Olginate: dopo la presa di posizione del Parco, 'Salviamo il Lago' attende i lavori di ripristino
La soluzione c'è, e non è di certo nuova. Il problema, però, è sempre aperto, nel "silenzio assordante" delle Istituzioni a cui di recente ha fatto da contraltare, quantomeno, la nuova volontà del Parco Adda Nord, che con la presidenza di Francesca Rota si è espresso per la prima volta con un pronunciamento chiaro: la priorità spetta al progetto di ripristino, tutto il resto può passare in secondo piano.
La decisione finale per consentire l'avvio dei lavori di ripristino spetta a Regione Lombardia, che però - secondo i portavoce del Comitato olginatese - "sembra non avere fretta", attribuendo le ragioni del proprio tentennamento "a questioni tecniche ed economiche che tuttavia non hanno motivo di esistere". "Anche perchè a dirla tutta - ha sottolineato ancora Bruseghini - avrebbe dovuto spingere fin da subito per far sì che i responsabili di questo grave danno ambientale pagassero per i loro errori". "Le conseguenze di quello scempio sono sotto gli occhi di tutti, tanto più in questo periodo in cui il livello del lago è drammaticamente basso" hanno concluso gli esponenti del Comitato. "Vogliamo suonare un campanello d'allarme, con la speranza di arrivare alle Istituzioni e risolvere il prima possibile questa situazione".
La questione, d'altronde, si trascina da ormai dieci anni (CLICCA QUI): è quella che riguarda il fiume Adda sul territorio comunale di Olginate, gravemente danneggiato dagli scavi sul fondo avviati per dare concretezza al progetto regionale per la navigabilità - ai tempi dell'acquisto del famoso battello "Addarella" - ma bloccati nell'arco di pochi giorni con il sequestro dell'area. Allora il risultato dell'asportazione del materiale fu soltanto quello di svuotare il bacino naturale, con un abbassamento del livello dell'acqua di ben 38 centimetri, un problema finora mai risolto nonostante il lungo impegno del Comitato "Salviamo il Lago" nato proprio allo scopo, che quest'oggi è tornato a fare il punto della situazione.
Italo Bruseghini e Luciano Redaelli
"Per la prima volta con la nuova presidenza del Parco abbiamo avuto un interlocutore vero, con un pronunciamento chiaro a favore del ripristino delle condizioni originarie dell'area: tuttavia, malgrado sia anche stato affidato un incarico a un tecnico scelto dall'ente stesso, finora non si è mosso nulla, è tutto ancora fermo" hanno spiegato quest'oggi l'ex sindaco di Olginate Italo Bruseghini e Luciano Redaelli nel corso di un incontro con la stampa. "La soluzione, in realtà, ci sarebbe: per recuperare i circa 40 centimetri persi dopo gli scavi sarebbe sufficiente posizionare due "briglie", o "traverse" che dir si voglia, per andare a creare una sorta di diga artificiale tra il Lavello e la zona nei pressi della diga, salvaguardando così anche il ponte. Lo studio di massima c'è già, è in fase di perfezionamento. I lavori richiederebbero una spesa di 200-300.000 euro, quindi non un investimento esorbitante, e durerebbero soltanto pochi mesi. Per un motivo o per l'altro, però, siamo ancora impantanati, nel silenzio assordante delle Istituzioni: la volontà del Parco fa ben sperare, ma ora è giunto il momento che tutte le realtà coinvolte spingano nella stessa direzione, perchè non possiamo più perdere tempo".
Il fiume Adda in una foto recente
B.P.