Introbio: festa e corteo con le autorità per il centenario del Gruppo Alpini
Festa per il centenario di fondazione del Gruppo Alpini a Introbio. Un paese interamente parato con il tricolore quello che ha accolto questa mattina il corteo lungo le strade interne. Le Penne nere locali si sono infatti costituite due anni dopo l'ANA nazionale, esattamente a luglio del 1921, addirittura prima della sezione di Lecco a cui tutti i gruppi formatisi nel tempo fanno riferimento, grazie un’idea del professor Fermo Magni, reduce di guerra, partito volontario per il fronte, e di Agostino Buzzoni, Nicola Prada, Giovanni Rigamonti e Giovanni Magni.
Non vi è traccia, in realtà, di una data precisa, e quindi si è presa come anniversario la seconda domenica di luglio, festa della Baita degli Alpini in Val Biandino dedicata al capitano Piero Magni, figlio di Fermo, costruita nei primi anni '70 su un rudere già esistente di proprietà del Comune di Introbio.
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Partite dalla sede del Municipio, le Penne nere sono poi dirette verso il Monumento ai Caduti, per l’alzabandiera sulle note dell’Inno nazionale suonato dalla Banda della sezione ANA di Lecco. Ha quindi preso la parola un emozionato capogruppo Piero Selva, che dopo i ringraziamenti ha rivolto un pensiero ai numerosi Alpini che nel corso degli anni “hanno mantenuto vive le nostre tradizioni”. Ha poi consegnato una targa ricordo a Franco Tantardini (Ròda) per i 50 anni di impegno nel sodalizio, in cui ha dimostrato di essere un uomo “sempre capace di smorzare le polemiche e rimboccarsi le maniche”.
A seguire ha preso la parola il sindaco Adriano Airoldi, che ha ricordato come il grande impegno del capogruppo Selva abbia trascinato tutti per la buona riuscita dell’evento di oggi, “una grande risposta degli introbiesi e delle autorità intervenute, una bella festa". "Due anni fa si pensava a come organizzare questo centenario, poi il Covid ha fermato tutto: è stato rimandato fino a oggi, ma adesso alcune persone che nel 2019 stavano pensando ai festeggiamenti sono venute a mancare ed io vorrei dedicare a loro questa giornata” ha concluso il primo cittadino.
Dopo di lui è intervenuto il Generale Santo Chichi, che a Introbio ha passato diversi anni della sua gioventù ed è rimasto legato a questa terra, tanto da voler essere presente oggi per questa importante ricorrenza. Il militare, ora in pensione, ha ribadito come sia importante ricordare e commemorare coloro che hanno istituito il gruppo, “cinque generazioni che non possono essere dimenticate – ha detto –, che permettono di dire agli Alpini: "Nel momento del bisogno noi c’eravamo". Sono cento anni che diventano tanti se cerchiamo di abbinarli ai volti e ai nomi delle persone che abbiamo conosciuto: dobbiamo essere generosi, fedeli e rispettosi nei loro confronti. Hanno fatto in modo che l’Italia diventasse quello che è adesso” ha concluso, ricordando i quasi settemila militari che all’estero portano in alto il nome del nostro Paese.
Indicando poi un giovane che da poco ha terminato il campo scuola ANA, ha ricordato l’importanza di segnalare a tutti loro il percorso da seguire: “Non dobbiamo distruggere quello che va bene. Gli Alpini ci sono e ci saranno sempre a fianco delle persone che hanno bisogno, degli anziani che non hanno un punto di riferimento. Le nuove generazioni hanno il dovere di rappresentarci in futuro, in questo paese, in queste contrade. Perché il cappello dell’Alpino è speranza, fiducia, concretezza. La bandiera ci fa capire quali sono i colori più belli della nostra Italia. Dobbiamo agire senza indugi. C’è un unico sentiero da percorrere, che è quello che ci hanno insegnato queste persone che stiamo ricordando, che hanno dato la vita per questo Paese”. Magni ha infine voluto puntualizzare che le cerimonie come questa non devono essere un punto di arrivo, ma di partenza per fare dell'Italia un posto più bello “perché i ragazzi se lo meritano. Come gli Alpini di Introbio, prendiamoci per mano e andiamo avanti” ha concluso.
Al corteo ha partecipato anche il sindaco di Margno Giuseppe Malugani, insieme a una rappresentanza di alunni della scuola elementare “Cademartori” e dell’infanzia “Venini”, tutti con il vessillo nazionale. Oltre a loro una Jeep militare di proprietà dell’ex capogruppo locale Pierpaolo Bonacina e un mulo di nome Mulan di un Alpino introbiese, subito diventato un’attrazione per grandi e piccoli che hanno fatto a turno per avere una fotografia ricordo accanto all’equino.
M.A.