Teleriscaldamento: firmata la concessione a Varese Risorse, investimenti per 49 milioni. Primi allacci nell'ottobre 2023
Era ormai questione di tempo. L’attesa stipula del contratto di concessione a Varese Risorse per la realizzazione del Teleriscaldamento nei Comuni di Lecco, Valmadrera e Malgrate è avvenuta in questi giorni. La presentazione del progetto, dopo la lunga fase di riservatezza, è avvenuta durante una conferenza stampa nella mattinata di venerdì 13 maggio, presso la sede di Silea Spa a Valmadrera.
È stato calcolato che, a pari energia termica prodotta (68 Gwh), il calore potrà essere garantito da altre fonti. Un importante polo sarà l’azienda Caleotto, che con la sua lavorazione dell’acciaio produce calore che viene dissipato. Questo sarà uno dei due siti di produzione. Sarà allestita una caldaia per il recupero dei fumi, una pompa di calore e un cogeneratore. Questo polo inciderà per il 15% sull’apporto energetico complessivo. Servirà aggiungere una caldaia di backup per poter garantire la continuità del servizio pubblico anche in caso di momentanea interruzione dell’attività di sistema.
Fino al 2032 l’altro sito sarà appunto il termovalorizzatore di Valmadrera, sfruttando il vapore spillato da una turbina. Presso l’impianto di Silea verrà dunque inserito il cogeneratore. Poi con la chiusura dell’inceneritore sarà utilizzato il biometano, che pare abbia degli ampi margini di ottimizzazione nella conversione energetica grazie all’evoluzione tecnologica. A surrogare il termovalorizzatore saranno le pompe di calore sfruttando le acque del lago, i pannelli solari o eventuali altre unità produttive che volessero agganciarsi alla rete. In ogni caso fonti rinnovabili non fossili.
Per il momento il progetto prevede la costituzione di una rete lunga 16 km: 8 a Lecco, 5 a Valmadrera e 3 a Malgrate. I primi allacci sono previsti già a ottobre 2023. L’attraversamento dell’Adda per connettere le due aree che gravitano attorno all’inceneritore e al Caleotto sarà realizzato nel 2026. L’ipotesi iniziale era di mettere le tubazioni sotto l’alveo. “Abbiamo trovato una soluzione intelligente nel far transitare i tubi di mandata e ritorno sotto il marciapiede presente sul ponte Kennedy. Le tubazioni saranno ridotte in termini di diametro rispetto alla dorsale”. Nulla vieta né nel contratto né per limitazioni tecnologiche un ampliamento della rete in futuro. L’importante è il rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione e dunque di non impiegare fonti fossili.
Varese Risorse gestisce già delle reti di Teleriscaldamento a Monza (32,1 km), Varese (16 km) e Como (16 km). A Monza vengono serviti ben 29 mila abitanti equivalenti, 15 mila a Varese e 11.500 a Como. Da questo punto di vista Lecco si collocherà al secondo posto con 20 mila abitanti equivalenti una volta a regime. Marco Canzi, presidente di ACSM Agam, di cui Varese Risorse fa parte, ha rivendicato il ruolo dell’azienda come player nel settore. Nel suo breve intervento si è focalizzato sull’importanza, specialmente in questo periodo storico, nel creare contesti di autonomia energetica, con fonti locali, rinnovabili e non di origine fossile.
Sui possibili disagi hanno parlato anche i sindaci di Valmadrera Antonio Rusconi e di Malgrate, Flavio Polano. Rusconi in particolare ha chiesto che venga instaurata una proficua collaborazione con gli uffici comunali e che le opere cantieristiche possano svolgersi in orario notturno per non impattare negativamente sulle attività produttive presenti nei pressi delle aree di scavo.
Domenico Salvadore
Sono stati dapprima ripercorse le tappe fondamentali dal 2007 ad oggi, cioè dalla prima prescrizione AIA che introduceva dei vincoli per il termovalorizzatore e chiedeva la realizzazione di una rete di teleriscaldamento. Tempo ne è passato e tra i protagonisti di oggi molti salutano questo momento come una “data storica”. Lo ha detto per primo il presidente di Silea Domenico Salvadore: “Come CdA siamo tutti soddisfatti di aver raggiunto questo obiettivo prima del termine del nostro mandato. Da quando ci siamo insediati non siamo mai rimasti con le mani in mano. È stato necessario del tempo per introdurre delle modifiche al progetto. Si è aperta una trattativa difficile, ma sempre collaborativa per portare diverse migliorie richieste dai sindaci soci”.La concessione ha una durata di 33 anni, da qui al 2055, e vale 49 milioni di euro di investimenti. Silea continuerà ad esercitare un ruolo: verrà infatti creata una NewCo in cui l’azienda pubblica lecchese avrà una partecipazione del 30%. Fino al 2032 la rete sarà in parte connessa al forno inceneritore per sfruttare l’energia prodotta, poi quell’impianto smetterà di esistere. Questo è ormai un punto fermo, assicurato più volte nel corso della presentazione. I timori di molti, che hanno contribuito a generare delle forti resistenze in precedenza, erano infatti che il Teleriscaldamento potesse fungere da foglia di fico per il mantenimento del termovalorizzatore di Valmadrera.
È stato calcolato che, a pari energia termica prodotta (68 Gwh), il calore potrà essere garantito da altre fonti. Un importante polo sarà l’azienda Caleotto, che con la sua lavorazione dell’acciaio produce calore che viene dissipato. Questo sarà uno dei due siti di produzione. Sarà allestita una caldaia per il recupero dei fumi, una pompa di calore e un cogeneratore. Questo polo inciderà per il 15% sull’apporto energetico complessivo. Servirà aggiungere una caldaia di backup per poter garantire la continuità del servizio pubblico anche in caso di momentanea interruzione dell’attività di sistema.
