull'inchiesta aperta a seguito della tragedia del 16 marzo scorso, quando un jet Alenia Aermacchi M346 della Leonardo si è schiantato sul Monte Legnone, dopo essersi levato in volo dal Venegono. Compiuta la manovra di espulsione, diverso - come si ricorderà - è stato il destino dei due top gun a bordo. L'inglese Dave Ashley, 49 anni, ex RAF, è morto nell'impatto con la roccia della montagna. Il suo corpo è stato ritrovato all'interno di un canalone. Giampaolo Goattin, invece, istruttore della società proprietaria del jet, pronto per essere venduto, si è salvato, rimanendo impigliato con il paracadute in uno sperone di roccia. Disastro aviatorio colposo, lesioni (per le ferite riportate dal pilota italiano) e omicidio colposo le ipotesi di reato su cui si indaga, con il fascicolo, sembrerebbe, ancora aperto a carico di ignoti in attesa appunto delle risultanze dell'analisi delle scatole nere dell'Aermacchi, recuperate - non senza difficoltà - dopo l'incidente, mentre i rottami dell'aereo sono rimasti sul Legnone fino a fine luglio, quando si è dato seguito alla richiesta di procedere alla loro asportazione.
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