Valmadrera: l'addio a Vanessa, morta a 43 anni dopo un trapianto multiorgano. 'A modo tuo hai lottato, sorriso, resistito'
“Il funerale, più di tutto, è celebrazione della vita. Non è commemorazione della morte. E Vanessa ce lo ricorda come verità”. Non è stato facile per don Andrea trovare le parole giuste per consolare quanti questo pomeriggio si sono riuniti nella parrocchiale di Valmadrera attorno al feretro di una donna – una figlia, una “zia”, un'amica, una vicina di casa – portata via decisamente troppo presto.
L'uscita del feretro
Ma facendosi forza ricordando l'infanzia trascorsa fianco al fianco con Vanessa, il sacerdote, prete da 17 anni, spesso chiamato negli ultimi due a officiare esequie, è riuscito nella propria omelia a far emergere tutta la disarmante forza di chi, da un giorno all'altro, si è trovato l'esistenza sconvolta portando però poi la propria Croce con il sorriso sempre sulle labbra, per tutti. Dal pulpito si è levato dunque, nel momento del dolore, un “grazie”, sentito. “Grazie per la vita di Vanessa, per le emozioni che ci ha dato. Per l'ironia, per la solarità che la contraddistinguevano”.Vanessa Ubaldini
Vanessa Ubaldini era nata il 26 dicembre 1978. Il giorno di Santo Stefano, primo martire. A tre anni appena un intervento al cuore. Nel 2015, la diagnosi di un problema, serio, ai polmoni e l'inizio del suo Calvario, culminato con un lungo ricovero al Manzoni di Lecco prima del trasferimento a Torino per essere sottoposta a un trapianto multiorgano seguito poi da una serie di complicanze. Lunedì ha lasciato per sempre i genitori Lorena e Luigi che si erano trasferiti nel capoluogo piemontese per restarle accanto, potendo contare sull'appoggio di Casa Amica, la struttura alla quale ora chiedono di devolvere eventuali donazioni in ricordo della loro unica figlia il cui esempio, come detto da don Andrea, deve spingere chi l'ha conosciuta “a lottare perchè la vita sia un valore", come fatto da Vanessa, riuscita “a ravvivare l'inchiostro di Gesù nel Battesimo”, coltivando la propria fede e facendo crescere i frutti dell'amore, rendendo così le pagine del registro della sua esistenza eterne.
“Il peso della sua morte non faccia morire in anticipo voi”, il pensiero, carico d'affetto, rivolto dal celebrante ai genitori dell'amica. “Il suo amore vi spinga ad amare ancora di più”, affinché “possiate vivere in pienezza il tempo che ci è donato”.
Una riflessione struggente per una mamma e un papà che tutto avrebbero dato per lenire la sofferenza di Vanessa.
“Il peso della sua morte non faccia morire in anticipo voi”, il pensiero, carico d'affetto, rivolto dal celebrante ai genitori dell'amica. “Il suo amore vi spinga ad amare ancora di più”, affinché “possiate vivere in pienezza il tempo che ci è donato”.
Una riflessione struggente per una mamma e un papà che tutto avrebbero dato per lenire la sofferenza di Vanessa.
“L'unica consolazione è che ora hai smesso di soffrire” ha detto, candidamente, un bambina, intervenuta sul finire della funzione per salutare la “zia”, ringraziandola “per aver portato nelle nostre vite il tuo sorriso” e “per esserci sempre stata”.
Ora la 43enne, ha sottolineato una conoscente, come tutti i corsi d'acqua arrivati al mare, non è però svanita nel nulla. “Il fiume deve accettare la sua natura. Non scompare nell'oceano ma diventa oceano”.
“Sarà difficile vederti solo nei sogni” ha ammesso un'altra amica, riadattando le parole di una canzone di Ligabue, artista tanto amato dalla valmadrerese. “A modo tuo hai lottato, sorriso e resistito. Sempre a modo tuo. Non tornerai ma non ci lascerai mai, sempre, a modo tuo”.
A.M.