'Ndrangheta: la DIA sequestra otto società informatiche a imprenditore vercuraghese
Le società interessate risultano capitalizzate complessivamente per oltre 6 milioni di euro e nell'ultimo biennio hanno conseguito volumi d'affari per oltre 15 milioni.
La misura cautelare - si legge in una nota stampa diffusa in mattinata - giunge all'esito indagini delegate al Centro Operativo D.I.A di Milano dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti dell'intero nucleo familiare del 59enne, di origini calabresi ma trapiantato nel lecchese.
Quest'ultimo è stato ritenuto socialmente pericoloso non solo sulla base delle condanne riportate in passato ma anche in quanto è risultato indiziato di appartenere a una cosca mafiosa di matrice 'ndranghetista. L'imprenditore già stato indagato nell'ambito di un'operazione antimafia coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che nel luglio 2016 aveva portato all'arresto di 40 persone. A quattro anni di distanza, nel 2020 era stato assolto in primo grado dal Tribunale di Palmi, al termine del processo celebrato con rito ordinario. Era accusato di aver fatto parte della cosca Raso-Gullace-Albanese e avrebbe avuto il ruolo di "favorire - è scritto nel capo di imputazione - le attività imprenditoriali del sodalizio criminale", essendo anche legato con vincolo di parentela ad uno degli esponenti della stessa. Secondo la DDA - con la ricostruzione degli inquirenti che non ha però evidentemente retto in sede giudiziaria essendo l'imprenditore stato sollevato dalle accuse - il vercuragheshe sarebbe stato "a completa disposizione degli interessi della cosca".
Pur assolto, per motivi di particolare gravità il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto nei confronti del 59enne i sequestri e l'applicazione provvisoria dei divieti previsti dal codice antimafia.