Bellano: l'Arcivescovo al Santuario di Lezzeno per benedire la nuova campana, 'segnale di festa'
Il Santuario di Lezzeno ha una “nuova prima campana”. E' stata benedetta ieri sera, alla presenza dell'Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, ringraziato fin da subito per la sua presenza dal rettore don Paolo Ghirlandi, che ha parlato del nuovo bronzo come di un elemento “a testimonianza di una Chiesa lieta, contenta, innanzitutto perché il Signore è risorto”, inserendo anche la pioggia che ha rinfrescato la giornata di sabato tra i motivi per cui rallegrarsi.
Durante l’omelia l’Arcivescovo ha esordito parlando dei mercanti alla ricerca dei clienti per vendere le proprie merci. Come nella società competitiva in cui “c’è la tendenza di veder gli altri come concorrenti, per l’ambizione che spinge a cercare i primi posti, per assicurarsi il successo o accontentare un desiderio”. Gli altri, dunque, devono essere superati. “Nella casa di Dio non ci sono concorrenti o clienti, tutti sono figli, chiamati ad essere fratelli. Gesù non cerca clienti come se avesse qualcosa da vendere o convincere gli altri a comprare quello che lui offre nel Regno di Dio” ha proseguito. Dare la vita attraverso lo Spirito: questo il “prodotto” che non hanno da vendere i mercanti. “Una vita che il Padre dona ai suoi figli”.
La comunità cristiana – per monsignor Delpini – deve essere vista come occasione a fare risuonare la parola del Signore, come una campana che “porta il messaggio a tutti, un invito, un richiamo, un promemoria, un segnale di festa”.
Confidando la propria gioia per essere salito al Santuario, l'Arcivescovo ha poi invitato i presenti ad essere “voce che risuona e porta la parola di Dio a quelli che incontrate, come una campana che non costringe nessuno a fare niente, però risuona e con il suo suono invita a venire perché c’è una parola di Dio per voi, così risuoni la vostra fede la dove viviamo, come un suono che si diffonde e con gioia e discrezione diventa una testimonianza” ha concluso.
Don Paolo ha fatto un breve cenno sul motivo della sostituzione della vecchia campana che “si è crepata. I motivi di questo inconveniente possono essere diversi: o un difetto di fusione avvenuta 75 anni fa o più facilmente l’azione degli agenti atmosferici (pioggia, vento fulmini, eccetera). Una campana con una crepa è praticamente inutilizzabile. Per tale motivo è stato deciso di sostituirla”. L’iscrizione presente sulla vecchia campana è stata riportata anche sulla nuova a cui si sono aggiunte lo stemma e il motto di monsignor Delpini, cui è dedicata la stessa: “Plena est terra gloria eius”. Inoltre sono state incise alcune brevi frasi che ha pronunciato l’Arcivescovo il 10 maggio 2020, quando in piena pandemia, venne al Santuario: “dentro le persone può agire solo Dio”, “La fede permette a tutti di conservare la speranza”, “La preghiera è un dimorare alla presenza del Signore”. Sono inoltre state scolpite, oltre l’immagine della Sacra Famiglia, le sagome dei santi le cui reliquie, in questi ultimi anni, sono state ospitate in Santuario: Santa Teresa di Calcutta, il beato Carlo Gnocchi, San Giovanni Paolo II, il beato Carlo Acutis e Santa Gianna Beretta Molla.
Alla benedizione l’Arcivescovo ha auspicato che il suono della campana sia un messaggio per tutte le persone che passano e per chi ci abita e una responsabilizzazione di tutti ad essere testimoni della fede.
La realizzazione della campana ha richiesto tre mesi di lavoro, ha un peso di 10 quintali con un diametro di 120 centimetri, giovedì 28 la vecchia campana verrà tolta dal campanile e verrà esposta nel giardinetto di San Giuseppe. Al suo posto verrà collocata questa nuova e il suo suono risuonerà accanto all’orologio.
Durante l’omelia l’Arcivescovo ha esordito parlando dei mercanti alla ricerca dei clienti per vendere le proprie merci. Come nella società competitiva in cui “c’è la tendenza di veder gli altri come concorrenti, per l’ambizione che spinge a cercare i primi posti, per assicurarsi il successo o accontentare un desiderio”. Gli altri, dunque, devono essere superati. “Nella casa di Dio non ci sono concorrenti o clienti, tutti sono figli, chiamati ad essere fratelli. Gesù non cerca clienti come se avesse qualcosa da vendere o convincere gli altri a comprare quello che lui offre nel Regno di Dio” ha proseguito. Dare la vita attraverso lo Spirito: questo il “prodotto” che non hanno da vendere i mercanti. “Una vita che il Padre dona ai suoi figli”.
La comunità cristiana – per monsignor Delpini – deve essere vista come occasione a fare risuonare la parola del Signore, come una campana che “porta il messaggio a tutti, un invito, un richiamo, un promemoria, un segnale di festa”.
Confidando la propria gioia per essere salito al Santuario, l'Arcivescovo ha poi invitato i presenti ad essere “voce che risuona e porta la parola di Dio a quelli che incontrate, come una campana che non costringe nessuno a fare niente, però risuona e con il suo suono invita a venire perché c’è una parola di Dio per voi, così risuoni la vostra fede la dove viviamo, come un suono che si diffonde e con gioia e discrezione diventa una testimonianza” ha concluso.
Don Paolo ha fatto un breve cenno sul motivo della sostituzione della vecchia campana che “si è crepata. I motivi di questo inconveniente possono essere diversi: o un difetto di fusione avvenuta 75 anni fa o più facilmente l’azione degli agenti atmosferici (pioggia, vento fulmini, eccetera). Una campana con una crepa è praticamente inutilizzabile. Per tale motivo è stato deciso di sostituirla”. L’iscrizione presente sulla vecchia campana è stata riportata anche sulla nuova a cui si sono aggiunte lo stemma e il motto di monsignor Delpini, cui è dedicata la stessa: “Plena est terra gloria eius”. Inoltre sono state incise alcune brevi frasi che ha pronunciato l’Arcivescovo il 10 maggio 2020, quando in piena pandemia, venne al Santuario: “dentro le persone può agire solo Dio”, “La fede permette a tutti di conservare la speranza”, “La preghiera è un dimorare alla presenza del Signore”. Sono inoltre state scolpite, oltre l’immagine della Sacra Famiglia, le sagome dei santi le cui reliquie, in questi ultimi anni, sono state ospitate in Santuario: Santa Teresa di Calcutta, il beato Carlo Gnocchi, San Giovanni Paolo II, il beato Carlo Acutis e Santa Gianna Beretta Molla.
Alla benedizione l’Arcivescovo ha auspicato che il suono della campana sia un messaggio per tutte le persone che passano e per chi ci abita e una responsabilizzazione di tutti ad essere testimoni della fede.
La realizzazione della campana ha richiesto tre mesi di lavoro, ha un peso di 10 quintali con un diametro di 120 centimetri, giovedì 28 la vecchia campana verrà tolta dal campanile e verrà esposta nel giardinetto di San Giuseppe. Al suo posto verrà collocata questa nuova e il suo suono risuonerà accanto all’orologio.
M.A.