San Pietro al Monte: per la Candidatura Unesco 'appello' dei sindaci coinvolti alle Regioni

San Pietro al Monte
I sindaci coinvolti – Angelo Isella di Civate, incluso – si appellanno alle rispettive regioni: serve la collaborazione di tutti per chiudere positivamente l’iter per il ricoscimento UNESCO de “Gli insediamenti benedettini altomediovali in Italia” e dunque gli otto siti disseminati tra Lombardia, Lazio, Molise, Piemonte, Marche e Campagna in lizza per centrare il prestigioso risultato.
Come noto, è San Pietro al Monte con la sua Abbazia il gioiello del nostro territorio che in cordata con Subiaco, Montecassino, Farfa, San Vincenzo al Volturno, Sacra di San Michele, Sant’Angelo in Formis e San Vittore alle Chiuse nel 2016 ha ottenuto l’inserimento della “tentative list”, con la proposta oggi in fase avanzata di elaborazione. Manca solo – in pratica – lo strappo finale, con la presentazione della candidatura vera e propria che dovrà essere poi presa in esame per ottenere quel “sì” di straordinaria importanza per la valorizzazione di interi territori e per un turismo culturale di livello, oltreché che occasione di investimenti altamente qualificati che tutti i riconoscimenti UNESCO producono.
“San Pietro al Monte è un monumento unico ed inimitabile, un bene di inestimabile valore culturale e religioso non solo per Civate – sottolinea il sindaco Angelo Isella. “Un ringraziamento sincero va alla Fondazione Comunitaria del Lecchese, in particolare alla Presidente Maria Grazia Nasazzi, per l’impegno dimostrato a sostegno di questa causa. L’iter è iniziato nel 2013 quando proprio la Fondazione, su richiesta del Presidente della Comunità Montana Lario Orientale, ha avviato l'operazione UNESCO, accettando di coordinare il gruppo di soggetti titolari di responsabilità per quanto riguarda il complesso monumentale civatese, impegnandosi a fornire una adeguata copertura finanziaria.”

Il Coordinamento dei Sindaci dei Comuni chiede in particolare ai sei Presidenti Regionali un’immediata interlocuzione sullo stato dell’arte della candidatura, e “l’avvio di un accordo di programma interregionale - si legge nella missiva sottoscritta da tutti i primi cittadini coinvolti - essendo imprescindibile, vista la valenza della candidatura, un’azione sinergica e coordinata tra le amministrazioni del territorio di primo e secondo livello, con opportuni protocolli ed accordi per la gestione del sito, oltre ad un’azione politica di sostegno presso il Ministero della Cultura”.

La proposta di candidatura UNESCO degli insediamenti benedettini altomedievali, promossa e patrocinata dalla Fondazione comunitaria del Lecchese, nasce dalla volontà di riconoscere la portata universale del monachesimo benedettino, e focalizza l’attenzione sugli eccezionali valori che esso produce e rappresenta e sul contributo determinante che esso ha offerto nelle vicende storico-culturali del medioevo mediterraneo ed europeo e nella formazione dell’Europa moderna. Il “sito” proposto è costituito da una serie d’insediamenti benedettini selezionati su tutto il territorio nazionale; nel loro insieme essi rappresentano la materializzazione di un fenomeno che affonda le sue radici nella penisola italiana e che si diffuse su larga scala in tutta Europa.

Il progetto di candidatura - e la stesura del relativo dossier, oggi come anticipato in fase avanzata di redazione - gode di un comitato scientifico di alto profilo che sancisce la collaborazione tra numerosi Atenei. Patrocinano l’iniziativa il Politecnico di Torino, la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’, La Sapienza Università di Roma, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, l’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, l’Università del Salento.

L’identificazione geografica, cronologica e monumentale del sito seriale, da candidare in relazione al suo eccezionale valore universale (OUV), si basa su di uno studio tematico appositamente condotto, ‘Monachesimo benedettino e testimonianze materiali’, diretto dal coordinatore e responsabile scientifico della candidatura, dott. Ruggero Longo (Scuola IMT Alti Studi di Lucca), ed elaborato da un team del Politecnico di Torino guidato dal prof. Enrico Moncalvo. Lo studio tematico sarà sottoposto all’attenzione dell’International Council on Monuments and Sites (ICOMOS) in vista della sua consulenza per la candidatura UNESCO. Il lavoro ha incluso il censimento, lo screening e le mappature di oltre 2200 insediamenti benedettini medievali in Europa. Lo studio è stato consegnato al MiC in data 31 luglio 2020 e la sua revisione da parte dell’Ufficio UNESCO è ora giunta alle ultime fasi.

A riprova dell’interesse e della valenza del progetto, la candidatura UNESCO del sito seriale degli insediamenti benedettini beneficia del supporto dell’Abate Primate della Confederazione Benedettina, rev.mo Gregory J. Polan O.S.B.

Ecco il perchè della “spinta” chiesta alle Regioni, coordinandosi tra loro per sperare poi di portare a casa, tutti insieme, l’agognato risultato.
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