Mandello: 'staffetta' con gli atleti in ricordo dei partigiani della brigata Rosselli
Grande soddisfazione da parte dell'Amministrazione Comunale di Mandello, dell'Archivio della Memoria Locale e della sezione Lario Orientale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia per il successo della "staffetta" organizzata in occasione del 25 Aprile. Nella serata di ieri, atlete e atleti della Polisportiva locale e del Bike Team Mandello hanno percorso la strada che collega la sede del primo sodalizio, in via Pra Magno, alla Montagnetta di Fiumelatte (Varenna), portando a turno la fiaccola in memoria dei Caduti della strage di sei partigiani della 55^ brigata F.lli Rosselli, tra quelli arresisi alle forze fasciste per mancanza di viveri nel dicembre del 1945.
Partiti alle 18.00, una volta giunti alla Montagnetta di Fiumelatte i giovanissimi atleti della Polisportiva, insieme a Nikos Maggi, nipote del partigiano mandellese Domenico Pasut, uno dei sei trucidati, hanno deposto un mazzo di fiori sulla stele in ricordo della strage nazifascista. I ragazzi hanno poi ascoltato con estrema attenzione il breve ricordo storico dell’accaduto dalle parole di Simonetta Carizzoni, Presidentessa dell’Archivio Comunale di Mandello, che ha donato a loro e agli atleti del Bike Team un volume che illustra i sentieri della Memoria Partigiana sulle Grigne, percorsi valorizzati per tramandare il ricordo di chi ha combattuto per una libertà che non deve mai essere ritenuta conquistata per sempre.
L’Assessore allo Sport e Sicurezza Sergio Gatti ha voluto dare continuità alle sue parole invitando le giovani e i giovani a immaginare quanto sia costata loro la privazione di molti spazi durante il lockdown e di provare a moltiplicarla all’infinito: questa è la mancanza della libertà. Ha inoltre confermato la sua intenzione di mantenere questa fiaccolata tra le celebrazioni fisse del 25 aprile a Mandello.
Infine Roberto Citterio, Presidente della sezione Lario Orientale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha portato ai presenti l’abbraccio di Adriana Pasut, sorella del partigiano Domenico, che ha voluto trasmettere anche un altro messaggio della donna che, a 19 anni, riforniva di cibo i partigiani in montagna: “Ho incontrato la moglie di uno dei fascisti che assassinarono Domenico che, abbracciandomi, ha chiesto il mio perdono. Gliel'ho concesso perché i partigiani combatterono per amore della libertà e della giustizia, valori che hanno poi ispirato la nostra Costituzione e che tocca a voi giovani difendere”.