Il dr. Paolo Tricomi
"In realtà il mio problema vero è quello di potermi fare l'autopsia da solo". Aveva chiuso così, con quello humor che gli era proprio,
l'intervista che gli avevamo dedicato nel novembre 2014, quando aveva tagliato il traguardo dei quarant'anni di attività. Il momento dell'addio al dr. Paolo Tricomi è arrivato. Classe 1948, l'anatomopatologo più celebre della Provincia di Lecco, si è spento nelle scorse ore, vinto da quel brutto male che negli ultimi mesi lo aveva trasfigurato nel corpo ma non nello spirito. Primario per sette anni all'Ospedale di Lecco, dove si era occupato di vetrini e citologici, il professionista deve la sua notorietà alla lunga collaborazione intrapresa con la Procura della Repubblica di Lecco, quale medico legale. Non c'è caso di morte violenta che non abbia visto arrivare sulla "scena del crimine" - rigorosamente accompagnato dalle forze dell'ordine, non guidando - il dr. Tricomi, in giacca e gravatta, con la borsa "del mestiere" tra le mani. Squisitamente gentile, con la battuta sempre pronta, aveva saputo farsi apprezzare da carabinieri e poliziotti come pure da avvocati e magistrati, a cominciare dall'allora Procuratore Stanislao Franchina che, per primo, lo avviò a sopralluoghi e autopsie nel lecchese. Il sua "prima volta" con un cadavere risale però - come ci aveva raccontato - al periodo di studi in Emilia.
Papà siciliano, mamma emiliana, Paolo Tricomi era nato in Toscana ma si era iscritto all'Università a Pavia; per la specialità aveva scelto Milano e era poi finito a Modena come prima sede lavorativa. "Si trattava di un caso di infarto" ci spiegò circa il primo morto trattato. "Ero assistente di un professore anziano. Sono arrivato e mi sono sentito dire: meno male che sei qui, si è licenziato il tecnico, non ho nessuno che può chiudere i cadaveri, ci pensi tu ora a cucire". E pensare che in origine voleva fare il pediatra!
A Lecco era giunto nell'ottobre 1974. Il 2 novembre, ironia della sorte, nel giorno della commemorazione dei defunti, festeggiava l'anniversario dell'assunzione in ospedale.
Appassionato di libri gialli, in particolare Agatha Christie, amante dei cani, il dottor Tricomi lascia la moglie Melita e le loro due figlie. L'ultimo saluto gli sarà tributato domani, 9 aprile, alle 15 in parrocchia a Malgrate.