Fino al 2032 l’altro sito sarà appunto il termovalorizzatore di Valmadrera, sfruttando il vapore spillato da una turbina. Presso l’impianto di Silea verrà dunque inserito il cogeneratore. Poi con la chiusura dell’inceneritore sarà utilizzato il biometano, che pare abbia degli ampi margini di ottimizzazione nella conversione energetica grazie all’evoluzione tecnologica. A surrogare il termovalorizzatore saranno le pompe di calore sfruttando le acque del lago, i pannelli solari o eventuali altre unità produttive che volessero agganciarsi alla rete. In ogni caso fonti rinnovabili non fossili.
Importante obiettivo sarà la decarbonizzazione. Nell’arco dei 33 anni di concessione si stima un risparmio di 700 mila tonnellate di anidride carbonica, di 150 tonnellate di ossidi di azoto, di 140 tonnellate di monossido di carbonio. Le utenze che si allacceranno alla rete di teleriscaldamento potranno infatti dismettere le proprie caldaie tradizionali. I benefici non sono solo “ambientali”, ma anche economici. Viene promesso un risparmio sulle tariffe di riscaldamento. Inoltre in assenza delle vecchie caldaie delle utenze, i costi delle loro manutenzioni saranno annullati e gli edifici allacciati gratuitamente alla rete saranno rivalutati positivamente in termini di classe energetica.
Per il momento il progetto prevede la costituzione di una rete lunga 16 km: 8 a Lecco, 5 a Valmadrera e 3 a Malgrate. I primi allacci sono previsti già a ottobre 2023. L’attraversamento dell’Adda per connettere le due aree che gravitano attorno all’inceneritore e al Caleotto sarà realizzato nel 2026. L’ipotesi iniziale era di mettere le tubazioni sotto l’alveo. “Abbiamo trovato una soluzione intelligente nel far transitare i tubi di mandata e ritorno sotto il marciapiede presente sul ponte Kennedy. Le tubazioni saranno ridotte in termini di diametro rispetto alla dorsale”. Nulla vieta né nel contratto né per limitazioni tecnologiche un ampliamento della rete in futuro. L’importante è il rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione e dunque di non impiegare fonti fossili.
Mario Motta
Sulla peculiarità del contratto è stato posto un accento dal professor Mario Motta, docente del Dipartimento Energia del Politecnico di Milano ed estensore del Piano di decarbonizzazione. “Abbiamo messo a punto un meccanismo di calcolo delle emissioni collegate alla produzione di energia termica distribuita attraverso la rete, immaginando un periodo che copra tutto l’arco della concessione e che ci porti alla fine ad avere energia termica carbon neutra – ha dichiarato l’esperto – Non abbiamo fatto una valutazione sul tipo di tecnologia da adottare perché vi è incertezza su ciò che potrà essere conveniente nel 2032 quando il termovalorizzatore sarà spento. Ad oggi le valutazioni sono fatte rispetto al biogas. Magari avrà prezzi non adatti al teleriscaldamento. Questo non importa. Lo strumento che Silea si è data non è basato sulla valutazione delle singole tecnologie, ma sul contenuto di CO2 dell’energia che viene distribuita per ogni kilowatt termico. L’importante è che questo limite venga rispettato”.Fabio Fidanza, Marco Canzi e Giovanni Chighine
Giovanni Chighine, amministratore delegato di Varese Risorse, ha illustrato il principio di funzionamento del Teleriscaldamento. Da una centrale in cui si produce e recupera energia termica, l’acqua che fa da vettore del calore passa dalle tubazioni interrate e “scambia” lo stesso calore con le utenze, che lo sfrutteranno per l’acqua o per il riscaldamento. L’acqua fredda tornerà alla centrale per essere nuovamente scaldata in un ciclo continuo.Varese Risorse gestisce già delle reti di Teleriscaldamento a Monza (32,1 km), Varese (16 km) e Como (16 km). A Monza vengono serviti ben 29 mila abitanti equivalenti, 15 mila a Varese e 11.500 a Como. Da questo punto di vista Lecco si collocherà al secondo posto con 20 mila abitanti equivalenti una volta a regime. Marco Canzi, presidente di ACSM Agam, di cui Varese Risorse fa parte, ha rivendicato il ruolo dell’azienda come player nel settore. Nel suo breve intervento si è focalizzato sull’importanza, specialmente in questo periodo storico, nel creare contesti di autonomia energetica, con fonti locali, rinnovabili e non di origine fossile.
Mauro Gattinoni
Di ambizioni e vantaggi ha parlato il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, che non nega si possano creare dei disagi sulla viabilità durante i cantieri. Fondamentale sarà dunque il coordinamento delle attività che si svolgeranno sulle strade. Ha poi lasciato intendere un possibile allargamento della rete di teleriscaldamento: “Il progetto iniziale prevede una rete che si sviluppo in un quadrato tra ospedale, il supermercato Iperal, la zona del liceo scientifico e il tribunale vecchio. È quello incorporato in questo progetto ma riscaldato dal Caleotto e non dal forno di Valmadrera. Poi essendo che il generatore è al Caleotto, dal liceo Grassi, tirare il tubo in via Turati e scaldare tutti i condomini sarà interesse di tutti, prima di tutti i condomini e anche di chi mette le reti.Sui possibili disagi hanno parlato anche i sindaci di Valmadrera Antonio Rusconi e di Malgrate, Flavio Polano. Rusconi in particolare ha chiesto che venga instaurata una proficua collaborazione con gli uffici comunali e che le opere cantieristiche possano svolgersi in orario notturno per non impattare negativamente sulle attività produttive presenti nei pressi delle aree di scavo.
Marco Pessina