Premana: la famiglia Bertoldini riabbraccia Ania fuggita da Chernigov grazie a 'angeli'
La 21enne Ania
14 giorni di paura, anche se la ragazzina, in contatto telefonico con la famiglia Bertoldini, mai ha tradito disperazione, cercando invece, con fierezza, di rassicurare chi, dalla Valle, le chiedeva informazioni sui bombardamenti e sulle sue condizioni. A Chernigov la giovane viveva con la sorella della nonna. Il 4 marzo, la scelta di fuggire da quell'inferno, in auto con gli zii. Un viaggio della speranza, prima verso la campagna poi verso il confine. Ed infine la lunga attraversata verso l'Italia, resa possibile da “angeli”.
"Attraverso i social abbiamo trovato una carissima persona - racconta Dalila Bertoldini - che ha fatto da tramite ed è riuscita a contattare dei conoscenti che hanno ospitato Ania. Ha organizzato poi un pulmino che ha portato mia “sorella” da Bratislava fino a Padova". In Veneto, ieri, ad attendere la 21enne, c'erano direttamente Maurizio e Norma, mai così felici di riabbracciarla e riportarla in quella Premana dove per la prima volta era arrivata poco più che bambina. Quindici anni di accoglienza per la famiglia Bertoldini che ha sempre considerato la ragazza come una figlia anche se non c'è legame di sangue.
"Il nostro desiderio era quello di ospitare anche gli zii di Ania, ma la zia non ha accettato perché avrebbe dovuto staccarsi dal marito che, secondo la legge ucraina, non può uscire dal Paese in quanto gli uomini dai 18 ai 60 anni possono essere arruolati dall'esercito". Un'altra storia di cuore nella storia di un grande gesto d'amore in tempi di guerra.