Premana: don Mauro ai saluti dopo vent'anni, il ringraziamento della comunità
Ieri sera l'intera comunità di Premana si è riunita nella Chiesa di San Dionigi per salutare il parroco don Mauro, che dalla fine di agosto si trasferirà a Lecco. Enorme la gratitudine del sacerdote verso i suoi parrocchiani, tanto che lui stesso ha detto durante l’omelia di avere una “confusione nel cuore” e di non riuscire ad esprimere in pochi minuti ciò che ha condiviso in un ventennio: il Consiglio pastorale e quello degli Affari economici, l’Amministrazione comunale e le associazioni, tutti “raggiunti in modo diretto, con una gratitudine non anonima ma personale, conoscendovi tutti per nome, con un pensiero che viene dal cuore, un cuore di chi vi ha voluto e vi vuole bene”.
Diverse, quindi, le domande che hanno affollato la mente di don Mauro, tra cui una in particolare: “Come si può lasciare una comunità che si è amata e che mi ha voluto bene?”. La risposta l’ha trovata nella Parola del Vangelo: “Sono stato a Premana per portare la pace del Signore. E quando alla fine di agosto ritornerò a Lecco non avrò nessun motivo per scuotere la polvere dei miei calzari, mi sentirò creatura con voi di fronte a Dio che ci ha donato il dono della vita”.
Ha poi proseguito descrivendo il motivo per cui non potrà più svolgere il suo ruolo di parroco: “Con cuore libero ho preso questa decisione, dettata da un piccolo e banale handicap che riguarda la vista e che comunque non mi permette di poter portare avanti il mio compito ma non mi rende cieco nella mia vocazione. Anzi, mi permette di contemplare la benevolenza del Signore nei miei confronti, che tutti voi mi avete manifestato”.
Tramite le sue parole ha poi espresso gli insegnamenti che ha appreso dalla comunità, dicendo che un parroco “non nasce imparato ma voi mi avete insegnato ad essere pastore”; facendo riferimento al Piccolo Principe ha inoltre spiegato che “le cose essenziali non sempre sono visibili ai nostri occhi”, e richiamandosi alla scritta sui gradini dell’altare ha spiegato come la Chiesa debba essere unita come nell’Eucarestia di ringraziamento. “Per dire grazie a tutti voi ho scelto il canto che dice "L’è ciarà l’è bèla l’è bianca come la neef, non è la luce elettrica ma viva viva i Premanes" ha concluso. Introducendo la preghiera dei fedeli, don Mauro ha poi fatto riferimento a un aforisma cinese che in questi mesi che hanno preceduto la sua decisione gli è stato d’aiuto: “Sappi fermarti un passo prima che uno ti dica basta, sappi interrompere il tuo linguaggio prima che uno ti dica basta, sappi lasciare il posto a lungo occupato prima che uno ti dica basta”.
Al termine della funzione si sono susseguiti sull’altare prima i rappresentanti del Consiglio pastorale, emozionati per quello che il sacerdote ha saputo dare loro in questi anni, ricordando le parole dell’allora Arcivescovo di Milano Cardinal Luigi Tettamanzi che don Mauro ha rivolto alla comunità il 13 ottobre 2002, giorno del suo ingresso a Premana: “Vorrei che ciascuno sapesse che nel Signore amo e cercherò di amare sino alla fine questa Chiesa; vorrei che ciascuno potesse riconoscere in questo amore un pallido, ma vero, riflesso dell’amore immenso di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo”, un amore che il sacerdote ha sempre manifestato tramite la cordialità, l’entusiasmo, le scelte pastorali “con pazienza, camminando davanti e a fianco a noi.
Ha continuato a farlo, instancabilmente, nelle celebrazioni dei sacramenti e nei gesti di vicinanza a tutti quelli che attraversavano la prova del dolore” hanno proseguito dal Consiglio pastorale, ricordando le tante generazioni che sono cresciute con lui: “Ci ha amati, carissimo don Mauro, per quello che siamo: con tutti i nostri pregi e le fragilità che ha imparato a conoscere. Ci ha amato con la forza dei suoi quarant’anni e, a questo amore, è rimasto fedele anche nei momenti difficili che la vita non le ha risparmiato. Ci ha amati nel miglior modo in cui è riuscito, non perché fosse sempre facile o spontaneo, ma in nome di un Amore più grande al quale ha consegnato la sua vita”.
Un dono che i parrocchiani hanno fatto al sacerdote è una riproduzione del dipinto di Segantini “Le due madri”, insieme a un viaggio con destinazione e data a scelta e un libro, sia in formato cartaceo sia digitale, che ripercorre i due decenni in cui è rimasto nella comunità dell’Alta Valvarrone. Anche il sindaco Elide Codega ha preso la parola esprimendo la gratitudine per “gli anni vissuti nella nostra Comunità, che non sono pochi ma noi avremmo voluto averla qui ancora per molto tempo” ha commentato, facendo trapelare l’emozione e ricordando ancora come il sacerdote conoscesse ogni suo parrocchiano per nome “uno per uno, una caratteristica del Buon Pastore. E in effetti, Lei è stato un grande pastore per la nostra comunità, che fin da subito ha imparato ad amare nei suoi pregi e nei suoi difetti, abbracciandone le tradizioni e seguendone gli umori” ha aggiunto.
Il sindaco ha poi ricordato come don Mauro fosse sempre presente per le persone che richiedevano sostegno “nei momenti di sconforto, che hanno cercato in Lei le parole che potessero lenire il dolore che affrontavano, rimanendo sempre a disposizione”. "I chilometri che separano Premana da Lecco, dunque, non saranno certo un ostacolo per delle visite, e sicuramente rimarrà nei cuori di tutti. Ci auguriamo di restare nei suoi pensieri e nelle sue preghiere e speriamo di rivederla presto in quelle occasioni che rendono il nostro paese unico” ha concluso Codega, con l’invito a portare “nel suo Cuore tutti i "Baarr" che qui Le vogliono un mondo di bene. Quindi la saluto alla premanese: "A rivédes a l’an che vée!"".
M.A.