Nel lecchese 29.200 cittadini stranieri: a Malgrate, Bulciago ed Airuno i numeri più consistenti. 1143 i profughi ucraini ospitati

E' stato presentato in questi giorni nell'ambito del Consiglio Territoriale per l'Immigrazione, il primo report statistico che fotografa la popolazione immigrata in provincia di Lecco (dati aggiornati al 30 aprile di quest'anno). Un tavolo tornato a riunirsi su richiesta del Prefetto dr.Sergio Pomponio
Il nostro territorio ospita attualmente circa 29.200 cittadini stranieri, che costituiscono l'8.74% dei residenti. Quasi la metà di essi provengono dal continente africano: seguono l'Europa extracomunitaria, l'Asia e l'America. Le nazionalità straniere più rappresentate sono quelle marocchina, albanese e senegalese.

Le presenze per area geografica


I minori sono invece 3611, ovvero il 12.41% del totale; di essi 111 (dunque circa il 3%) risultano non accompagnati.
Veniamo ora alla presenza nei singoli comuni: Lecco, Calolziocorte, Merate, Valmadrera e Oggiono sono quelli che ospitano più di mille presenze in termini assoluti; nel capoluogo provinciale si registra chiaramente l'entità più significativa con 5412 unità. Limitatissimi invece i numeri degli stranieri nei paesi della Valsassina: fanalino di coda della classifica risultano essere infatti Premana, Sueglio, Crandola e Pagnona.

Le nazionalità più presenti

Tuttavia, osservando il dato sull'incidenza percentuale della popolazione immigrata su quella residente, è Malgrate il comune con il maggior numero di stranieri, che rappresentano il 16% della popolazione. Seguono Bulciago e Airuno con il 14% circa. Lecco invece, si piazza all'undicesima posizione (11%), mentre Merate sfiora il 9% di presenze. Ancora più basso il dato di Casatenovo: nel comune brianzolo troviamo poco più del 5% di immigrati provenienti da Paesi stranieri.

Le presenze per comuni
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Per quanto riguarda i centri di accoglienza straordinari (CAS) dei richiedenti la protezione internazionale, al momento si registra la presenza di 372 cittadini stranieri, distribuiti in 12 comuni della provincia. Il numero più cospicuo si trova a Cremeno (94), a seguire troviamo Airuno (64) e Ballabio (43). In questi casi i migranti sono ospitati presso centri collettivi; 53 presenze occupano una serie di appartamenti aggregati a Malgrate, 43 a Colico e 31 a Olginate mentre gli altri sono distribuiti in numeri decisamente più contenuti fra Oggiono, Calolzio, Castello, Civate, Lecco e Dorio.

Le presenze dei minori stranieri
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Rispetto agli anni scorsi si registra un trend decrescente delle presenze dei richiedenti asilo ospitati nei CAS dal 2017 (quando le presenze superavano il migliaio) ad oggi.
L'emergenza più recente, come noto, riguarda i profughi ucraini. Un fenomeno molto diverso dal passato: il flusso di profughi ucraini si caratterizza infatti per spontaneismo e autonomia organizzativa dei connazionali o conoscenti che li ospitano. Un solo cittadino ucraino è presente nella rete CAS.
Nel lecchese vi sono attualmente 1143 ucraini, di cui la maggior parte minori in età scolare (341), poi donne sole e solo 22 uomini.
Le strutture che li ospitano sono, nella stragrande maggioranza, appartenenti a privati, con pochi casi di comuni, parrocchie e associazioni che hanno messo a disposizione locali. Le disponibilità provenienti dal territorio sono state raccolte dal Distretto di Lecco, che racchiude e coordina gli Ambiti di Lecco, Bellano e Merate.

L'incidenza percentuale degli stranieri nei comuni
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Un totale di 288 dei posti è stato reso disponibile nell'ambito della procedura di gara della Protezione Civile per l'attività di accoglienza diffusa (l'Associazione Centro di Servizio per il Volontariato di Monza Lecco Sondrio E.T.S. ha offerto n. 218 posti, la Fondazione Caritas Italiana n. 67, la Comunità Papa Giovanni XXII n. 3).
La Prefettura è coordinatrice di un tavolo tecnico, riunito settimanalmente, al quale sono presenti il Distretto di Lecco, gli Ambiti distrettuali, la Questura, l'ATS, la Protezione Civile, i rappresentanti del mondo scolastico, dell'associazionismo e del volontariato. In tale sede sono state concertate ed adottate le procedure di registrazione degli ucraini e il contestuale tracciamento ai fini della presa in carico sanitaria, la procedura per la gestione dei minori stranieri non accompagnati, la raccolta delle istanze legate all'inserimento scolastico. Vengono nella medesima sede portate a conoscenza le esigenze provenienti dal territorio, al fine di una gestione coordinata di tutti gli aspetti connessi all'emergenza.

Le presenze nei centi di accoglienza (CAS)

Lo scorso 12 maggio poi, si è riunito il Consiglio Territoriale per l'Immigrazione; in quella sede di confronto è stato presentato proprio il report statistico appena illustrato da parte del Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio.
Le questioni economico-sociali che riguardano la popolazione immigrata sono infatti avvertite come centrali e strategiche in chiave di integrazione. Se, da un lato, si registra una tendenziale soddisfazione per i livelli di occupazione lavorativa dei cittadini stranieri, per l'assenza di fenomeni strutturali di caporalato e per il lavoro svolto dalla Prefettura nel disbrigo delle procedure di emersione, permangono problematiche relative ad auspicabili più incisivi livelli di integrazione.

Le presenze dei cittadini ucraini

Rilevata la mancanza di un sistema idoneo a canalizzare l'offerta lavorativa in percorsi di formazione professionale per modellare le competenze sul fabbisogno del tessuto imprenditoriale locale. Altra problematica largamente avvertita riguarda la difficoltà, per molti stranieri, di stipulare contratti di affitto ad uso abitativo. Infine, il tema delle fragilità dei cittadini stranieri, che rischiano di non poter godere di un'adeguata protezione, interpella collettivamente le Istituzioni del territorio, affinché il sistema offra una valida rete di supporto. Non rinviabile è anche la riflessione sulla significativa presenza di minori stranieri, che impone una visione prospettica della realtà territoriale nel prossimo futuro.
Per queste ragioni, nell'ambito del Progetto Fami "Accogliere, Orientare, Includere", promosso dalla Prefettura, sono stati istituiti quattro tavoli operativi sulle seguenti tematiche: fragilità e gravi marginalità; seconde generazioni e dialogo interreligioso; formazione, lavoro e casa; integrazione femminile e pari opportunità.

Il Prefetto dr.Sergio Pomponio

Con il generale coordinamento della Prefettura, tali gruppi di lavoro costituiranno l'occasione di coinvolgimento e confronto degli attori deputati, per competenze di istituto o per finalità sociali, a creare e consolidare procedure o buone prassi, in chiave di governance del fenomeno migratorio, in ambito provinciale.
Nel contesto del medesimo progetto FAMI, sarà un percorso formativo, per operatori pubblici e privati dell'immigrazione, con 4 moduli su normativa e procedure da una parte e su aspetti di comunicazione e relazione dall'altro.

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