Piani Resinelli: si apre la stagione turistica con una mostra sulla... villeggiatura ai piedi della Grigna
La mostra sulla “villeggiatura ai piedi della Grigna” apre ufficialmente la stagione turistica dei Piani Resinelli, il cui calendario di iniziative quest’anno copre un arco temporale più esteso e non concentrato nei consueti mesi di luglio di agosto, con una serie di appuntamenti a partire già da questi giorni. Per esempio, domenica 8 maggio è in programma un’escursione guidata lungo la Val Calolden, l’antico e ancora selvaggio itinerario per salire da Lecco ai piani Resinelli, naturalmente a piedi, prima che fosse aperta negli anni Trenta del Novecento la strada carrozzabile da Ballabio. Domenica 22 maggio invece torneranno anche le visite all’antica, antichissima, miniera, nel frattempo risistemata e messa ulteriormente in sicurezza. Miniera, peraltro, che quest’anno celebra i vent’anni del suo utilizzo turistico. Entro la fine dello stesso mese di maggio, inoltre, riaprirà anche il centro visitatori del Parco Valentino, ricavato nella casa che fu di Valentino Gerosa Crotta che donò al Touring club quell’angolo di montagna che si spinge fino alla vetta del Coltignone per evitare che potesse essere aggredito dalla speculazione edilizia del secondo Novecento che qualche danno ha pur fatto, basti pensare a quel surreale grattacielo che ancora non abbiamo digerito.
Ed è proprio all’ombra del grattacielo – nelle sale del centro servizi della miniera – che è stata inaugurata ieri la mostra “Piani Resinelli, una villeggiatura ai piedi della Grigna (in bilico) tra lavoro e turismo” curata da Alberto Benini che non è uno studioso qualsiasi: oltre a essere tra i più profondi conoscitori della storia della montagna e dell’alpinismo lecchesi, ha la ventura di discendere per via materna da quella famiglia Resinelli che quassù aveva un roccolo di caccia e che finì con il dare il nome all’intero comprensorio che un tempo erano i monti di Mandello, luogo d’alpeggio per i contadini del paese in riva al lago.Alberto Benini
L’allestimento della mostra è forse un po’ artigianale, ma nulla toglie ai contenuti che alla fine è quanto conta. Attraverso una serie di pannelli con molte fotografie d’epoca che in qualche caso sono vere e proprie chicche, viene raccontata quella che è una vera e propria epopea della località ai piedi della Grignetta. Si tratta di fotografie provenienti dagli archivi Comi-Rasca e Bianchi e che già erano state esposte in una mostra allestita nel 2015. «E infatti – ha detto Benini nella presentazione – il gioco è stato quello di fare una mostra su una mostra che fu importante, dopo quelle pionieristiche di Gianni Brivio e Pino Comi in anni ormai lontani e che pure meriterebbero di essere riprese». Con tutta probabilità, è storia comune ad altre località di villeggiatura – ha continuato Benini - «ma qui c’è stato davvero tutto»: c’erano i pascoli, c’erano le miniere, c’erano i roccoli, poi è arrivato l’alpinismo e successivamente il turismo.«La particolarità dei Resinelli è che sono vicini alla città. La Grigna si vede da Milano» e non è un caso che siano stati i milanesi a volerla conquistare: «Era la prima gita per arrampicare che si poteva fare in giornata da Milano, salendo al mattino e riuscendo a ridiscendere per prendere l’ultimo treno». Finché – dopo la teleferica dello stesso Gerosa Crotta che portava in quota tutto quanto occorresse – arrivò anche la strada. E con la Grigna a far da richiamo, i Resinelli diventarono meta frequentatissima e soprattutto meta per tutti. Perché se ci arrivò, seppure in incognito, il re Alberto del Belgio, dispiegò la sua attività anche l’Associazione proletaria escursionisti. Così, i vecchi pascoli e i pendii della montagna furono solcati da sentieri sempre più numerosi e arditi. Come la “direttissima” ideata per collegare i due rifugi del Cai Milano – il Carlo Porta e il Rosalba – e «che fu un’opera spettacolare per l’epoca» la quale consentì anche un più agevole accesso a tutta quella serie di guglie che ha fatto la storia dell’alpinismo.C’è tutto questo nella mostra, alla cui realizzazione ha collaborato anche Elena Remondini, che resterà aperta fino al 19 giugno(sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30, ingresso libero), quando lascerà il posto a un’altra esposizione: quella dedicata all’alpinista Gigi Vitali (1913-1962). Si tratta di mostra pure allestita in passato e basata su tre album fotografici che venne ritrovati da una nipote, quando si pensava che ormai della vita di un alpinista che fu grande si pensava ci si dovesse accontentare di ben poca documentazione.
A corollario della mostra c’è anche un piccolo quiz: i visitatori sono infatti invitati a riconoscere il luogo della fotografia che campeggia sul manifesto e che raffigura un ragazzino appollaiato su un sasso (che ormai non c’è più), accanto a un edificio del quale si intravede solo uno spigolo. Per i vincitori, è previsto un piccolo riconoscimento.
Carlo Greppi e Cesare Perego
All’inaugurazione della mostra sono intervenuti anche il presidente della Comunità montana Lario orientale e Valle San Martino, Carlo Greppi, e il presidente del parco minerario, Cesare Perego.L’occasione è servita appunto per presentare il programma di iniziative della stagione turistica e che vede coinvolti, oltre all’ente comunitario, anche i Comuni di Abbadia, Ballabio, Lecco e Mandello nonché le divere associazioni alpinistiche ed escursionistiche in un progetto chiamato “Resinelli Outdoor Experience” «sostenuto con risorse di un bando regionale e finalizzato a ottimizzare lo sviluppo e la promozione di itinerari turistici che, dal capoluogo cittadfino, raggiungono questo altopiano delle Prealpi lombarde».
Dario Cercek