Introbio: dinnanzi alla tomba, in Myanmar il ricordo di Fratel Felice, morto 31 anni fa
La sua "Birmania" - oggi Myanmar - lo ha ricordato già questa mattina, la prima volta da venerabile. Introbio, il paese delle sue radici e della sua fanciullezza, ne onorerà la memoria questa sera, alle 20.30, con una Santa Messa in Parrocchia seguita da un momento di preghiera per la pace a cura del Pime.
Una celebrazione attesa dalla comunità valsassinese, impossibilitata lo scorso anno, causa Covid ovviamente, a riunirsi per celebrare l'anniversario tondo della scomparsa dello stimato concittadino. Fratel Felice Tandardini, missionario, veniva a mancare infatti il 23 marzo 1991, a 93 anni, essendo nato, sesto di otto figli, a Introbio nel giugno del 1898.
Militare nella Prima Guerra Mondiale, il valsassinese venne fatto prigioniero dagli austriaci ed internato in un campo di concentramento da cui riuscì ad evadere. Rientrato in Italia, maturò la sua vocazione missionaria e nel 1921 entrò nel PIME. Nel 1922 partì per la Birmania come fratello cooperatore, cioè missionario laico consacrato a vita: quest'anno dunque, il 2 settembre, ricorrerà il centenario dall'avvio di quell'esperienza durata ben sette decenni. Fratel Felice tornò in Italia, infatti, solo per una breve perentesi nel 1956 per un periodo di riposo, spendendo il resto della sua lunga esistenza al fianco delle popolazioni tribali, tormentate da fame, malattie e guerre.
In Myanmar guadagnò inoltre l'appellativo di "Fabbro di Dio", avendo trasmesso ai "suoi" ragazzi le abilità forgiate da giovanissimo nel lavoro accanto al fratello Giuseppe; è stato inoltre insignito dal Governo italiano del riconoscimento di "Maestro del lavoro". Fratel Felice, oltre ad essere fabbro, operò come falegname, ortolano, agricoltore, meccanico, infermiere, catechista e sacrestano.