Vercurago: lo sfogo della mamma di una bimba disabile, 'ci sentiamo abbandonate'
Sulla sua vita si era già abbattuta, nel novembre 2015, la tragedia della morte del suo neonato, volato in cielo soltanto due mesi dopo essere venuto al mondo. Da allora in poi, la sua quotidianità non è stata di certo più facile. Sono tante, troppe le difficoltà con le quali deve convivere ogni giorno L.L., giovane mamma vercuraghese che ora si sente "completamente abbandonata dalle Istituzioni, dopo anni di lotta che mi fanno perdere energie e tempo che potrei dedicare ai miei figli".
"Questi sono problemi contingenti, che però si inseriscono in quadro di generale difficoltà per la nostra famiglia" ha concluso la donna. "Si parla tanto di inclusione, di attenzione alla disabilità, ma nostra figlia è completamente abbandonata a se stessa: la sua situazione è talmente grave che nessuno sembra volersene occupare, io non posso lasciarla sola nemmeno per un istante perchè al di fuori dell'ambito privato - che purtroppo non è alla nostra portata - sembra non ci sia nessuna figura professionale disposta a darci una mano. Sentiamo la vicinanza e la solidarietà di altri genitori, oltre delle associazioni "Mattia Riva Onlus" e "Un Atomo di Ossigeno", mentre dalle Istituzioni ci sentiamo completamente ignorati: siamo davvero al limite e non sappiamo più a chi rivolgerci".
La questione al centro dello sfogo - carico di amarezza ma anche di tanta dignità - che la donna ha voluto affidare alle nostre colonne riguarda sostanzialmente un problema abitativo: attualmente, infatti, L.L. vive con i suoi tre piccoli - una bambina di nove anni e due gemelli di cinque, di cui una disabile al 100% - in una casa privata di Vercurago, che però dovrà lasciare a giugno avendo ottenuto un appartamento ALER a Calolzio.
La bimba disabile in uno scatto di qualche tempo fa
"Qui ci troviamo benissimo sotto tutti i punti di vista, il problema è solo uno: la muffa" ci ha spiegato la nostra lettrice, riavvolgendo il nastro per chiarire ciò che l'ha costretta a fare domanda per ottenere un nuovo alloggio. "Negli ultimi anni le abbiamo provate tutte per tentare di eliminarla, ma nessun metodo ha mai funzionato. Naturalmente abbiamo più volte chiesto anche un aiuto all'Ufficio Igiene dell'ATS, ma senza riscontri efficaci".
Da qui, dunque, la "resa" e l'avvio delle pratiche per il trasferimento (anch'esse lunghe e "tormentate", a detta della signora). "La conferma dell'assegnazione della nuova casa, a Calolzio, è arrivata a maggio 2021, ma ancora una volta le cose non sono andate per il verso giusto" ha proseguito L.L. "L'appartamento, infatti, non è per nulla adatto a una famiglia come la nostra con una bimba disabile al 100%, costretta a vivere h24 fra quattro mura: il problema è soprattutto il bagno, che per come si presenta ora non può essere utilizzato da lei; dovremmo intervenire con alcuni lavori che non possiamo permetterci, o in alternativa aspettare che provveda l'ALER, ma chissà quanto potrebbe volerci... Stiamo cercando di procrastinare il momento del trasloco, visto che a Vercurago possiamo restare fino a giugno (pagando per entrambe le case), ma tra poco non potremo più rimandare. E allora inizieranno gli (ennesimi) grattacapi".