Lecco perduta/314: c’era la festa di San Giuseppe
Il fine settimana lasciato alle spalle vedeva una volta, il 19 marzo, alla soglia della primavera, festeggiamenti per San Giuseppe. Anche per questo il santo è spesso rappresentato con un bastone fiorito. Falò e frittelle per San Giuseppe accompagnavano la ricorrenza che un tempo, più di oggi, rompeva il lungo digiuno di Quaresima verso la grande solennità della Pasqua. Le tortellate erano diffuse in tutto il lecchese, dove sono numerose le chiese dedicate a Giuseppe, sposo della giovinetta Maria.
L'accensione del fuoco a Pescate
Un’antica chiesetta di San Giuseppe è quella alle Torrette di Pescate, lungo il corso dell’Adda. All’inizio dl 1600 era nel territorio della parrocchia di San Nicolò in Lecco ed a Pescate risultavano residenti “tre fuochi e ventotto anime”. L’attuale oratorio di San Giuseppe venne costruito nel 1780, quando i residenti erano aumentati di numero e la chiesa di Lecco era sempre troppo lontana. Poi la chiesetta venne assorbita, nel 1940, dalla nuova parrocchia di Pescate. Alle Torrette si è rinnovata anche quest’anno la tradizione del falò di San Giuseppe, promosso dal Comune con la determinante collaborazione dei volontari del locale gruppo ANA. Il falò vuole rappresentare il rito dell’aria purificata e del sole che bisogna far entrare in ogni casa dopo l’inverno e con la nuova primavera alle porte.A Cortenova, in Valsassina, c’è San Giuseppe al Piano, minuscolo e singolare nucleo con una chiesetta circondata da poche case. Risale al 1688. A Valmadrera, invece, c’era l’albergo San Giuseppe: è stato il più noto del paese ( ora città) ed ha chiuso ottant’anni or sono. Nell’albergo ha soggiornato più volte per vacanze Achille Beltrame, il noto disegnatore delle pagine festive del Corriere della Sera, con la raffigurazione degli avvenimenti più emergenti della settimana. Beltrame passeggiava volentieri sui sentieri verso la località di San Tommaso.
Festa di San Giuseppe all'Istituto di via Aspromonte a Lecco
Una festa grande di San Giuseppe c’era presso l’istituto che portava il suo nome, in via Aspromonte, affidato dal 1937 al 2001 alle suore Figlie di Betlem. I lecchesi possono ricordare gli avvenimenti di metà anni 50 del Novecento ed oltre con la regia della dinamicissima superiora suor Angela Bottini, che aveva anche costituito una corale fra le ragazze della comunità, che cantava nelle Messe solenni presso il santuario della Vittoria. Per San Giuseppe, invece, la cantoria accompagnava la Messa solenne solitamente di un sacerdote della Vittoria, con il servizio liturgico curato dai chierichetti dello stesso santuario guidati dal non certo dimenticato don Giulio Maino. Era la festa dell’internato; è stata la festa delle elementari miste degli anni ’70, quando, con i nati negli anni 1970 e1975, essendo troppo numerosi gli iscritti, furono necessarie classi doppie.E come dimenticare per San Giuseppe le combattute sfide calcistiche che animavano i campetti oratoriani fra formazioni di genitori e figli, di vecchie glorie e giovani speranze, di seniores ed juniores, di scapoli ed ammogliati, ed altro ancora; il tutto in onore di San Giuseppe raffigurato nell’iconografia più tradizionale come un anziano con barba e capelli candidi. Ma, a quanto sembra, non era così!
A.B.