Valmadrera: 'Perchè mi hai abbandonato?' Drammatizzazione pasquale in parrocchia
“Perché mi hai abbandonato?”. Questo il titolo del reportage di Angelo Franchini proposto venerdì sera in chiesa a Valmadrera, in preparazione alla Pasqua.
In “Zizzania” Franchini interpreta invece un religioso del tempio, riferendosi alla parabola della zizzania e dei vignaioli omicidi: “Ecco in base alle mie parole sarò giudicato… non posso più ormai indossare la mia maschera e battermi il petto chiedendo perdono. Quante persone ho condannato, quante lapidate. Mi rendo conto solo adesso di essere quella zizzania nel campo, che cresce, sono il male. Col passare del tempo ho pensato di essere io il Padrone della Vigna. Perché mi hai abbandonato?”.
Il terzo racconto, “Il quinto evangelista”, trae ispirazione da uno dei mercanti del Tempio di Gerusalemme cacciato da Gesù: “In questo covo di ladri tu ti sei presentato e infuriato hai distrutto i nostri banchi, e io ero lì, il primo tra tutti. E uscito dal Tempio sono rimasto solo. Perché nessuno è rimasto qui fuori? Perché in questa vita chi ha molto peccato sarà perdonato e quelli che come me vivono nel rispetto degli altri finiscono da soli… c’è forse un élite di cristiani, di tuoi amici più intimi? Che senso ha la vita se non abbiamo tutti le stesse possibilità? Vorrei davvero comprendere il mistero della vita. Perché mi hai abbandonato?”.
In “Medusa dagli otto serpenti” l’autore racconta infine le vicende dell’indemoniato, che dopo essere stato liberato torna ad essere vittima non più di un demone, ma di otto: “Avevo uno spirito impuro e mi hai liberato. Ma lo spirito che non trovo sollievo all’esterno torna nella propria casa, e in compagnia. Ora sono otto, tutti nella mia testa, come serpenti. Ho cercato nella mia vita di convertirmi, anche alla fine vittima dei mie ricordi, ma nessuno che mette mano all’aratro e si rivolge indietro è adatto a Dio. Perché mi hai abbandonato?”.
“Per questi personaggi, uomini non c’è nessuna alcuna compassione, sono tutti soli, come me, servi inutili, zelanti religiosi, il quinto evangelista, gli indemoniati...Non c’è alcuna fine per noi” ha detto in conclusione l’attore. “Noi vogliamo solamente amare te, Signore, se sarai qua con noi, qua fuori, dove non si sente neanche più Dio, in quel grido mostruoso e umano: perché mi hai abbandonato?”.
La serata si è conclusa tra gli applausi per il reportage e la riflessione finale di don Crepaldi.
“In questa domanda che Gesù pone al Padre possiamo riscoprire le storie di donne e uomini innocenti di tutta la storia, in particolar modo oggi con la guerra in Ucraina e la minaccia nucleare. Meditiamo uno dei momenti più tragici della storia di Gesù” ha detto in apertura il parroco, don Isidoro Crepaldi introducento la drammatizzazione, suddivisa in quattro distinte narrazioni, tutte ambientate in quel celeberrimo luogo evangelico “Dove ci sarà pianto e stridore di denti”.
La prima storia proposta è “Scarabeo il servo inutile”: l’unico attore impersona il terzo servo della parabola dei talenti. “Ho passato il mio tempo ad aspettare, proprio come questo scarabeo, deciso a non decidere, sconfitto dalla paura… E infine non vengo nemmeno perdonato, anzi vengo cacciato e punito, ma Signore la Paura non è già una condanna gravosa? Perché mi hai abbandonato?”. In “Zizzania” Franchini interpreta invece un religioso del tempio, riferendosi alla parabola della zizzania e dei vignaioli omicidi: “Ecco in base alle mie parole sarò giudicato… non posso più ormai indossare la mia maschera e battermi il petto chiedendo perdono. Quante persone ho condannato, quante lapidate. Mi rendo conto solo adesso di essere quella zizzania nel campo, che cresce, sono il male. Col passare del tempo ho pensato di essere io il Padrone della Vigna. Perché mi hai abbandonato?”.
Il terzo racconto, “Il quinto evangelista”, trae ispirazione da uno dei mercanti del Tempio di Gerusalemme cacciato da Gesù: “In questo covo di ladri tu ti sei presentato e infuriato hai distrutto i nostri banchi, e io ero lì, il primo tra tutti. E uscito dal Tempio sono rimasto solo. Perché nessuno è rimasto qui fuori? Perché in questa vita chi ha molto peccato sarà perdonato e quelli che come me vivono nel rispetto degli altri finiscono da soli… c’è forse un élite di cristiani, di tuoi amici più intimi? Che senso ha la vita se non abbiamo tutti le stesse possibilità? Vorrei davvero comprendere il mistero della vita. Perché mi hai abbandonato?”.
In “Medusa dagli otto serpenti” l’autore racconta infine le vicende dell’indemoniato, che dopo essere stato liberato torna ad essere vittima non più di un demone, ma di otto: “Avevo uno spirito impuro e mi hai liberato. Ma lo spirito che non trovo sollievo all’esterno torna nella propria casa, e in compagnia. Ora sono otto, tutti nella mia testa, come serpenti. Ho cercato nella mia vita di convertirmi, anche alla fine vittima dei mie ricordi, ma nessuno che mette mano all’aratro e si rivolge indietro è adatto a Dio. Perché mi hai abbandonato?”.
“Per questi personaggi, uomini non c’è nessuna alcuna compassione, sono tutti soli, come me, servi inutili, zelanti religiosi, il quinto evangelista, gli indemoniati...Non c’è alcuna fine per noi” ha detto in conclusione l’attore. “Noi vogliamo solamente amare te, Signore, se sarai qua con noi, qua fuori, dove non si sente neanche più Dio, in quel grido mostruoso e umano: perché mi hai abbandonato?”.
La serata si è conclusa tra gli applausi per il reportage e la riflessione finale di don Crepaldi.
F.R.